È un ex prigioniero in Russia l'uomo smemorato di Casale?

È un ex prigioniero in Russia l'uomo smemorato di Casale? Venne trovato dieci anni fa in un fienile È un ex prigioniero in Russia l'uomo smemorato di Casale? (Dal nostro corrispondente) i Casale, 20 maggio. Lo smemorato di Casale, ' dopo aver trascorso dieci anni senza un nome, è ora i conteso da tre famiglie. L'uo- 1 mo venne trovato nel novembre del 1961 in un fienile di Casale Popolo. A causa della temperatura molto rigida, s'era buscata una grave forma di polmonite, e venne ricoverato per tre mesi all'ospedale civile. Privo della parola, oltre che della memoria, non aveva alcun documento che permettesse di stabilirne l'identità. Il poveretto indossava una maglia sulla quale era scritto: « Paolo Muti )), e cosi venne provvisoriamente chiamato. Dimesso dal nosocomio, fu trasferito nella locale casa di riposo, dove si trova tuttora. Sul capo ha una vistosa cicatrice, dovuta ad un grave trauma cranico, probabile causa del mutismo e della perdita delle facoltà mnemoniche, La pubblicazione sui gior- nali della sua vicenda ha fatto giungere a Casale la contadina Angela Barbieri vedova Scalvi, residente a Vero- na, e la figlia Vincenza, do- miciliata a Milano in viale i Monza 129. Poste di fronte allo sconosciuto, le due donne hanno ritenuto di riconoscere un loro congiunto, i il contadino Paolo Scalvi, na- i to 49 anni orsono a Borgo San Giovanni, in provincia ì di Brescia, dichiarato disperso in Russia nel dicembre: 1942. Lo Scalvi aveva una ' cicatrice su un braccio ed una piccola anomalia in en- ] trambi i piedi; gli stessi se-1 gni caratteristici sono stati riscontrati sullo smemorato. Anche altri parenti ed amici della Scalvi, venuti nel frattempo a Casale, convalidano l'affermazione delle due donne. Queste sono tornale più volte nella nostra città portando dolci e abiti allo smemorato il quale di fronte ad una fotografia del padre di Angela Scalvi deceduto anni or sono ha balbettato con molta fatica la parola « buba ». che nel dialetto del paesello bresciano significa papà. A complicare la intricata vicenda e renderla simile a quella famosa dello « smemorato di Collegno » è -venuto a Casale negli scorsi giorni un sacerdote, don An- gelo Fanton. rettore di un reparto del Cottolengo di 1 orino, il quale crede di riconoscere nello sconosciuto il sessantenne Paolo Ciro Feregotto, originario della provincia di Udine, fuggito dall'ospizio torinese nel novembre del 1961, senza più dare notizie di sé. Don Fanton ha spiegato che al Cottolengo si usa scrivere sulle maglie dei ricoverati la parola « muli » quando si tratta di persone prive della favella, e « ciechi » quando si tratta di individui senza la vista. Ora, tramite la questura di Imperia che aveva richiesto giorni orsono la fotografia dello smemorato, due anziani coniugi di Arma di Taggia hanno fatto sapere di ritenere che lo sconosciuto di Casale possa essere un loro figlio allontanatosi da casa circa dieci anni orsono, e del quale non hanno più avuto notizie. E' quindi un terzo capitolo che si apre sulla romanzesca e pietosa vicenda, che ha per protagonista un poveretto che da anni vive nel la casa di riposo di Casale, senza avere un nome. m. v.

Persone citate: Angela Barbieri, Angela Scalvi, Fanton, Paolo Ciro Feregotto, Paolo Scalvi, Scalvi