le prime votazioni al Senato degli Usa Nessun ritiro unilaterale delle truppe di Ennio Caretto

le prime votazioni al Senato degli Usa Nessun ritiro unilaterale delle truppe le prime votazioni al Senato degli Usa Nessun ritiro unilaterale delle truppe I parlamentari hanno bocciato con 63 no contro 26 sì una proposta iniziale di richiamare entro tre anni 150 mila uomini dall'area della Nato - Un'altra è stata respinta per 81 voti a 13 - Ora sarà messa ai voti la mozione ancora più drastica di Mansfield nella distensione (Dal nostro corrispondente) New York, 19 maggio. Gli Stati Uniti non ritireranno unilateralmente le loro truppe dalla Nato, almeno non sotto l'amministrazione Nixon. Questa è l'indicazione emersa dalle prime votazioni al Senato in una giornata densa di sorprese. E' una indicazione « provvisoria », perché le mozioni non sono ancora finite: tra le altre, rimane quella del senatore Mansfield, che potrebbe però rinunciarvi in qualsiasi istante. Ma. salvo colpi di scena, il presidente dovrebbe aver vinto la sua « battaglia per l'Europa ». L'orientamento iniziale della maggioranza del Senato sembra lo stesso della Casa Bianca: fedeltà all'impegno assunto con gli alleati, negoziati per una riduzione equilibrata delle forze col Patto di Varsavia, rafforzamento della solidarietà occidentale Occorre at¬ tendere la conferma alla chiusura delle rotazioni: tuttavia. ta sconfitta dell'isolazionismo sembra ormai inevitabile. Mansfield ha dichiarato che, se anche gli ultimi risultati di stasera gli saranno contrari. « tornerà alla carica ». Ma il dialogo Mosca-Wash- \ ington, che viene profilando- \ sì dopo l'offerta di Breznev j e i sondaggi di Nixon. prò- j mette di modificare radicai- \ mente le prospettive. Per capire che cosa è sue- j cesso esattamente oggi a Washington occorre esporre | in breve i retroscena e la pro¬ cedura. La settimana scorsa, j Mansfield aveva presentato una mozione per il ritiro di 150 mila dei 300 mila soldati americani della Nato entro la line dell'anno. Sorretto dagli ex presidenti Truman e Johnson, da tutti i suoi ministri, e da una parte della pubblica opinione. Nixon aveva ordinato il « serrate le fi- le » degli europeisti. Già lu- nedì. la sua vittoria sull'osti-1 nato senatore pareva certa, j Altri senatori, chi isolazioni- \ sta chi no. avevano preparato nel frattempo altre proposte. Per gli Stati Uniti, il ritiro dei soldati è un vero problema: il loro mantenimento incìde sulla già deficitaria bilancia dei pagamenti. Stamattina le fazioni favo- revoli al disimpegno in Eu ropa si sono raccolte, Mans field compreso, intorno alla mozione Nelson, elaborata all'ultimo minuto. Essa pre¬ vedeva il ritiro unilaterale di 150 mila uomini, ma in un periodo di tre anni: e ne stabiliva altresì la sospensione, nel caso di inizio di ne- goziati col Patto di Varsavia per la riduzione equilibrata delle forze. Mansfield affermava: « La proposta del senatore Nelson dovrebbe dissipare le paure di un disastro per la Nato... Riservo perciò la mia per ultima ». Il presidente della commissione del servizio militare Stennis ribadiva però: t: L'el¬ fetto della proposta Nelson è lo stesso di quella Mansfield: consentirebbe all'Urss di non fare nulla, e ci costringereb be a disarmare in Europa ». La votazione ha dimostra- ! to il senso di responsabilità I del Senato: la mozione inI fatti è stata respinta per 63 i voti a 26. L'hanno sostenuta \ 20 democratici, tra cui na, turalmente Mansfield e NelI son, Fulbright. McGovern, lauto:candidato alla presiI denia nel '72. e Proxmire. « il nemico dell'Ssl ». nonché I sei repubblicani. Gli uomini | politici più in vista, Kennedy, . Muskie. Humphrey. hanno j tutti votato « no ». La seconda mozione dibat! tuta oggi, quella del senatore ; Bayh /democratico, come Mansfield! suggeriva di adI dossure un maggiore onere - militare e finanziario agli eui ropei nella Nato. Se essi si ì fossero rifiutati, gli Stati Unii ti avrebbero richiamato i 150 ' mila uomini entro la fine del '72. La mozione è stata respinta in modo ancora più netto della precedente, SI voti a 13. E' da notare che la Casa Bianca intende chiedere, ma senza pressioni, nuovi I contributi ai suoi alleati per il prossimo quinquennio, 1 miliardo di dollari, e espandere la flotta Nato nel Mediterraneo. Dovrebbe essere dunque possibile per gli Stati Uniti discutere con serenità nell'ambito dell'Alleanza atlantica, per ora tra gli ambasciatori, e ai primi di giugno « al vertice » di Lisbona, iniziative comuni da assumere nei confronti dell'Urss e del Patto di Varsavia. Tra Washington c Mosca proseguiranno intanto i sondaggi diretti a chiarire i rispettivi atteggiamenti. Si spera che Mosca non subordini davvero più le trattative per la riduzione equilibrata delle forze alla convocazione della conferenza sulla sicurezza europea, come ha detto lunedì. Ennio Caretto