Il Mozart del comunismo di Giorgio Fattori

Il Mozart del comunismo LA GERMANIA ORIENTALE DOPO ULBRICHT Il Mozart del comunismo Così viene definito ironicamente, per la sua precocità politica, il segretario del partito Erich Honeeker - Gelido e inflessibile funzionario, adora gli scritti di Stalin e ha una sola passione in cuore: il riconoscimento internazionale del suo Paese - Ma è difficile che voglia spingere il nazionalismo oltre i limiti fissati da Mosca - Attesa per il congresso del partito, che si apre oggi (Dal nostro inviato speciale) Berlino Est, giugno. Se qualcosa si muove nella Repubblica democratica tedesca, molti aspettano di saperlo dal congresso del partito al potere: la Sed, che per la prima volta nel dopoguerra si riunisce a Berlino Est senza avere per leader politico Walter VI- bricht. Afflitto « da un guaio purtroppo senza rimedi, la vecchiaia », come annunciò commosso poco più di un mese fa, al momento delle dimissioni dalla segreteria, il settantasettenne Ulbricht detto « Barbetta » ha conservato la presidenza onorifica del partito e sta preparandosi a lasciare quella di presi¬ dente del Consiglio di Stato. Alla vigilia del congresso ha girato da Lipsia a Berlino per arringare gli attivisti, nel suo modo un po' stizzoso e didattico. A qualcuno è sembrato al lumicino: terreo, affaticato, il respiro pesante. Altri l'hanno trovato in buona forma, un agile pensionato che ha fai- to sport. Le profezie sulla salute di Ulbricht sono sempre pericolose. Molti anni fa il genero di Kruscev, Agiubei, una sera che forse aveva bevuto troppo, si lasciò sfuggire che «Barbetta» aveva il tempo contato perché condannato dal cancro. Invece dalla scena politica scomparve Agiubei e l'ex stalinista Ulbricht ha fatto in tempo a vedere il tramonto di tutti « i parenti dell'Est » che non amava: Nagy, Kruscev, Dubcek e infine Gomulka. Secondo alcune voci, Ulbricht, logorato dall'età, dai probabili malanni e soprattutto dalle discussioni a Mosca per l'Ostpolitik, voleva annunciare le dimissioni dalla segreteria all'ottavo congresso che si inizia domani a Berlino. Poi anticipò di qualche settimana perché l'addio non sembrasse una ambigua pressione di partito. « Può darsi che i collaboratori e i sovietici non si siano adoperati per dissuaderlo — dice un giornalista — ma la decisione finale l'ha presa lui. Ha voluto essere il primo capo comunista dell'Europa orientale ad andarsene di sua volontà, senza drammi politici ». Designando a tempo il pupillo Erich Honeeker, cresciuto e invecchiato alla sua ombra, Ulbricht ha forse evitalo una lotta pericolosa per la successione del potere. Honeeker ha 59 anni. Figlio di un minatore della Saar, è nelle organizzazioni di partito dall'infanzia, a dieci anni già caposquadra dei pionieri rossi secondo le biografie di Berlino Est. Questo « Mozart del comunismo », come dicono malignamente rievocando la sua precocità politica, ha legato la carriera a Ulbricht dal primo dopoguerra. S'incontrarono a Berlino devastata dagli incendi nel 1945. Ulbricht arrivava al seguito dei generali dell'Armata Rossa; Honeeker, evaso da un carcere della Ge¬ a e a . a i a a o . a o l o l al rae¬ stapo, lo aspettava nascosto in una cantina. Ulbricht non ha mai avuto veri amici, ma con l'ex artigiano della Saar si è sempre inteso bene. Quando l'ala destra del partito, ai tempi della rivolta in Ungheria, tentò di metterlo in minoranza, Honeeker, che aveva il controllo politico della polizia, si schierò dalla sua parte. Quando Ulbricht decise di alzare il muro fra le due Berlino, l'organizzatore segreto dell'operazione fu Honeeker. Ulbricht non è un intellettuale e l'autodidatta Honeeker sosteneva anni fa che l'unico libro meritevole di essere letto era la Breve storia del comunismo sovietico di Stalin. Anime gemelle « Due anime gemelle di burocrati con un unico sogno nel cuore: il riconoscimento internazionale della Germania Est », dicono di loro. Molti occidentali si aspettavano di veder salire al vertice del partito il primo ministro Witti Stoph, ma a Berlino Est la scelta del successore di Ulbricht non ha. sorpreso nessuno. Gelido e inflessibile funzionario dell'apparato, anche Honeeker ha un soprannome, «faccia di pietra». Il suo ritratto