Angoscia femminile

Angoscia femminile La paura della libertà stampata sulla pelle Angoscia femminile Dei turbamenti chiamati psicosomatici si diceva in passato: sono nervosi. Al giorno d'oggi si dice: sono psichici. Non tutto è così chiaro come potrebbe sembrare a chi appena rifletta alle condizioni dell'epoca in cui ci troviamo a vivere. Una sola cosa è certa: che i turbamenti della vita quotidiana e affettiva non colpiscono solo la psiche ma anche il corpo e viceversa. I meccanismi attraverso i quali avviene questo processo sono in gran parte radicati nell'inconscio e molti ne ha individuati e studiati la psicanalisi. La realtà aggredisce l'individuo, i suoi bisogni istintivi lo tiranneggiano; tra le proibizioni che rifiuta ed i desideri che egli sente come colpa perché non intende imporsi le proibizioni inaccettate, nasce uno stato d'angoscia che, quando divenga insopportabile, si nasconde in quei pìccoli atti, inutili all'apparenza, che mentre lo neutralizzano, lo manifestano e sono i segni della nevrosi. Può accadere allora che la resistenza del sistema nervoso ceda se le emozioni sono troppo violente o si produca un passaggio dalle reazioni fisiche a quelle psichiche, quasi la persona si rifugiasse inconsciamente in quello stato di regressione che costituisce la malattia. I miti Non sì tratta di malattie « immaginarie » come certi ammalati vogliono credere quando il medico cerca loro di spiegare la natura psichica di alcune lesioni del sistema vascolare, dell'apparato digerente o della pelle: sono decisamente reali, hanno bisogno d'un intervento medico urgente, ma spesso non guariscono del tutto perché la malattia del corpo diventa una scappatoia, un alibi all'angoscia che il malato non vuole riconoscere. Interviene a questo punto la medicina psicosomatica che cerca di risolvere o almeno attenuare quei conflitti interiori che sono stati alla base del turbamento e all'origine della malattia vera e propria o l'hanno accompagnata. La psicoterapia, indirizzandosi all'affettività e all'intelligenza, cerca di liberare l'Io dalle reazioni dell'inconscio perché invece di evitare un suo giudizio sui problemi sociali accettati o rifiutati, raggiunga una presa di posizione utile di fronte ad essi ed il malato, liberandosi dalla malattia psicosomatica, liberi ad un tempo se stesso. Non può meravigliare che le donne, ancora legate in genere al concetto tradizionale di donna oggetto, eppu¬ re già attratte o coinvolte in un processo d'emancipazione tuttora in corso, tra forti ostacoli e profonde contraddizioni, finiscano per subire le conseguenze degli squilibri derivanti da una condizione umana e sociale in continuo mutamento. I miti stessi concernenti la donna conservano sempre l'impronta dì un certo aspetto nevrotico. Inoltre, sopraffatte dal lavoro domestico e dalle costrizioni socio-culturali (ruolo della donna nella famiglia, natura pressoché immutata di quest'ultima) o proflttatrici di privilegi che non le valorizzano, molte donne rimangono delle ritardate affettive e più stretta è la loro dipendenza individuale e sociale, più profondo è il loro bisogno nevrotico di supercompensi o di fughe attraverso gli squilìbri della malattia che esse preferiscono vedere causa e non effetto del proprio disagio psichico. Solange Lambergeon, assistente di psicoterapia e di consultazione psicosomatica presso l'ospedale Sant'Anna di Parigi, ha descrìtto nel suo libro «Angoscia femminile e psicosomatica » (Ed. Rizzoli) alcuni fondamentali casi femminili. Donne dalla sottomissione passiva o chiuse in cieca rivolta, indirizzate dal loro medico curante o venute spontaneamente a lei perché presentivano che la loro malattia aveva qualcosa che vedere con il loro stato psichico: e spesso una banale malattia ha permesso loro di affrontare e risolvere problemi personali molto al di là della malattia per la quale erano venute a consultarla. Ci è accaduto di leggere studi di questo genere più acuti, nella disamina e nell'analisi dei processi psicoterapeutici, del libro della Lambergeon; ma se l'intento di questa dermatologa, approdata attraverso la psicanalisi allo studio dell'influsso dei turbamenti psìchici sulle malattie cutanee, è stato quello di raggiungere la più vasta massa delle donne, dovremo darle atto della stia semplicità di racconto, utile a venire incontro a tante rappresentanti del sesso femminile in lotta per una consapevole libertà psichica. Nevrosi A molte donne che non sono riuscite ad essere indipendenti né da se stesse né dal loro ambiente e le cui forze imbrigliate trovano uno sviluppo molto ristretto, non rimane che il cattivo umore o la nevrosi per scaricare l'eccesso di un'energia male utilizzata. La signora che parlando si copre di macchie rosse sul viso e sul collo perché per esistere in famiglia deve gridare, essere aggressiva e mentre si ribella, ferendo gli altri, ferisce anche se stessa fisicamente attraverso l'erìtrosi; la moglie dell'industriale che alla morte del marito intravede una probabilità di indipendenza attraverso il lavoro, ma è respinta dai figli nel suo posto dorato e la frustrazione, con un salto dallo psichico al fisico, si rivela a livello del suo corpo con una vistosa orticaria, sono vittime d'una non superata sottomissione ad antichi tabù. Ma anche la ribellione non costruttiva resta un sistema nevrotico d'esistenza. Così ecco il caso della femminista che lotta contro il suo desiderio di abbandono, altrettanto autentico del suo bisogno d'attività e la conseguente tensione nervosa sfocia in una estesa acne rosacea. Paura Oggi non sono pochi gli psicologi a dire che ogni atteggiamento di rivendicazione femminile è giocoforza abbia i caratteri della nevrosi e la Lambergeon ammette che molti atteggiamenti rivendicativi non siano immuni da qualche aspetto nevrotico. Ma se la libertà fa paura a tutti, uomini e donne, non ci sono tuttavia che due soluzioni: fuggire la libertà fuggendo la paura o farle fronte conquistando la propria libertà individuale, affinché la paura non si stampi sulla pelle. Lucia Sollazzo EvsvltaFGAMln Parigi. Un costume fatto di farfalle (Foto Grazia Neri)

Persone citate: Grazia Neri, Lucia Sollazzo, Solange Lambergeon

Luoghi citati: Parigi