Anche le entrate fiscali denunciano recessione

Anche le entrate fiscali denunciano recessione Il gettito inferiore al previsto Anche le entrate fiscali denunciano recessione Preti afferma: «Ogni categoria deve essere posta di fronte alle proprie responsabilità e operare in funzione della ripresa economica, in un clima di minor tensione sociale » ( Nostro servizio particolare ) Roma, 20 maggio. A tutto aprile, l'erario statale ha registrato un gettito complessivo per entrate tributarie di 3474 miliardi, con un aumento di 42!) miliardi rispetto al 1970; nei confronti delle previsioni per il primo quadrimestre si è rimasti sotto di 502 miliardi. Il ministro delle Finanze, Preti, parlando oggi a Messina, ha espresso la sua delusione per questo risultato che costituisce un sia pur lieve peggioramento rispetto al con. suntivo dei primi tre mesi. « Dopo questi dati — ha aggiunto — peccheremmo di eccessivo ottimismo, se pensassimo die a fine anno le entrate potranno pareggiare le previsioni. Possiamo sperare in un miglioramento, ma ormai la differenza è troppo grande per essere colmata. Il 1970 fu il primo anno in cui le entrale dello Stato italiano risultarono inferiori alle previsioni. C'è da temere che nel 11)71 la differenza fra entrate e previsioni sia maggiore ». « Lo scarso gettito tributario di questo anno — ha aggiunto — va messo in relazione alla depressione economica. Molte aziende industriali sono in crisi, i traffici non aumentano con il ritmo di prima, parecchi consumi, tra i quali quello della benzina, aumentano poco. Il consumo dei tabacchi è addirittura stazionario ». Preti ha poi affermato che in queste condizioni non sembrano auspicabili ulteriori misure di alleggerimento fiscale, che vengono richieste da varie parti. Occorre infatti impedire che il deficit di bilancio aumenti in maniera eccessiva: « I non buoni risultati del settore fiscale inducono a sottolineare l'esigenza di uscire dalla congiuntura economica non favorevole nella quale ci troviamo. Varie sono le cause, ma è innegabile die la causa prima è costituita dalla sfiducia che si è diffusa tra i piccoli e medi imprenditori economici circa l'avvenire delle aziende. « Se vogliamo modificare questa situazione, dobbiamo porre tutte le categorie, dagli imprenditori ai lavoratori dipendenti, di fronte alle loro responsabilità. Ciascuno deve operare in funzione della ripresa economica — ha concluso Preti — in un clima di minore tensione sociule. La produttività deve crescere, gli investimenti devono riprendere slancio, le presenze sul lavoro devono aumentare. Va accantonato lo slogan della conflittualità permanente, che non ha certamente giovato ai lavoratori. D'altro lato i datori di lavoro devono rendersi conto che i lavoratori dipendenti non possono in alcun modo rinunciare alle conquiste realizzate. Il mondo va avanti e non indietro». ar. ba.

Persone citate: Preti

Luoghi citati: Messina, Roma