Gli Stati Uniti e la svolta del secolo

Gli Stati Uniti e la svolta del secolo Speranza e diffidenza per il "vertice,, anglo-francese Gli Stati Uniti e la svolta del secolo Così è valutata in America l'eventuale adesione inglese al Mercato comune europeo - « Questo gigante di 225 milioni di abitanti — scrive il "Wall Street Journal" — è destinato a svolgere un ruolo dominante nell'economia e nella finanza internazionali » (Dal nostro corrispondente) New York, 20 maggio. « La settimana più importante della storia del Mec », come la chiamano i giornali americani, coincide qui con « la settimana nuzionalc dei commerci ». Alla luce del possibile ingresso dell'Inghilterra nella Comunità, e del deficit della bilancia dei pagamenti Usa. si ripropone quindi il tema dei rapporti tra le due massime potenze commerciali del mondo, e col Giappone. Occorre dire subito che Washington vede il «rapprochement» anglo - francese con sentimenti contrastanti: speranza e diffidenza insieme. « Se si farà la nuova Europa » si -chiede il New York Times « sarà anche nel nostro interesse? ». « La settimana nazionale dei commerci » è stata indetta dal presidente Nixon per fornire un impulso alle esportazioni. L'attivo della bilancia commerciale minaccia, infatti, d'essere esiguo quest'unno. Nel primo trimestre è slato di 21)0 milioni di dalla ri, il che equivale a meno di 1 miliardo e 200 milioni di dollari per la fine del '71. Nel '67, un « unno buono » lo definiscono alla Casa Bianca, l'avanzo fu di 4 miliardi 700 milioni di dollari. Ma da allora è rimasto sotto i 2 miliardi, fatta eccezione per il 1970. Secondo il New York Times, Nixon si prepara ad agevolare le esportazioni con incentivi fiscali e con una modifica delle leggi anti-trust. Egli proporrà anche un aumento degli investimenti nella ricerca pura e applicata, per contenere l'accresciuta competitività dei prodotti tecnologici giapponesi, tedeschi e inglesi (fino al '67, gli Usa controllavano praticamente il mercato mondiale). Il provvedimento più gì ave-per l'Europa sarebbe tuttavia la limitazione delle importazioni di tessili e delle calzature. Gli Stati Uniti adotterebbero però una politica ben più dura se il Mec, dopo l'adesione inglese, o in vista di essa, accentuasse quella che qui è considerata la sua caratteristica di « blocco chiuso ». Sui colloqui in corso a Parigi tra Pompidou e Heath la Casa Bianca non fa naturalmente commenti, e i giornali, in attesa del comunicato, parla no solo di (i ora decisiva ». Ma la « tempesta monetaria » dei giorni passati ha accentuato il timore che Parigi voglia formare un « fronte antidollaro », quindi antiamericano. Nel 1970. la bilancia commerciale Usa (soprattutto quella agricola) con il Mec ha registralo un ingente attivo. Però l'ingresso dell'Inghilterra nella Comunità europea comporterebbe la perdita di circa 300 milioni di dollari di esportazioni, tabacco in testa. Un rapporto del ministero dell'Agricoltura afferma che esso « costituirebbe per i nostri coltivatori la svolla del secolo ». Le previsioni dell'indwtria non sono più rassicuranti, a parte quella automobilistica. A lunga scadenza, ammonisce il Wall Street Journal, in un'inchiesta sugli effetti dell'integrazione europea sull'America, « lo svantaggio potrebbe essere grave ». « Questo gigante di 255 milioni di abitanti — esso scrive — con una produzione d'acciaio superiore alla nostra, monete e riserve più solide, è destinato a svolgere un ruolo dominante nell'economia e nella finanza internazionale ». E aggiunge: « Non dimentichiamo che 18 Stati africani sono già legati a esso da preferenze, e altri 20 lo saranno presto ». Il Wall Street Journal paventa 'Specialmente l'adozione di misure contro i movimenti di capitali « caldi », per il controllo del mercato degli eurodollari e per l'abolizione dei « paradisi fiscali » tipo Lussemburgo e isole della Manica: nonché la « discriminazione commerciale » nelle aree del Mediterraneo, dell'Africa, del Commonwealth dove il Mec si sta « infiltrando ». Il consiglio dell'autorevole quotidiano è che gli Stati Uniti aprano un « dialogo comprensivo » non appena il problema dell'adesione britannica sarà chiarito. L'opinione della Casa Bianca è simile. Nel suo recente incontro con il presidente della commissione esecutiva di Bruxelles. Malfatti. Nixon ha ribadito la volontà di collaborare. Egli considera enormi i vantaggi politici dell'integrazione europea (al punto da auspicare accordi anche sulla difesa sotto la guida franco-inglese). E' convinto altresì che Mec e Usa possano produrre e commerciare insieme con beneficio reciproco, e confida che una moneta europea sia di saldo appoggio al dollaro. Per questo si oppone al protezionismo, e segue una tattica temporeggiatrice. Se sarà ancora in carica, nel '73 proporrà un nuovo « round » commerciale e monetario. Ennio Cavetto 11 ministro del Commercio Usa, Maurice Stans (Tel.)

Persone citate: Ennio Cavetto, Malfatti, Maurice Stans, Nixon, Pompidou