Piccoli: "Sono giorni difficili per la democrazia,, di Giovanni Trovati

Piccoli: "Sono giorni difficili per la democrazia,, Piccoli: "Sono giorni difficili per la democrazia,, (Dal nostro corrispondente) Roma, 15 maggio. Due illesi fa, il ministro del Bilancio Giolitti ci disse che marzo e aprile sarebbero stati decisivi per la nostra economia, li considerava come una prova d'appello, dopo un primo bimestre deludente: « Se questa prova fallirà, si aggraverà il pericolo di recessione ». La prova non induce a sperare bene. « I dati di marzo, dichiara oggi il ministro in un colloquio nel suo studio, sono negativi, l'indice della produzione industriale è stato pari a^ quello del marzo 1969. Possiamo dire d'aver sostenuto l'urto dell'autunno caldo, ma senza la spinta necessaria per progredire. Non conosco i dati definitivi di aprile: ritengo di poter anticipare che non dovrebbero essere peggiori di quelli di marzo, forse lievemente migliori. Di certo non ci daranno la frustata per un'inversione di tendenza ». Già possiamo parlare di recessione per l'edilizia e per il settore tessile, si avvertono segni di rallentamento nel settore chimico. Il ministro è preoccupato: « Ci sono i prodromi di una regressione generale. Se stiamo con le mani in mano, a settembre mancherà la ripresa fisiologica che si ha dopo l'estate. Avremo un livello stagnante, con conseguenze gravi per l'occupazione ». Giolitti si lamenta che da un mese il governo stia discutendo di misure congiunturali, senza arrivare a una decisione. Abbiamo abbondanza di liquidità e fiacchezza di investimenti. « /J ritardo è molto dannoso: lo abbiamo visto con il decretane ». Le misure su cui non cè accordo sono principalmente quattro: fiscalizzare gli oneri sociali per le piccole e le medie industrie, che non sanno risolvere il delicato rapporto tra indebitamento e autofinanziamento; detrarre dall'Ige determinate specie di investimenti, in previsione di quel che accadrà con l'Iva; anticipare le misure di sgravio per oneri sociali,/ previste con il disegno di legge per il Mezzogiorno; anticipare i provvedimenti congiunturali per l'edilizia. Crescono le difficoltà in seno al governo per attuare gli impegni assunti. La situazione non è nuova, ma va peggiorando. I contrasti che si hanno in tema di politica congiunturale si ripetono per le riforme della casa e della sanità. Domandiamo se queste difficoltà non erano prevedibili quando si formò il governo. Risponde: « Diciamo che le previste resistenze aumentano a mano a mano che dal discorso sulle riforme si passa all'attuazione ». Continua: « Il momento è cosi dedicato che si comincia a parlare di crisi, anche se. soìio convinto, sarebbe nefasta. Ma non si può far pagare al psi un prezzo troppo alto. Non lo si può ricattare, affermando che non si intravede una soluzione ad un'eventuale crisi del governo Colombo ». Giolitti, come già Mancini, si dichiara contrario a un monocolore democristiano. La situazione sembra non aver via d'uscita: perché far cadere il governo, se non si sanno indicare accettabili formule sostitutive? Perché mantenerlo in vita, se i contrasti interni paralizzano ogni sua azione? « E' un momento molto delicato, ripete, rischiamo di trovarci in un lungo periodo di crisi politica ». « Dobbiamo evitare, dice, gli scatti di impazienza (e chi ne avrebbe motivo più di me?), le espressioni oratorie improvvisate, le anticipazioni avventurose, ma nep mcspure possiamo cadere nell'at-teggiamento di una desolata rassegnazione». Domandiamo se le anticipazioni avventurose si riferiscono agli «equilibri più avanzati ». Per Giolitti, l'interpretazione più realistica di questa frase non comprende la partecipazione del pei al governo o all'area governativa; chi vuole equilibri più avanzati vuole spostare più a sinistra l'attuale formula di governo, non con la ricerca di nuove alleanze, ma attuando una più impe- gnata politica di riforme. lì momento delicato richiede chiarezza anche all'interno dei singoli partiti. Giolitti, riferendosi ai psi, ritiene i valida la maggioranza for- mata nel 1969. « Ogni sua incrinatura significherebbe debolezza e crisi del partito, che si ripercuoterebbe necessariamente sul governo ». Sarebbe nocivo se, in vista del congresso socialista di ottobre, si sviluppasse la tendenza a costituire nuclei o raggruppamenti (è chiara l'allusione a Mariotti). «Per legittima difesa, altri sarebbero portati a fare altrettanto, con un danno per il partito, che ha bisogno di unità ». Giolitti non ,yuol drammatizzare, ma si dice preoccupato perché la tendenza alle correnti mette in gioco la saldezza del psi e la stessa stabilità della coalizione governativa. Giovanni Trovati Il ministro Giolitti

Persone citate: Giolitti, Mancini, Mariotti

Luoghi citati: Roma