di politico senza passioni sembra tuttavia un po' di maniera. In passato ebbe molte critiche tra i puritani del Politburo quando abbandonò la moglie, veterana del partito, per una bellissima impiegata quindicenne, Margot Feist, che poi ha sposato (e dal 1963 Margot Honeeker è ministro dell'Istruzione nella Ddr). Gli rimproveravano anche, negli anni più austeri, di abitare in una confortevole villa non lontana dall'ex residenza estiva di Hermann Goering, e di passare tutto il tempo libero a caccia, sparando poco sportivamente alle lepri dall'automobile. Sono episodi marginali, ma che danno una dimensione meno schematica dell'uomo che ha ereditato da Ulbricht il compito di concertare con Mosca il disgelo fra le due Berlino. « Con Honeeker vi sarà un cambiamento di metodo, non di linea politica », dice un osservatore polacco. Un « nuovo corso » limitato all'avvicendamento di qualche altissimo dirigente ma senza deroghe dal punto cruciale detta politica della Ddr: la divisione definitiva e irrevocabile dette due Germanie, non due Stati ma due nazioni di lingua tedesca. Honeeker si fece un nome nel dopoguerra organizzando le camicie blu detta « Libera Gioventù tedesca », fedelissime al partito anche nelle tempestose giornate delle rivolte operaie del 1953. Tra i vecchi amici di quegli anni sceglie gli uomini da portare avanti. La prima mossa La mossa più interessante, finora, è stata la nomina a vice primo ministro dell'ex giornalista Horst Sidermann. Segretario di partito nella provìncia altamente industrializzata detta Halle, Sidermann è visto da alcuni, iti potenza, come un Gierek tedesco: comunir'n ortodosso ma abile tecnocrate, esperto di cose economiche e abbastanza ben visto dagli intellettuali (suo figlio è attore a Berlino Est). Sidermann dovrebbe succedere, forse con decisione al congresso che incomincia domani, a Witti Stoph netta direzione del governo, mentre Stoph è candidato al posto di Ulbricht alla presidenza dello Stato. Un cambio di consegne che potrebbe essere interpretato come indiretta conferma detta rivalità fra Honeeker e il più « liberale » Stoph, protagonista dei primi contatti con Bonn. Ma è diffìcile stabilire la verità di questi dissensi in un partito pietrificato nella disciplina dalla dura gestione di Ulbricht. Un fatto molti danno per certo: Erich Honeeker non apparirà meno intransigente del suo predecessore nel far valere i diritti della Germania Orientale nei confronti di Bonn. Si dice che lo scorso anno, quando Ulbricht seguiva preoccupato e irritato il dialogo della Ostpolitik, Honeeker si scagliò nel Politburo contro tutti coloro che erano disposti a un compromesso per Berlino. Ma ora la situazio¬ ntisBslacbscsdsvLdkgtbpgftocsbvzfissnnitLf ne è in parte cambiata: l'ultimo sforzo di Ulbricht è stato quello di trovare con Breznev un accordo di massima che non tagliasse fuori la Germania Orientale dalle complesse trattative. Più rigido in teoria di Ulbricht, Honeeker non ha il suo prestigio a Mosca. Al recente congresso del partito sovietico Ulbricht ha ricordato, come per caso, di essere uno dei pochi comunisti viventi che ha conosciuto Lenin. L'oscuro funzionario dell'apparato Erich Honeeker non ha queste carte da giocare e alla distanza potrebbe dimostrarsi meno ribelle di fronte a eventuali pressioni sovietiche. « Per Honeeker — dice un giornalista — la Germania federale è un altro mondo, tutto quello che imparò a odiare in dieci anni di carcere nazista ». Ma niente nel suo passato di lettore dei libri di Stalin fa pensare che voglia spingere il dogma nazionalista al di là dei limiti fissati da Mosca. Per ora il suo obbiettivo sembra questo: consolidare la posizione economica detta Germania Orientale per far valere il suo peso politico nelle trattative finali su Berlino. L'ottavo congresso del partito ha appunto per tema fondamentale il nuovo balzo in avanti con il piano quinquennale 1971-75. Efficiente, abbastanza ricca, ma sempre ai margini detta politica internazionale, la Ddr di Honeeker cercherà di ottenere quella «carta d'identità» per la quale Ulbricht ha lavorato ventisei anni. Giorgio Fattori o . , e i . n o l i i e o i i sincdssdtrip Berlino Ovest. Sguardi di bambini tra le fessure del « muro » (Telefoto Ap)