Gli antenati sulle stelle di Stefano Reggiani

Gli antenati sulle stelle Gli antenati sulle stelle Un gustoso esempio di fantascienza applicata al passato j j La fantascienza che si | esercita sul passato è certo Jean Sendy: « Gli dei venuti dalle stelle », Ed. Dellavalle, pag. 210, L. 300'). piisp« ! i"a più suggestiva- non "oro-1 2 itiL L Si7 f^I^ i Icede per arbitrio, forzando i r I fenomeni conosciuti, ma può ; credere di applicare un nuo Vo metodo di ricerca; non j anticipa esiti probabili, ma : specula, alle nostre spalle, ( fatti già accaduti, dalle ra j diCi profonde. Attratti dalla j origine del mondo e della j vita i « fantastudiosi » si j chiedono: perché non tenta j re nuove ipotesi, con le armi dontdcssdt1 del paradosso e dell'incredi- s. o n s i e i n bile? E poi: vi sono fatti incredibili in una materia così lontana dai domini dell'opinione comune? Gli appetiti un poco grossolani dei primi lettori di science fiction si sono raffinati, seguendo il filo di una logica inquietante: nascono da questa, evoluzione gli interessi recenti per il magico e l'alchimistico, per gli arca- drppueTsblti del passato, per l'esote e I rico. Tutto si può leggere co -1 me testimonianza di un mon o i do diverso da quello lascia -1 toci dalla tradizione. Anche - ! la Bibbia, naturalmente. Jean e I Sendy non è il primo a dirlo, ' , ! ma la sua fanta-esegesi è con- - j dotta con tenacia e puntiglio i i ! analitico. Siamo al punto di ; l J congiunzione tra le vecchie j i cosmogonie favolose (Deuca- -1 lione e Pirra) e le nuove, che i I hanno capito Einstein e so- - no addottrinate in principi - j tecnologici. Gli dèi venuti dalle stelle, pubblicato un paio d'anni fa in Francia ed ora tradotto in italiano, è dunque, in senso diretto, una piccola bibbia per il cultore dei regni del «non terrestre» (un settore 2U2?t0,J',?«rì al-tri autTorii.in Italia, dal Kolosimo). La sto- ria della Terra — dice Sendy fece i primi passi, uscen- catntfipvgtdo dai nembi galattici, per ; sopera di una civiltà « umana » superiore, giunta da altri pianeti. Gli dèi tElohim) di cui parla la Bibbia sono cosmonauti arrivati dallo spazio col proposito, nato da sovrabbondanza di scienza e da inquietudine dei sentimenti, di ricreare su un pianeta c solido le condizioni di vita delia patria d'origine Questi dèi dovevano essere persone coltissime, ma un poco bizzose e introverse. Non è facile durare e moltiplicarsi su un'astronave, in un viaggio di secoli: se ne esce scombussolati. Certo si domandavano: servirà a qualcosa il nostro viaggio? la Terra diventerà abitabile? Misero l'astronave in parcheggio attorno a Marte e si servirono della Luna come base d'appoggio. La prima fatica tecnologica fu di scio¬ gliere le nubi in pioggia e di I riportare la luce sul pianeta, ' « Ristabilito il regime delle piogge, scoprirono un bipe i de sorto dal suolo, un indi ; viduo al quale era possibile j "infondere un'anima" ». I co-1 Ionizzatoli spaziali sottopo-1 i sero la specie umana a una evoluzione controllata, intervenendo opportunamente sui cromosomi. Avevano trovato gli eredi, i continuatori della loro opera. Con un primo manipolo di bipedi, addetti ai lavori servili, gli « dèi » si stabilirono in una piccola zona a microclima eccezionale, un eden piantato come avamposto di bonifica. I coloni ubbidivano al loro comandante e gli uomini veneravano gli uni e l'altro come depositari di una | sapienza capace di trasformare il mondo. Il lettore paziente potrà fare riscontro sul testo biblico dei brani che Sendy interpreta scorrevolmente alla luce della sua ipotesi. Le metafore diventano per lui chiare trasposizioni di una «verità scientifica». Le prove di questa cosmogonia astronautica? Dice Sendy: sono sulla Luna; l'esplo- raziorìe'def satellite' porterà I ; ana scoperta di qualche anti- ; \ co manufatto, di qualche og- 1 i getto, segno del passaggio de Sii « dèi ». Altrimenti biso- j ' snera interpretare la Bibbia ; come un libro di antrapaao-1 i ne: quello che non e acca\dutQ in passato potra acca. j dere in futuro, con la possi bilità di viaggi spaziali di se colare durata. Facciamo questo piccolo giuoco. Ammettiamo: Sendy ha ragione, la civiltà umana i è. di rimbalzo, noi stes 1 si ci apprestiamo ( divenuta \^ Terra ^1^^, a porta- re in altri pianeti le nostre | conquiste. Quali speranze avrebbe questa « verità » di turbare realmente gli uomini? Poche. Tra l'indifferenza totale e la credulità di superficie c'è forse posto appena per la fantascienza, che diventa nei suoi limiti ambigui segno efficace del nostro tempo. (Restano fuori del quadro le angosce del metafi- ; sico autentico, il quale non s'appaga delle verità semplici, ancorché astronautiche). Stefano Reggiani

Persone citate: Dellavalle, Einstein, Jean Sendy, Kolosimo, Pirra

Luoghi citati: Francia, Italia