La colata principale ha ripreso ad avanzare e si trova a duecento metri dall'acquedotto

La colata principale ha ripreso ad avanzare e si trova a duecento metri dall'acquedotto Sempre più pericoloso il magma dell'Etna, già a quota 550 La colata principale ha ripreso ad avanzare e si trova a duecento metri dall'acquedotto Minacciate le condutture che riforniscono il comune di Sant'Alfio ed oltre mille ettari di agrumeti - Centinaia di turisti a caccia di emozioni devastano vigne e frutteti risparmiati dalla lava tDal nostro corrispondenteI Catania, 31 maggio. Stamane, all'alba, è ripresa con violenza l'attività eruttiva dell'Etna. Il fenomeno ime- i ressa le bocche a quota 1850 \ che, negli ultimi giorni, avevano rallentato l'espulsione eli magma. Di conseguenza, s'è | di nuovo fatta pericolosa la colata principale che procede verso Sud ed è incanalata nel profondo alveo del torrente Cavagrande. Invece, i due bracci staccatisi dal torrente Cubania, uno a destra e l'altro a sinistra, che ieri erano i più veloci, si sorto quasi arrestati. La colata principale, nel Cavagrande, superata la stretta gola che per un giorno ne aveva fermato il cammino, è scesa fino a quota 550, a circa duecento metri dalle condutture dell'acquedotto Garaffo-Scilio, che alimenta comuni popolosi e vasti agrumeti. Le condutture che partono dalle sorgenti Pavone sembrano ormai destinate alla distruzione: è qui che si concentrano gli sforzi di tecnici ed operai. Attorno agli impianti, nel letto del Cavagrande, sono state costruite massicce protezioni di calcestruzzo e di amianto alte cinque metri. L'unica speranza è che resistano al poderoso impatto della lava che « corre » nell'alveo del torrente. Se, invece, il calore del magma riuscirà a fondere le tubature, Sant'Alfio e i comuni vicini resteranno senz'acqua potabile mentre oltre mille ettari di giardini coltivati ad agrumi subiranno ingenti danni. Tuttavia, le autorità di Sant'Alfio hanno riferito che anche se dovesse verificarsi questa malaugurata ipotesi, gli abitanti non resteranno senz'acqua: infatti sono già all'erta decine di autocisterne. Intanto, la vita nei centri agricoli di Sant'Alfio e di Fornazzo continua apparentemente tranquilla. Sembra quasi che la lava — che crea tante preoccupazioni più in basso, a Macchia di Giarre e a Giarre stessa — lasci j | indifferenti gli abitanti. Nella tragedia che sta colpendo i comuni di questa zona etnea s'è inserita una si-] gnificativa nota di costume. Centinaia di turisti e curiosi | continuano ad affluire nei posti interessati all'eruzione (si calcola che dalle bocche del vulcano escano quattro milioni di metri cubi di lava ogni giorno) superando con facilità i vari posti di blocco. Questa massa vociante e disordinata ha arrecato notevoli danni ai vigneti e ai frutteti risparmiati dalla lava. C'è stato anche un incidente: un ragazzo undicenne, Mario D'Antoni, di Catania, è stato trasportato in gravi condizioni all'ospedale di Giarre dopo la sua caduta da un ponte alto otto metri sul quale s'era recato per assistere allo spettacolo della colata, s. 1. p. la Reatina, un paese distante pochi chilometri da Rieti. Agostino Colarieti, un ragioniere di 24 anni, lavorava in banca, ma un giorno venne licenziato in tronco: i superiori avevano accertato che l'impiegato si era impossessato in più riprese di 1.430.000 lire. Sconvolto dal licenziamen¬ to, incapace di rivelare alla moglie quello che gli era capitato, il Colarieti dapprima pensò di togliersi la vita; poi decise di uccidere anche la moglie e i figli. La prima a cadere sotto i colpi di coltello del folle fu Maria Grazia; poi l'impiegato sgozzò i bambini. Durante l'istruttoria, l'omi¬ cida fu sottoposto a due perizie psichiatriche; entrambe le volte fu giudicato incapace di intendere e di volere al momento del triplice omicidio. Ma il giudice istruttore di Rieti lo rinviò egualmente al giudizio della corte d'assise, non condividendo il parere espresso dai periti. Gli attribuì non soltanto il tripli¬ ce omicidio, ma anche il peculato. Mentre per l'uccisione dei congiunti, per il pubblico ministero, il Colarieti non sarebbe punibile, per la sottrazione dei denari l'imputato dovrebbe essere condannato a tre anni di reclusione, dato che al momento dei furti non era ancora diventato pazzo. Catania. Una donna, con il figlio in braccio, abbandona la casa di Fornazzo che sta per essere raggiunta dalla lava (Ap)

Persone citate: Macchia, Maria Grazia, Mario D'antoni