Tuffatevi pure (ma con cautela) di Angelo Viziano

Tuffatevi pure (ma con cautela) Tuffatevi pure (ma con cautela) 11 parere del medico su uno sport affascinante, ma non senza pericoli E' idbbi h l E' indubbio che lo sport subacqueo, cui la stagione è ora particolarmente propizia, è un'attività piena di fascino, tanto da comprenderne il crescente incremento tra i giovani. Ma non ci si può dedicare senza un buon corredo di doti fìsiche e psichiche e senza una istruzione che effettivamente comporti pure la conoscenza di nozioni fondamentali di fisiologia e di medicina preventiva inerenti a tale sport. Non si nasce uomini-rana. Se nel grembo materno il feto può vivere immerso in una sacca di liquido gli è che allora i suoi polmoni sono ancora esclusi dalla funzione respiratoria. Fuori di quel periodo transitorio l'organismo umano ha ben scarse possibilità di adattamento all'ambiente subacqueo. I pescatori di perle e di spugne, che hanno preceduto gli attuali nostri campioni subacquei, non sarebbero certo mai arrivati ai loro celeberrimi primati di immersione in « apnea » volontaria (cioè senza tirare il fiato, usufruendo dell'ossigeno contenuto nella quantità d'aria immagazz'nata nei polmoni prima dell'immersione), se non allenandosi gradualmente e conquistando un idoneo adattamento a quella sorta di vita anfibia sino dalla giovinezza, e scaltritisi circa i lim'ti (individuali) di durata di quell'apnea e delle possibili cause accidentali dì una sua « rottura » anticipata. L'immersione senza apparecchio autorespiratore, ossia in apnea, ha evidentemente un suggestivo valore; ma non è a cuor leggero che si possono tentare dimostrazioni di resistenza con tale sistema mediante sforzi di volontà. Consumato l'ossigeno inspirato con l'aria prima dell'immersione e sotto la necessità di altro ossigeno e di espellere l'anidride carbonica formatasi e accumulata nei tessuti e nel sangue, questa in esuberanza dà un colpo di frusta eccitante al centro cerebrale (bulbare) del respiro perché questo riprenda ritmo (a parte gli eccitamenti che la deficienza di ossigeno porta sui centri di difesa). Di lì la rottura dell'apnea, con le inevitabili conseguenze sott'acqua. Bisogna, dunque, che il pescatore subacqueo che non sia munito di apparecchio respiratore calcoli bene il tempo di riemersione prima di indugiarsi in qualche lavoro, e tenga presente che la durata dell'apnea può essere ridotta dalla pressione secondo la profondità raggiunta, da correnti fredde, dalla posizione trasversale, da imprevisti emotivi, nonché dalla stanchezza, dalla instabilità nervosa. Se con sforzi di volontà si insiste nel tentativo di procrastinare la fine dell'apnea la mente si obnubila, si stremano le forze. Possono intervenire accidenti di tipo sincopale. Vari accorgimenti tecnici respiratori prima dell'immersione, oltre alle doti costituzionali, ed una preparazione idonea, ad un adattamento fisiologico dei centri nervosi assieme all'eliminazione dei movimenti parassiti, inutili, possono invece prolungare il tempo d'apnea. Ma bisogna bene apprendere tutto ciò; per cui ormai esistono centri d'addestramento in collaborazione con centri di medicina subacquea. A questi centri bisogna ricorrere inoltre per altre istru zioni, circa le immersioni con autorespiratori ad aria o ad ossigeno, dal lato tecnico e da quello inerente rischi e mezzi per farvi tempestivamente fronte. Si può premettere che il pericolo dell'autorespiratore non dipende dall'attrezzatura ma dall'imprudenza o dall'inesperienza di chi Io usa; il quale deve, invece, ben conoscere la portata ed i limiti delle prestazioni che l'apparecchio può fornire. Così con l'autorespiratore ad ossigeno, se non sono rispettate le regole di prudenza, sono frequenti i disturbi dell'apparato respiratorio, e per inalazioni a forte pressione fenomeni morbosi a carico del sistema nervoso centrale: perdita della coscienza I convulsioni, precedute da annebbiamenti della vista ed altri guai, che possono provocare la caduta del subacqueo sul fondo. I respiratori ad aria, che sono di più larga diffusione e di uso semplice, comportano pure pericoli per l'imperizia di utenti. A forti profondità, sia per l'azione narcotica dell'azoto dell'aria sul sistema nervoso sia per l'accumulo d'anidride carbonica, può intervenire il fenomeno dell'iiebbrezza da profondità», consistente in un senso di euforia, di eccitazione, di diminuzione dell'attenzione, di vertigine. Si manifesta solo a grande profondità e scompare risalendo a profondità minori. Ma un altro pericolo deriva dalle emersioni precipitose con quegli apparecchi. L'azoto, che durante la permanenza in profondità si e disciolto nell'organismo, spe-1 eie nelle ossa e nel sistema nervoso, allorché la risalita è troppo rapida anziché ben regolata (secondo i tempi e le soste di decompressione stabiliti in apposite tabelle che ogni sub dovrebbe conoscere), si rigasifica tumultuosamente e anziché essere disperso senza danno per la via respiratoria, forma bollicine di grandezza variabile che possono dar luogo a.embolie e conseguenti infarti in diversi organi, nonché ad emorragie per rotture vasali. Se si tiene presente che questi possibili incidenti diventano sempre più improbabili con la scrupolosa osser¬ vanza delle norme di prevenzione, l'averli citati non può scoraggiare chi a questo sport fascinoso si appresta; può bensì contribuire a rendere sempre più rari quei gravi episodi, talora mortali, che di tanto in tanto le nostre cronache registrano. Angelo Viziano