Franca Rame rievoca le lotte operaie del '22
Franca Rame rievoca le lotte operaie del '22 Franca Rame rievoca le lotte operaie del '22 « Tutti uniti ! Tutti insieme ! » di Dario Fo: tra divertimento e comizio politico , l i i l i a o , i A Lenin piacerebbe molto, credo, vedere così chiaramente delineato e icasticamente mostrato il dissidio tra riforme e rivoluzione, e la superiore efficacia di questa su quelle, che innerva il secondo spettacolo presentato dal collettivo « La Comune» al cinema Italia per il circuito alternativo dell'Arci. E anche a Brecht, naturalmente, dal quale Dario Fo, autore e regista di Tutti uniti! Tutti insieme! Ma scusa quello non è il padrone? (e il titolo dice già tutto), ha preso non soltanto il motivo del cammino di un proletario verso la conoscenza tracciato nella Madre, ma anche i modi di un teatro politico e didattico che diverta e istruisca nello stesso tempo. Attraverso le vicende, narrate a ritroso, di una sartina torinese dalla guerra di Libia all'avvento del fascismo, vengono rievocate le lotte operaie di quegli anni e si asserisce l'incapacità del partito socialista di guidarle, con un'esplicita condanna del riformismo, mascherato da massimalismo, di allora che, con palesi allusioni, viene estesa al partito comunista di oggi. E il commosso e anche sincero elogio di questo partito, e delle ragioni della sua nascita, serve a dare maggiore risalto a una presupposta caduta dalla pu-' rezza originaria e a puntellare le accuse di revisionismo e di tradimento che la sinistra extra-parlamentare non manca mai di rivolgere all'apparato comunista. Qui lo spettacolo diventa un comizio che alla fine si prolunga e si allarga nel dibattito con gli spettatori. Ma prima è intessuto di momenti di autentico teatro (e da questo punto di vista è uno dei testi più meditatamente costruiti di Fo), nei quali riaffiora la vena satirica di Morte accidentale di un anarchico, senza forse l'immediata presa di quella farsa, ma con una meno rozza abilità di impartire una vera lezione di storia politica traducendo in gags di grande for-1 za 'comica notizie e documenti scrupolosamente raccolti e spesso confrontati e suffragati con le risultanze di studiosi imparziali. Diverte ad esempio un Mussolini sovversivo che tuona contro l'avventura libica (è a un suo comizio che la protagonista conosce e s'innamora del militante che l'aiuterà a darsi ima coscienza di classe) e viene « salato » dai carabinieri, divertono, ancorché pesanti, le caricature degli emblematici personaggi — un prefetto, un industriale, un tracotante squadrista, e c'è anche, abbastanza ingenerosamente, un sindacalista della Cgil — che nel '22 spianarono la strada al fascismo. E diverte soprattutto Franca Rame ccn quella sua sartina svampita e chiacchierona, ma piena di buon senso e di coraggio, che da involontaria confidente della polizia diventa una consapevole rivoluzionaria. E' sulle spalle di questa indomabile attrice, capace magari di avventurarsi nel melodramma senza rimanerne troppo invischiata, come nel risvolto finale che la costringe a una lunga e appassionata perorazione dopo aver abbattuto a rivoltellate il fascista che si vantava di averle ucciso il marito, è sulle sue spalle (Fo qui non recita) che si regge uno spettacolo reso più suggestivo dalle musiche di Paolo Ciarchi, sostenuto dall'impegno di un gruppo di discreti attori e asiscfmnqtaae accolto con clamoroso entusiasmo da un pubblico che incomincia ad essere diverso da quello, più « borghese », che a Milano, mi dicono, affolla il capannone della « Comune »: un pubblico in parte nuovo e diverso, proprio quello che Fo va tenacemente inseguendo da qualche anno. Alberto Blandi 1
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