Il bianco si sveglia con la pelle negra

Il bianco si sveglia con la pelle negra LE PRIME SULLO SCHERMO Il bianco si sveglia con la pelle negra L'uomo caffellatte: apologo sulla condizione razziale - Jane Egre nel castello dei Rochester: riduzione melodrammatica dal romanzo della Bronte - Il tuo dolce corpo da uccìdere: giallo (Doria) - Un apologo vivace, ma monocorde e un po' tirato, sulle conseguenze del colore della pelle in America. L'uomo caffellatte è Jeff, tipico americano medio con moglie e due bambini, impiegato in una società d'assicurazioni, partecipante, sia pure giovialmente, i pregiudizi razziali della cittadina del Sud in cui risiede. Ha la mania dello sport, il culto della ginnastica da camera. In tutto è eccessivo, mattacchione, rompiscatole. Che è, che non è, una mattina si ritrova con la pelle nera. Ne accagiona l'abuso della lampada solare, prova ogni maniera di decoloranti, s'inonda di latte dentro e fuori, ma tutto e mutile: il 1colore (forse rifiorito su dal,suo albero genealogico: tale ' il parere di un medico) resta quello. Le ripercussioni in fa- miglia, con moglie e bombi- !7ii. sono amene, mori ai casa. itra i concittadini e i colleghi jche lo avevano per bianco, molto meno Jeff, piombato a filo di pa- radosso nella negntude, prò- va a sue spese tamaro ael-l altra condizione, quella che egli stesso aveva tenuto a Vile Lù moohp fri fnnnttn i virivi ni? ri p,,^L ;^'r^uiK-uii yn lueuuno a caro prezzo l'alloggio purché se ne vada, ufficio e scombussola- io dalla sua presenza. Seb-bene la satira resti a fior di pelle, condizionata com'è dalla ricetta d'una commedia quasi farsesca, qualche unghiata va a segno, come si vede nell'avventura di Jeff con una collega d'ufficio, una tedesca ninfomane che è antirazzista bensì, ma soltanto in funzione del sesso. Inoltre il regista Melvin Van Peebles ha avuto talvolta la mano pesante specie nelle notazioni erotiche non tutte necessarie, come anche ha concesso troppa briglia al protagonista Godfrey Cambridge che buffoneggia sopra le righe d'un contesto che vorrebbe farsi sempre più in temone 'dolVrosZ'Viaìclìé7-,,^™,, o,,«^7i«^« .™ì «^-.««"0"™ «t/ret^e. cosi finisce l apologo, senza più sofisticare intorno allo scuro e il ine-'!n rfiVZ™ nlnL f "i""1nJL^Zn9?0; iraen??Vemotivi d orgoglio, la condizio-ne aei negro. La moglie, chec U personaggio più vero. ca-rica corri e a una ben giusti-ficata stanchezza (la stessa,iri fondo che prova lo spet-tutore) è ottimamente inter-pretata da Estelle Pearson. 1. p. (Nazionale) - Il cinema in-protagonista del romanzo cheCharlotte Bronte scrisse nel1847 con lo pseudonimo diCurrer Bell. Il titolo itulia-giese ha avuto il compito di ridare veste cinematografica alla vicenda di Jane Eyre no è stato allungato rispetto all'originale e suona Jane Egre nel castello dei Rochester. Il film, aiutato da una splendida fotografia, rievoca con dignitosa esattezza il testo letterario, illustrando romanticamente i principali episodi della vita di Jane. Uscita dall'orfanotrofio dove ha trascorso l'amara fanciullezza, la protagonista è accolta come governante d'una bambina nel maniero abita . to da sir Edward Rochester, ; uomo tormentato da un ì dramma segreto. Sua moglie, | pazza, è tenuta nascosta insun appartamento inaccessi- , bile (in una precedente ver- i sione hollywoodiana, il tito-1 10 era ,, l3 porta proibita »). , sconvolta dall'angosciosa '' riveiazione - lra Sir Edward e Jane era nat0 un amore lvnproporrà il matrimonio. Ma preludio di nozze — l'istitu- ! trice lugge ed è raccolta nei- la landa da un pastore an- u ch sua v0]t ie ' il destino vorrà ch'ella spo- I s[ Edward, rimasto vedovo, T1 romanticismo del libro è diluito dalla sceneggiatura . di Jack Pulman in pagine sostanzialmente melodram- i *- ti ,- ,» matlche' nelle quah l'almo-. sfera ottocentesca riesce con falica a mascherare gii ani- hci d-una storia d'altri ,em. 1 pi, Né la regia di Deibert j nen' 11 Pastore * * (Metropoli — Non sopporando le impennate affaristihe d'una moglie troppo eficiente, il diplomatico Clive ha la sinistra idea di farla uccidere da un sicario, ma questi, non essendo assassino di professione, - e anche perché la signora non gli di- Mann riesce a vivificare del i utto personaggi la cui so- | tanza letteraria soverchia ;a dimensione umana. Tutta- ! ia qualche genuina vibrazio-, ne di Susannah York (Jane) —dimostra come Hi brava at- | rice abbia intensamente senito la rjartp anche se ella I ulu in peate-, ducile se end più adatta a ruoli moderni. George G. Scott è un sir Edward « recitato » con tearale impegno, ed anche più esteriori appaiono gli altri, da Jack Hawkins a Ian Ban- corpo da uccidere; ma il film spiace si "riarda bene dal condurre a termine l'incarico. E' lo spunto del « thriller » Il tuo dolce taio-spagnolo o sviluppa piuttosto malde- straniente, senza inventiva facendo risultare assurdo quel che doveva essere soprattutto paradossale. Regìa (A scia) e interpreti (G. ». — — . . ^ ^, . , . son, F. Prevost. E. Fajardo) non contribuiscono a salvare Bre- Ardis- lo sbilenco intrigo, che si per- de nell'inverosimiglianza. Sco- pe a colori.

Luoghi citati: America, Rochester