Contraccuse e polemica per il giudice "ricusato"

Contraccuse e polemica per il giudice "ricusato" Clamorosi sviluppi in margine al caso Pinelli Contraccuse e polemica per il giudice "ricusato" Due magistrati, chiamati in causa dall'avv. Lener, respingono l'accusa di interferenze nel processo Calabresi-«Lotta continua» - Smentiscono di essersi interessati per far promuovere il dott. Biotti - Sollecitata un'inchiesta (Dal nostro corrispondente) Milano, 17 giugno. Nella polemica sulla ricusazione «lei «loti. Carlo Biotti — il magistrato che, per parecchi mesi, ha condotto alla prima sezione del tribunale penale il processo intentato dal commissario di p.s. dott. Luigi Calabresi contro il prof. Pio Baldelli, ex direttore del periodico « Lotta continua » della sinistra extraparlamentare, in merito alla tragica fine dell'anarchico Giuseppe Pinelli — sono intervenuti i magistrati chiamati in causa nell'istanza di ricusazione presentata dall'avv. Michele Lener, parte civile al processo. In quel documento, allegato agli atti della ricusaziione, sono stati citati personaggi che ora hanno reagito con precisazioni e smentite. Tra questi il dott. Giacomo Martino, vicepresidente della sezione del tribunale (diresse il processo contro gli esponenti del « Movimento studentesco » per l'aggressione al prof. Trimarchi), e un giovane magistrato, il dott. Edmondo Bruti Liberati, che, pur non facendo parte del collegio giudicante, ha assistito, in qualità di uditore, a tutte le udienze del processo Calabresi-« Lotta continua ». Secondo l'avv. Lener, l'uditore si sarebbe incontrato con il giudice Martino per caldeggiare la promozione di Biotti presso imo dei componenti il Consiglilo superiore delia magistratura (raccomandandola, il consigliere Adolfo Beria D'Argentine, cui è legato da rapporti di parentela. A proposito del dott. Martino nella lettera che Lener inviò a Biotti si legge: « Lei mi informava delle molte pressioni che riceveva per la felice (per U Baldelli) soluzione della causa " Lotta continua" -Calabresi, pressioni (...) capitanate dal vicepresidente della sezione dott. Martino. Feci due osservazioni: a) avevo visto che l'uditore che è alla sua destra s'incontrava spesso col giudice Martino, dopo l'udienza, evidentemente informandolo di quanto era avvenuto. Lei mi disse che era al corrente. Alla mia seconda domanda: se l'uditore era nipote o congiunto del giudice Beria D'Argentine, che faceva parte del Consiglio superiore della magistratura, era la "persona" che controllava la sua pratica, lei " sorrise ", senza rispondermi ». O-jrri Martino ha fatto la seguente dichiarazione: «In merito alla notizia contenuta in un atto del procedimento di ricusazione del dott. Biotti circa mie presunte interferenze nel processo Calabresi"Lotta continua", sento il dovere di uscire dal mio naturale riserbo per dichiarare che la notizia stessa è destituita da ogni fondamento, falsa e assolutamente calunniosa. Particolarmente per quanto riguarda i rapporti con l'uditore dott. Bruii Liberati, nipote del dott. Beria D'Argentine, membro del Consiglio superiore della magistratura, debbo precisare che il dott. Bruti predetto era ob bligato per legge a far capo al sottoscritto, all'uopo designato dagli appositi organi quale istruttore di tutti gli uditori assegnati alla sezione, per sottoporre i lavori affidati e ricevere tutti quei suggerimenti tecnici o di chiarificazione di cui il tirocinante è abbisognevole ». « Mai, inoltre, prosegue la dichiarazione di Martino, tanto meno durante il corso del processo a carico del Baldelli, ho avuto occasione di parlare con il dott. Bruti, con il componente del Consiglio superiore della magistratura, o addetti al Consiglio stesso, della pratica relativa alla promozione del dott. Biotti della quale ho avuto incidentalmente nozione solo nel marzo ultimo scorso ». ' « La stessa corte di appello del resto, prosegue il documento, che ha deciso sulla istanza di ricusazione non ha avvertito neppure la necessità di interpellarmi per eventuali chiarimenti. Ne consegue che solo benevole considerazioni, ispirate ad umano senso di pietà, possono indurre a ritenere che la notizia slessa sia parto di fantasia squilibrata, riferibile, come tale, a persona irresponsabile e pericolosa, da identificarsi ». Il dott. Martino conclude la sua dichiarazione chiedendo agli organi istituzionali competenti una severa rigorosa indagine « per la tutela del singolo magistrato, delle libere istituzioni, della coscienza di qualunque onesto cittadino ». Dal canto suo, il dott. Bruti Liberati ha dichiarato: « Apprendo solo ora, non essendo mai stato sentito nel corso del procedimento di ricusazione, che nella lettera inviata dall'avv. Lener al dott. Biotti, il 16 novembre dell'anno scorso, si parla di me. Preciso che quale uditore in tirocinio, a partire dal primo ottobre 1970, ero stalo as¬ sedlatrtucsctelaqvinrlacrmttmidttall segnato, con provvedimento del direttore del tirocinio, alla prima sezione penale del tribunale e che pertanto in tale veste partecipavo alle udienze della sezione, ivi compresa quella del processo Calabresi-"hotta. continua"; che al fine del perfezionamento della mia preparazione, ero stato affidato in particolare al dott. Martino, con il quale necessariamente dovevo incontrarmi per discutere in generale di problemi giuridici e per fare il punto sulla mia attività ». « Perciò. conclude, TOenire mi rammarico che il normale espletamento del mio lavoro sia stato travisato nella nota lettera, devo smentire decisamente di avere mai svolto il ruolo di "informatore" o di "intermediario", attribuitomi ». La posizione del dott. Bruti Liberati è stata precisata anche da una dichiarazione del dott. Giovanni Jucci, presidente della prima sezione civile del tribunale di Milano, dichiarazione avvalorata dal presidente del tribunale dott. Mario Usai: « Il sottoscritto, nella sua veste di direttore del corso uditori giudiziari, attesta che in attuazione del piano di tirocinio predisposto dalla commissione per gli uditori giudiziari nominati a seguito del concorso indetto con decreto ministeriale 30 novembre 1966, il dott. Edmondo Bruti Liberati è stato ussegnato, nel periodo gennaio-dicembre 1970 successivamente alla sesta sezione penale, all'ufficio istruzione, alla procura della Repubblica, alla pretura, alla I prima sezione civile e, a de| correre dal primo ottobre | 1970, alla prima sezione peI naie. Presso quest'ultima sezione, l'uditore è stato affidato alle cure del dott. Giacomo Martino ». g. m.

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