Gli "indegni,, cronisti di Westminster

Gli "indegni,, cronisti di Westminster L'INGHILTERRA RICORDA UNA VITTORIA DEL GIORNALISMO Gli "indegni,, cronisti di Westminster I primi notisti parlamentari furono costretti a chiedere perdono, in ginocchio, ai deputati - Poi le cose cambiarono, ma soltanto oggi si prepara una legge che sancisca un diritto vecchio ormai di due secoli (Nostro servizio particolare) Londra, 14 giugno. Uno dei prossimi giorni, William Whitelaw, leader dei Comuni, chiederà ai deputati di Westminster di rinunciare all'idea ft che è una grave indegnità e un'infrazione dei privilegi di questa Camera, per un giornalista, presumere di fornire un qualsiasi resoconto dei dibattiti ». I cronisti parlamentari otterranno così formalmente il diritto di riferire all'opinione pubblica gli avvenimenti e i discorsi tenuti alla Camera dei Comuni. In pratica, questo diritto esiste dal 1771, ma fu solo nel 1967 che una commissione parlamentare suggerì di dare un assenso legale ai resoconti parlamentari. Questo diritto fu riconosciuto duecento anni or sono, alla fine di una lunga lotta tra i deputati più democratici, sostenuti dall'opinione pubblica, e la maggioranza di Lord North in combutta con re Giorgio III, passato alla storia per la perdita delle colonie americane. Allora, più di adesso, i deputati non amavano le critiche. Il deputato George Onslow giunse a dire: « Talvolta, i giornali mi fanno apparire come un bandito, altre volte come un idiota, e certe volte come l'uno e l'altro insieme. Afe la pagheranno ». Difatti, l'Onslow chiese che gli editori del Gazetteer e del Middlesex Journal fossero trascinati ai Comuni e fatti inginocchiare davanti ai deputati, perché chiedessero loro perdono. Erano i tempi in cui la già potente « City » era in lotta con Giorgio III e con i suoi ministri, che dominavano una Camera dei Comuni quasi totalmente corrotta. I democratici avevano dietro di sé la penna pungente e l'idealismo di John Wilkes, consigliere e magistrato della « City ». Egli protesse John Wheble e Roger Thompson, editori dei due giornali, dagli sbirri del re, che aveva detto al primo ministro North: « E' assolutamente necessario che cessi questo strano e illegale metodo di pubblicare i dibattiti sui giornali ». Il potere del re Lord North non poteva che essere d'accordo, visto il tono delle censure al Parlamento del re. Il Middlesex Journal scriveva, ad esempio: « L'attuale Parlamento è una pura emanazione del potere reale per fustigare il popolo », mentre la pubblicazione dei dibattiti avrebbe permes¬ so agli elettori di «distinguere i veri patrioti dai vili impostori ». Quanto all'Onslow, egli fu accomiatato con l'appellativo di « insetto ». Il re procedette con durezza. Offrì 50 sterline (pari a un milione e mezzo di lire attuali) per l'arresto di Thompson e di Wheble. Ai Comuni, gli antidemocratici si trovarono di fronte all'opposizione di Edmund Burke, che doveva poi tracciare le linee dell'ideologia politica inglese con le sue Riflessioni sulla Rivoluzione francese. Burke perse la sua battaglia parlamentare contro la taglia reale. Ci pensarono John Wilkes e il deputato Richard Oliver ad annullarne gli effetti. Quando due apprendisti tipografi arrestarono gli editori, Wilkes, come magistrato, affermò che il proclama reale non aveva valore nella « City » e li rimise in libertà. I deputati Richard Oliver e Brass Crosby, però, finirono sotto processo ai Comuni per la loro parte nell'annullamento del proclama reale contro i due editori. Londra era in subbuglio. Davanti alla Camera dei Comuni, una folla esasperata ricoprì d'insulti ministri e deputati. Era la rivoluzione. Lord North qua¬ si ci rimise la vita. Charles James Fox, « uomo del popolo », disse: «E' in gioco la nostra sopravvivenza ». In realtà il grande Charles James era, allora, un uomo della monarchia. Eroi popolari Crosby e Oliver furono imprigionati nella Torre di Londra, ma divennero eroi popolari. Wilkes, che era pure stato un prigioniero politico, disse che « le prostitute parlamentari avevano mandato in prigione il primo magistrato della City per il suo coraggio nel proteggere i cittadini dai ruffiani ». Per sei settimane, i due deputati restarono nella Torre, ma i giornali continuarono a pubblicare notizie parlamentari. Il 5 maggio 1771 vennero liberati. Fu una giornata trionfale per loro e per i londinesi. Le artiglierie spararono un saluto di 21 colpi, 53 carrozze di gentiluomini della «City» li scortarono alla Mansion House. La gente ubriaca faceva festa per le piazze, gridando «Crosby, Oliver, Wilkes, libertà di stampa». Era nata una nuova espressione nel dizionario politico inglese, alla fine di quello che fu « il maggio londinese » del 1771. Ora, i giornalisti di Westminster sono amici e confidenti dei deputati e dei ministri. Si sta anche pensando di permettere che i dibattiti vengano trasmessi alla televisione. Qualche anno fa, una commissione parlamentare raccomandò quest'innovazione, ma i deputati la respinsero, con un solo voto di maggioranza. E' appena questione di tempo: 200 anni dopo la vittoria dei cronisti parlamentari, non appare molto lontano l'arrivo delle telecamere a Westminster. Renato Proni Kubelik al Metropolitan direttore musicale New York, 14 giugno. Il direttore d'orchestra cecoslovacco Rafael Kubelik è stato nominato direttore musicale del Metropolitan di New York per un periodo di tre anni che comincerà con la stagione lirica 1973-74. In passato il « Metropolitan » non ha mai avuto un direttore musicale poiché qualunque decisione dipendeva dal general manager. Illustri figure come Arturo Toscanini e Arthur Bodansky vi avevano comunque esercitato una notevole influenza. (Ansa)

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