Intervista di Piccoli

Intervista di Piccoli Intervista di Piccoli Milano, 15 maggio. « Credo che siamo, alla vigilia di questa estate 1971, nel passaggio più difficile che la democrazia abbia mai avuto da superare da molti anni in qua. Chiarisco: non un momento difficile, ma il momento più difficile ». Lo ha affermato il ministro Flaminio Piccoli, in una intervista che sarà pubblicata sul prossimo numero di Epoca. « Non si tratta di allarmismo — ha aggiunto Piccoli —. Sono i dati politici — prima e più di quelli economici — che lo dimostrano ». « L'Italia ha bisogno, certo, di compiere un veloce tragitto in avanti: e in certi momenti questo può e deve avvenire anche impetuosamente, se si vuole avere ragione di resistenze e conservatorismi. Occorre, però, certezza democratica. Ci troviamo, oggi, in una strettoia: da una parte, le necessarie e giuste rivendicazioni innovatrici, che possono dar luogo a pericolose reazioni: dall'altra, l'incessante ipotesi, psicologica prima che politica, di " rivoluzione permanente ", alimentata, all'estrema sinistra, dalle forze interessate ad impedire ogni mutamento od a determinare il ritorno a vecchi schemi ». Questa tensione rischia — a giudizio dell'on. Piccoli — di « alterare quell'equilibrio di fondo che è la premessa di una democrazia vigilata non solo dalle leggi, ma anche dal consenso, dal convincimento, dalla collaborazione ». « Faccio due esempi — ha aggiunto il ministro Piccoli. — La mafia ha, in Sicilia, compiuto il più efferato dei suoi delitti. Tanta tracotanza non sarà stata favorita dall'impressione di un progressivo scollamento della cornice politica? La violenza dei ladri e degli assassìni, inoltre, è aumentata e si è manifestata con sfide paurose all'ordine sociale. Quanto del precario equilibrio politico e soprattutto quanta parte della violenza per conflitti politici hanno influito nel consentire un ambiente da Chicago degli Anni 30? ». « In un'economia mista — ha detto ancora — in cui gli imprenditori privati rappresentano i due terzi del tessuto industriale, non può aversi permanentemente un'iniziativa di dispregio verso di essi, un incalzare di critica, ai " padroni ", un'ipotesi di conflittualità permanente, senza bloccarne la spinta al rischio, che è la qualità, il vulore più importante di ogni imprenditoria che si rispetti». « D'ultra parte — ha precisato Piccoli — una delle due: o si ritiene la presenza dei privati, nell'economia, essenziale, ed allora non basta aiutarla con misure d'emergenza, nella congiuntura: bisogna sorreggerne lo sforzo, dando stabilità e certezza, ed anche (Contìnua a pagina 2 in seconda colonna)

Persone citate: Flaminio Piccoli, Piccoli Milano

Luoghi citati: Chicago, Italia, Sicilia