Il computer non potrà risolvere i problemi del mondo arbitrale

Il computer non potrà risolvere i problemi del mondo arbitrale La riforma del settore dopo una stagione di fuoco Il computer non potrà risolvere i problemi del mondo arbitrale Necessità di potenziare il reclutamento e la formazione delle nuove leve E' indispensabile aumentare le possibilità economiche delle sezioni arbitrali Senza alcun rispetto per la consuetudine noi pensiamo che il momento migliore per discutere il « problema arbitrale » sia appunto un periodo come questo, a campionato ormai concluso, quando non vi sono quasi più polemiche e tutti possono serenamente dare un contributo alle soluzioni che da tempo si vanno faticosamente cercando. Negli ultimi 25 anni non ricordiamo un torneo che non abbia registrato momenti critici e punte aspramente polemiche nei riguardi degli arbitri e della loro organizzazione: è sempre stato un fenomeno ricorrente, ciclico ed inevitabile, come le stagioni. Il campionato che si con- eluderà domenica è stato caratterizzato da una particolare virulenza, il problema arbitrale ha tenuto banco per lungo tempo, chiamando in causa associazioni, metodi e uomini e la polemica è arrivata perfino a mettere in discussione la buona fede degli arbitri. Diciamo subito che noi abbiamo molta indulgenza per i tifosi, che hanno reazioni istintive e passionali « a caldo », durante le partite o subito dopo, mentre non ne abbiamo per certi atteggiamenti di persone qualificate che dovrebbero sapere che l'ambiente arbitrale, pur bisognoso di rinnovamento, è fondamentalmente sano e sportivamente integro. Che cosa fare per migliorare le prestazioni domenicali dei dilettanti del calcio? Il Settore Arbitrale del¬ la Figc ha varato in questi giorni una riforma del settore che modifica notevolmente la struttura degli organi tecnici ed associativi e si propone di dare nuovo slancio alle Sezioni Arbitrali che sono le matrici ciegli arbitri, le fonti dell'insegnamento. Gli intenti della riforma sono indubbiamente lodevoli ed anche i provvedimenti sembrano abbastanza adeguati alla situazione: noi pensiamo comunque che occorrerà anche dare all'Associazione italiana arbitri mezzi finanziari proporzionati all'importanza del suo compito. La situazione economica ci porta direttamente a sfiorare il professionismo arbitrale. Noi non crediamo realizzabile una disciplina professionistica degli arbitri per una quantità di ragioni, tutte ugualmente valide, od opinabili, a seconda dei punti di vista: in ogni caso un provvedimento così rivoluzionario costerebbe alle società una somma fortissima, senza alcuna garanzia di miglioramento sul piano morale. Molto meglio sarebbe destinare una cifra modesta — una piccola percentuale di questa spesa — all'Aia ed alle sue sezioni, per consentire nuovi mezzi e più moderni strumenti per i loro compiti di reclutamento, addestramento e selezione degli arbitri. Se i propugnatori dell'arbitraggio retribuito cominciassero con il far propria la tesi del miglior finanziamento delle sedi e delle scuole arbitrali sarebbe ,già un grosso passo in avanti. In materia di rinnovamento sono state avanzate proposte disparate: dall'uso dei mezzi tecnici di controllo, all'arbitraggio a due, fino al computer, che dovrebbe sostituire la Commissione Arbitri nella designazione dei direttori di gara. Sui mezzi tecnici, in ausilio o sostituzione dell'arbitro., altri si sono già espressi esaurientemente, mentre per l'arbitraggio a due abbiamo già fatto rilevare, su queste colonne, che esso è contrario allo spirito del regolamento, il qua¬ le poggia interamente sulla soggettività di giudizio per la valutazione della volontarietà dei falli, sia di mano che sull'uomo. Rimane il computer; dicono: affidiamo al responso della macchina la designazione degli aibitri e così elimineremo ogni discussione, ogni dubbio di preferenza o di deferenza verso qualche società. Non è necessario essere tecnici specializzati in materia per sapere che, in ogni caso, l'elaboratore elettronico dovrebbe essere fornito dei dati necessari, memorizzato cioè, e cosi la Commissione Arbitri, per avere la designazione dell'arbitro, poniamo, per un Inter-Juventus dovrebbe: — indicare quei 12-15 nomi di arbitri tecnicamente ritenuti idonei in quel momento; — precisare i direttori di gara piemontesi e lombardi da escludere per ragioni geografiche; — dare memoria di quelli ammalati, designati all'estero o, comunque, indisponibili; — suggerire alla macchina l'esclusione degli arbitri che hanno avuto dei contrasti recenti o che risiedono in una città la cui squadra è antagonista diretta in classifica di una delle due compagini... Di questo passo è chiaro che, alla fine, rimarrebbero due o tre nominativi per designarne uno. Stando così le cose, il computer è veramente di troppo! Al più si potrebbe ricorrere ad un sorteggio effettuato dalla segreteria della Lega Nazionale. E' invece insostituibile la funzione della Commissione Arbitri e ben venga quindi la riforma, quando stabilisce che i suoi componenti dovranno far parte del Comitato di presidenza dell'Associazione Arbitri e partecipare quindi al controllo ed alla responsabilità dell'intero settore. Piero Bonetto Campanati, meglio lui o il computer?

Persone citate: Piero Bonetto