Il controllo della fertilità

Il controllo della fertilità Ricerche per un nuovo farmaco, le prostaglandine Il controllo della fertilità Dalla scoperta degli svedesi Bergstrom e Samuelsson agli studi di Berti a Milano - Aborti curativi, durante i primi due trimestri di gravidanza, senza effetti collaterali - Composti « più sicuri » dei contraccettivi sintetici Il rapido aumento della popolazione mondiale — 200 mila nuove unità ogni giorno, 78 milioni in più previsti nel 1971 — stimola in molti Paesi lo studio di mezzi farmacologici che riducano o sospendano in modo reversibile la fertilità maschile e femminile. Si ricerca da tempo un farmaco non tossico e di efficacia completa che autosomministrato in una sola dose possa assicurare lo stato di non gravidanza. Sei anni di studio Le prostaglandine, derivati ciclici degli acidi grassi poliinsaturi, rappresentano un importante progresso verso questo scopo. Si tratta di molecole già presenti nell'organismo, dove vengono biosintetizzate a partire dai cosiddetti « grassi essenziali », acidi grassi con 3 .o 4 doppi legami, assunti con la dieta e noti da molti decenni come componenti essenziali dell'alimentazione umana. I prodotti di trasformazione — le «prostaglandine » — sono stati identificati più recentemente ad opera dei ricercatori Bergstrom e Samuelsson di Stoccolma e hanno dimostrato numerosissime attività biologiche e metaboliche a livello di diversi organi, quali il sistema nervoso, la muscolatura liscia e il tessuto adiposo. Tra le applicazioni terapeutiche più probabili di questi nuovi composti vi è l'ipertensione, affezioni renali e cardiache, ulcera, asma, e la congestione nasale. Nel 1965 il Dr. Ferruccio Berti dell'Istituto di Farmacologia della Università di Milano ha per primo dimostrato un notevole effetto stimolante delle prostaglandine sull'utero isolato di cavia. Un notevole stimolo alle ricerche sulle proprietà farmacologiche delle prostaglandine è venuto dalla sintesi totale di questi composti che ha coronato uno sforzo di 6 anni di ricerche chimiche dirette da Elias Corey della Università di Harvard. La disponibilità di quantità sufficienti di prostaglandine ha permesso di valutarne il potenziale impiego clinico. Due prostaglandine sono potenti broncodilatatori, 100 volte più potenti della isopropilnoradrenalina, un farmaco usato correntemente nella cura dello spasmo bronchiale. ngilsrptsnpaLspCavie umane Somministrate per aerosol in volontari umani le prostaglandine mantengono la loro attività broncodilatatrice senza effetti collaterali in particolare sul cuore. Negli ipertesi si ha caduta della pressione arteriosa sistolica e diastolica con aumento della frequenza cardiaca ed escrezione urinaria di sodio, potassio ed acqua. Altri effetti interessanti si hanno sulla riduzione degli acidi grassi liberi del plasma e sulla inibizione della aggregazione piastrinica. L'effetto più importante è tuttavia senza dubbio sui processi riproduttivi. Negli ultimi due anni il Dr. S.M. Karim della Università Makerere in Uganda ha dimostrato che le prostaglandine per via orale o per infusione endovenosa, alla dose di 0.005 mg per minuto, induco- no il parto entro 8-10 ore. Egualmente petenti sono gli effetti contraccettivo ed inducente l'aborto. E' facile prevedere che le prostaglandine potranno indurre rimozione dall'utero dei prodotti di un concepimento non desiderato con una singola dose orale e potranno d'altra parte indurre il parto in tempi precisi ed al momento desiderato. L'aborto medico con le prostaglandine diventa molto più facile e sicuro dell'aborto chirurgico e può essere indotto in qualsiasi momento durante la gravidanza. Nelle scimmie Rhesus l'aborto viene indotto da una singola somministrazione intravaginale di prostaglandine e il dr. Karim ha indotto l'aborto in molte centinaia di donne durante il primo e secondo trimestre di gravidanza senza effetti collaterali evidenti. Le prostaglandine sono dunque potenzialmente uno dei mezzi più sicuri ed efficaci nel controllo delle nascite su scala mondiale. La loro efficacia anche nei primissimi stadi della gravidanza tende inoltre a cancellare ogni distinzione tra contraccettivo e induttore di aborto. Una volta al mese Le prostaglandine inibiscono la gravidanza nel 100" o dei ratti e dei conigli in accoppiamento. Si calcola che nella donna la sommistrazione di prostaglandine per via intravaginale e anche una sola volta al mese o la applicazione intravaginale di un tampone con prostaglandine ogni volta che le mestruazioni sono ritardate, cioè non più di 4-5 volte all'anno, siano sufficienti ad impedire ogni gravidanza. L'azione delle prostaglandine è duplice: da una parte sono attive sulle ovaie impedendo la formazione del corpo luteo, dall'altra stimolano direttamente l'utero — come dimostrato in vitro dal dr. Berti — ed impediscono la fissazione dell'uovo fecondato ed il suo successivo sviluppo. Esse sono molto più sicure dei contraccettivi di sintesi perché sono rapidamente distrutte nel sangue e prive perciò di effetti collaterali su altri organi ed apparati. Inoltre il basso còsto e l'estrema facilità di uso le potranno rendere accessibili alle popolazioni di molti Paesi. Nonostante le molte difficoltà che ancora si frappongono allo studio del modo di azione di que¬ sti composti, è possibile perciò prevedere una larga diffusione clinica con risultati forse drammatici sul controllo della popolazione mondiale. Un nuovo capitolo è aperto alla discussione dei tecnici, dei medici, dei moralisti e — in particolare nel nostro Paese — dei legislatori. Rodolfo Paoletti Direttore Istituto di farmacologia c larmacognosia Università di Milano

Persone citate: Elias Corey, Rodolfo Paoletti, S.m. Karim, Samuelsson

Luoghi citati: Milano, Stoccolma