Gli hippies stranieri in carcere a Roma fanno da 4 giorni lo sciopero della fame

Gli hippies stranieri in carcere a Roma fanno da 4 giorni lo sciopero della fame Rinchiusi a Rebibbia per aver violato la legge sulle droghe Gli hippies stranieri in carcere a Roma fanno da 4 giorni lo sciopero della fame I trentatré giovani, tra i li) e i 30 anni, chiedono di poter parlare con una commissione di magistrati, parlamentari e giornalisti - Per far passare il tempo suonano la chitarra e scrivono molte lettere - Il ministero della Giustizia spende ogni giorno 40 mila lire per i traduttori che controllano la loro corrispondenza « è un paradiso rispetto al- l'inferno di Regina Codi ». Chiedono innanzitutto che la legge distingua tra consuma tori e trafficanti di droga e che venga ridotta la pena per chi ne faccia uso « a scopo medicinale » Rebibbia, che, secondo loro, , Poi che venga abolito il mandato di cattura ora obbligatorio, che sia ridotta la carcerazione preventiva e concessa la libertà provvisoria a chi sia imputato di aver detenuto droga per uso personale. « Poiché siamo stati rin- chiusi in prigione per aver commesso un'azione che nei nostri paesi viene punita al \ massimo con una multa di j lieve entità, hanno aggiunto 1 na7 "canadese diana). riteniamo che non ci possa esser negato il diritto di conferire con una commissione di magistrati, parlamentari e j giornalisti ». Si astengono attualmente dal cibo e da ogni forma di svago previsto dal regolamento (pallacanestro, pallavolo, televisione, passeggiate nei giardini) 33 detenuti di 10 nazionalità. (Tedesc. , statunitense, belga, austriaca, poioghese, britannica, brasiliasomala, in- Dodici di loro sono stati condannati a na media di due anni di carcere ciascuno e sono ricorsi in appello; 21 sono in attesa di giudizio da circa sei mesi. I più giovani i hanno ]9 annii ; pjU anziani ! 30 secondo il direttore, pro1 vengono quasi tutti da fami- 1 glie agiate. Sono stati arrej stati al Pincio, in Piazza Na1 vona o sulle gradinate di Trii nita dei Monti, perché sor ' presi a fumare sigarette di I marijuana o perché in pos I sesso di hascisc. Erano a Ro-iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiii 11111 ii 111j11111 -1 (Dalla redazione romana) ì Roma, 20 maggio. \ I giovani stranieri detenuti nella sezione giudiziaria del carcere maschile di Rebib- bia, per aver violato l'art. 6 ! della legge sugli stupefacenti, j intendono proseguire lo scio- pero della fame iniziato lune- [di. Due di loro, a nome dei ' propri compagni l'hanno di-1 chiarato al direttore. Viscosi, | spiegando di aver fiducia che « la petizione inviata all'au- j torilà penitenziaria non ri manga senza risposta ». I « de legati », un brasiliano e imo svizzero ( i soli che conosca- I no correntemente la lingua I italiana), hanno ribadito al direttore del carcere il prò-j prio pensiero sull'« ambigui- \ tà » e sulla « non costituzìo- 1 11111H111 11 11111 II 11 li 111111 II 11 II I i 11 li 111M1111111111 II 11 nalità» dell'art. 6 della legge 1041 dell'ottobre 1954, la quale prevede, tra l'altro, la reclusione da tre a otto anni per chiunque «senza autoriz- zazione. acquisti, venda, ce- da, esporti, importi, passi in transito, procuri ad altri, im- pieghi o comunque detenga sostanze o preparali indica ti nell'elenco degli stupefa centi ». La giurisprudenza ha stabi liU) cne Questa norma^ punì sce non soltanto i trafficanti, ma anche i consumatori di droga ed è praticamente con- tro quest'interpretazione che si orienta la protesta dei gio- vani stranieri detenuti. Essi hanno premesso che la ma- nifestazione non è dovuta al- l'organizzazione carceraria di , ma in qualità di turisti. Hanno in comune le abitu- , i 0 - i i dini dei « Figli del Sole » e anche in prigione mantengono l'aspetto esteriore degli hippies: hanno ottenuto il permesso di suonare la chitarra; portano i capelli lunghi, e indossano blue jeans con magliette decorate e fazzoletti rossi al collo. Alcuni, sebbene al quarto piano del carcere ci siano celle singole con letti ribaltabili, preferiscono stare sdraiali sul pavimento. Un indiano ha detto che trascorrere la notte in questo modo fa bene perché gli ricorda il soggiorno trascorso nell'isola di Wight in occasione del recente raduno hippy. Secondo un tedesco (trent'anni, disoccupato) rimesso in libertà ieri sera, ciascun detenuto ha in dotazione una radio e può ascoltarla ininterrottamente per 14 ore al giorno. Tutti, poi, sono grafomani: non scrivono meno di un paio di lettere al giorno. Si calcola che il ministero di Grazia e Giustizia sia costretto a destinare quotidianamente circa 40 mila lire per retribuire un gruppo di traduttori, per il controllo della loro corrispondenza, previsto dal regolamento carcerario.

Persone citate: Pincio, Regina Codi, Wight

Luoghi citati: Roma