Riforme, elezioni e anarco-fascismo di Alberto Ronchey

Riforme, elezioni e anarco-fascismo Riforme, elezioni e anarco-fascismo « Quando furono introclot-1 lote le bottiglie di latte con vetappi di colori diversi, gli uc- j a celli d'ogni zona si specializ-1 suzarono nel beccare l'uno o | pusevano! es| vil'altro colore, probabilmente quello del tappo aperto la prima volta dal pioniere d'ogni zona, ignorando le bottiglie con tappi di colo¬ ri differenti sulla stessa so-1 trglia ». La famosa economista Joan Robinson di Cambridge ha utilizzato questo dato, raccolto dai suoi colléghi naturalisti, per analizzare certi aspetti dei comportamenti umani. Il caso presenta qualche analogia con il costume elettorale italiano. Da un'elezione all'altra, i risultati del voto cambiano in percentuali'minime rispetto agli altri paesi. Si vota per riflesso condizionato. In alcune regioni le schede si dividono esattamente come gli tidisutechtoe leusetoè gvraiscritti ai partiti; non si dà 1 dun voto fluttuante, né un riesame della prima scelta. Ma la regola della scelta rissa subisce talvolta eccezioni, soprattutto nel Sud, la terra dei vulcani. Dal Mezzogiorno era già partita l'onda di protesta che dopo le elezioni del 1874 aveva travolto la Destra storica; dal Sud, in tempi più recenti, presero le mosse il qualunquismo del '46-'47 e l'estremismo di Destra nelle amministrative del '51-'52. Il Sud è la « scatola delle sorprese ». E il 13 giugno la gran parte degli elettori chiamati a votare sarà meridionale, dalla Sicilia a Bari e da Poggia a Roma, che è la megalopoli del Sud poiché da mezzo secolo assorbe le maree della disoccupazione meridionale (ogni anno entra a Roma una città media come Matera o Enna o Campobasso). Da venticinque anni, la natura delle sorprese che il Sud ci riserba consiste in grandi e irregolari spostamenti di voti tra Centro e Destra o viceversa, piccoli e regolari spostamenti di voti verso Sinistra. E' impossibile sapere che accadrà questa volta, quale forma assumerà l'interpretazione meridionale della tendenza a contestare ogni autorità: il governo, il prete, il partito. I comizi non offrono indicazioni; anzi, per chi è abituato a trarre il massimo piacere dalla percezione degli argomenti logici, sono una vera e propria sofferenza. Non sappiamo come si manifesterà quell'invisibile o spesso inconscio super-partito che è il fenomeno « anarco-fascista », in cui ciascuno coltiva almeno un po' di fascismo verso gli altri (s'invoca sempre il « pugno di ferro » contro il disordine altrui) riservando a se stesso il diritto a un po' di confuso anarchismo. si aosngfutiemnLscggcvclpavcLa cronaca recente è f at-1 ta da sismi politici improvvisi e di varia intensità: Avola, Battipaglia, Caserta, Reggio Calabria, L'Aquila. Le condizioni oggettive non sono favorevoli: la schiacciante crisi finanziaria dei Comuni, il ritardo nell'industrializzazione del Sud e i sintomi di recessione economica, la vicenda dell'Antimafia e infine il tortuoso itinerario delle riforme in discussione a Roma tra massimalismo del linguaggio e macchinosa modestia dei progetti tecnici. Ancora una volta s'è giunti a votare una legge sull'espropriazione dei terreni alla vigilia d'una prova elettorale: questo ha trasformato ogni articolo di legge in comizio, strumentalizzando iogni parola per suscitare ti- mori o accendere illusioni. |Certo la legge sulla casa e sull'espropriazione delle aree fabbricabili doveva esser fatta. Ma 74 articoli di legge erano troppi per essere invulnerabili alle obbiezioni tecniche anche fondate e al gioco degli emendamenti. Vivendo fra troppe leggi (sembra che siano ormai 200 mila) si continuano a far leggi con troppi articoli. Era giusto sancire il « diri t'o di superficie», ossia la proprietà pubblica e l'uso privato delle aree fabbricabili; molti cittadini di Londra o di Amsterdam, com'è stato detto più volte, abitano case costruite su terreni in concessione per 99 anni . non sono in ansia per ciò che avverrà dopo un seco- o. Ma da noi molti si spa- ventano perché non siamo a Londra o ad Amsterdam: jsulla Dase della proprietà !pubblica dei terreni e del semplice diritto d'uso privato, chissà quali cavilli le nostre burocrazie possono escogitare per complicare la vita d'ognuno, e chissà quali traffici e arbìtri può consen- tire per esempio il diritto di prelazione del Comune sulle case in vendita. Il potere pubblico è temuto anche quando si presenta sotto l'aspetto più ragionevole e innocente: se è possibile un'opera di persuasione, una campagna elettorale non sembra il momento più adatto per iniziarla. Dunque la legge sulla casa è passata allo « scrutinio segreto » della Camera con 70 voti contrari della maggioranza e grazie all'astensione dei comunisti, dopo tanti di- scorsi sulla distinzione tra i deputati governativi e gli altri. Chi doveva sollevare obbiezioni s'è limitato a respingere in blocco la legge nel segreto del voto, aggiungendo un elemento di confusione politica agli altri dati diffìcili dell'atmosfera preelettorale. E qui si deve ricordare mini munii miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin che in molti Parlamenti del mondo lo scrutinio segreto | non esiste; anzi, i senatori di Washington, quei purita- ni bruciatori di streghe, usano presentare agli elettori la lista delle leggi e degli emendamenti sui quali hanno votato a favore o contro, ossia la loro « biografia legislativa » come massima garanzia d'identificazione al di là delle cose che si dicono nei comizi. Che cosa verrà spiegato ora nei comizi elettorali? Non sappiamo che accadrà al Senato dei 74 articoli di legge sulla casa, così come non sappiamo che accadrà alla Camera dei 110 ar"icoli di legge sulla riforma universitaria già approvati dal Senato. Dopo mesi e anni di controversie, più che leggi di riforma abbiamo argomenti di polemica, da sottoporre all'applauso generico per ciò che viene qualificato progressista 0 al biasimo generico per ciò che è soggetto a fobìe e pregiudizi. Fra tante mezze verità, si vorrebbe almeno che le amministrative non provocassero un'altra crisi governativa d'estate, la quarta in quattro anni. Alberto Ronchey

Persone citate: Avola, Destra, Joan Robinson