Fiat e Deere: accordoper una impresa comune

Fiat e Deere: accordoper una impresa comune Firmato ieri dai presidenti delle due Società Fiat e Deere: accordoper una impresa comune Avrà la proprietà e la gestione di nove stabilimenti nel Mec (quattro Fiat, cinque dell'azienda americana) che producono macchine agricole e per movimento terra - L'iniziativa (subordinata all'approvazione delle autorità competenti) potrà essere estesa ad altri Paesi - Interessati ventimila lavoratori La Fiat e l'americana John Deere hanno deciso di costituire un'impresa comune che avrà sede in Europa, sarà a partecipazione paritetica, avrà la proprietà e curerà la gestione di nove stabilimenti (quattro Fiat e cinque Deere), operanti nella Comunità europea nei settori delle macchine per l'agricoltura e per il movimento terra. L'accordo, discusso a Ginevra, è stato firmato ieri dai presidenti delle due Società, Giovanni Agnelli e ■William A. Hewitt; diverrà effettivo quando avrà ottenuto l'approvazione delle autorità italiane, degli Stati Uniti e della Comunità europea. L'operazione non richiede investimenti di capitali, poiché consisterà in una utilizzazione più razionale di quanto esiste già. In un momento in cui la agricoltura europea e mondiale attraversa una fase di rapida evoluzione strutturale, e richiede una gamma sempre più vasta di macchinari ad alta tecnologia, in un momento in cui la cantieristica e i lavori pubblici abbinano la pressione della domanda all'urgenza di una maggiore offerta, anche per stimolare in alcuni paesi (tra cui l'Italia) un'economia « stanca », l'iniziativa si presenta come ima delle più interessanti tra quelle assunte negli ultimi armi in campo multinazionale. La John Deere di Moline (Illinois) è una delle più importanti società americane produttrici di macchinario agricolo e industriale, la prima assoluta nel mondo per quanto serve a meccanizzare il lavoro nei campi, con un fatturato di 1 miliardo 137 milioni di dollari, oltre 41 mila dipendenti e ima rete commerciale che raggiunge 127 paesi in tutto il mondo. La produzione Fiat in questi settori rappresenta il 14 per cento di quella della Comunità europea, con vendite per 270 milioni di dollari. Insieme, nella nuova impresa, le due Società potranno offrire una grandissima produzione di serie di una gamma completa di mezzi, come nessuna azienda oggi è in grado di fare in settori la cui complessità tecnologica, produttiva e di ricerca, non è comparabile, con alcun altro, richiede un know-how immenso e una rete di assistenza particolarmente complessa, ad alta specializzazione strumentale. « Raggruppando gli stabilimenti di produzione delle due Case che sono situati per la maggior parte in Europa e che vicendevolmente si integrano — dice infatti il comunicato sull'accordo — la nuova impresa sarà in grado di offrire gamme complete di macchinario per l'agricoltura e il movimento terra. Si prevede che, quando sarà pienamente operante, la nuova impresa potrà conseguire più elevati valori di progresso tecnico, di efficienza e di espansione delle produzioni, di cui beneficeranno gli utenti dei prodotti, i dipendenti delle aziende e i paesi in cui queste operano ». Gli stabilimenti interessati all'iniziativa nella Comunità europea sono nove, con oltre diecimila lavoratori. Quattro aziende sono della Fiat: a Modena (trattori agricoli), a Torino (escavatori idraulici), a Bourbon-Lancy, in Francia (trattori e macchine agricole), più quello di Lecce (macchine movimento terra, accessori vari) che entrerà in produzione nel '72 e occuperà 1500-2000 addetti. Gli stabilimenti della John Deere sono cinque: tre in Francia, a Orléans (motori e attrezzar ture industriali), ad Arc-lesGray (imballatrici e spandiconcime), a Senonches (macchine per le coltivazioni, seminatrici, ranghinatori, raccogli-foraggi); due in Germania: a Mannheim (trattori agricoli e industriali), a Zweibriicken (mietitrebbie, falciatrici e altre macchine da raccolta). Anche da questi accenni sommari emerge la complementarità delle due aziende e la validità, quindi, dell'iniziativa. Ma è prevista, d'accordo con le autorità interessate dei singoli Stati, l'inclusione nell'impresa comune di stabilimenti in Spagna, Turchia, Argentina, Brasile e altri Paesi. Salvo l'America del Nord, non ci sono zone « chiuse » a questa iniziativa che, oltre agli stabilimenti operanti direttamente sul posto, apre alle due Società nuovi mercati (compresi quelli dell'Est), dai quali, se separate, sarebbero state virtualmente escluse. Ai diecimila lavoratori dell'area comunitaria interessati all'accordo, ai quali occorre aggiungerne altrettanti, per le attività indotte degli stabilimenti ausiliari e fornitori, se ne aggiungeranno, quindi, molti altri, man mano che l'impresa multinazionale FiatDeere si estenderà. La possibilità di ima produzione più completa, con alle spalle una maggiore esperienza tecnologica e più potenti centri di ricerca, è una garanzia in questo senso, sul terreno della competitività mondiale. m. s.

Persone citate: Bourbon, Giovanni Agnelli, Lancy, William A. Hewitt