Febbrili consultazioni di Nixon per bloccare il piano Mansfield
Febbrili consultazioni di Nixon per bloccare il piano Mansfield Il governo non permetterà riduzione di truppe Febbrili consultazioni di Nixon per bloccare il piano Mansfield Dimezzare le forze Usa in Europa significa «compromettere le prospettive di pace» - Pressioni sul Senato, che mercoledì inizierà il dibattito sulla proposta - Contatti del Presidente con gli alleati europei (Dal nostro corrispondente) New York, 14 maggio. Il governo americano ha ribadito il suo impegno solenne a mantenere tutte le truppe in Europa fino alla fine del suo mandato. Il portavoce della Casa Bianca, Ziegler, ha detto che il presidente Nixon non permetterà « assolutamente » nessuna riduzione. Febbrili riunioni sono in corso a Washington per serrare il fronte filoeuropeo e sconfiggere mercoledì prossimo al Senato la mozione Mansfield. Ziegler non ha voluto precisare se Nixon, in caso estremo, ricorrerà al veto. La posizione del governo è cristallina. Il ritiro delle truppe deve avvenire nel quadro di una « riduzione equilibrata delle forze » col Patto di Varsavia. A tal proposito, il portavoce della Casa Bianca Ziegler ha commentato favorevolmente l'offerta di Breznev di incominciare ne¬ goziati per una limitazione degli armamenti in Europa. « Sembra un accentuato segno dell'interesse sovietico » egli ha detto. Analogo giudizio ha espresso Rogers in un rapporto al Senato. Entrambi hanno insistito che, in tali circostanze, l'iniziativa di Mansfield sarebbe « un errore storico ». Non si sa ancora quale risposta Washington darà a Mosca. Il round delle consultazioni è incominciato con un'improvvisa visita del segretario di Stato Rogers a Mansfield e al presidente della commissione senatoriale delle forze armate Stennis, ieri sera. Rogers ha sottolineato che dimezzare le truppe americane in Europa significherebbe non solo compromettere la sicurezza dei paesi della Nato, ma soprattutto indebolire la posizione americana nel Medio Oriente, a vantaggio dell'Urss. Poco dopo, il presidente Nixon ha convocato alla Casa Bianca alcuni anziani diplomatici e militari legati in passato all'Alleanza atlantica: l'ex segretario di stato Acheson, l'ex sottosegretario Ball, i generali in ritiro Norstadt e Lemnitzer. Ha chiesto loro di fare opera di convinzione al Senato contro la mozione Mansfield. Acheson ha dichiarato ai giornalisti: « Sono certo che l'appoggio al Presidente aumenta di ora in ora. Il dimezzamento delle nostre truppe in Europa sarebbe una colossale asinata ». Oggi, sempre alla Casa Bianca, s'è svolta infine la riunione più importante, con Nixon, il suo consigliere politico Kissinger. Rogers, il ministro della Difesa Laird, il comandante in capo delle forze alleate in Europa. Goodpaster, l'ambasciatore alla Nato Ellsworth (entrambi richiamati d'urgenza l'ai- irò ieri) e il capo di stato maggiore Moorer. Non c'è dubbio ormai che questa è la crisi più grave attraversata dalla Nato nei suoi 22 anni di vita, e a Washington l'atmosfera è molto tesa. La crisi maturava da tempo (già nel '70 Mansfield aveva presentato una mozione analoga) ed è stata fatta precipitare dalla « tempesta monetaria ». Ritirando 150 mila dei 300 mila uomini attualmente di base in Europa, sostiene Mansfield, si diminuirebbe il deficit della bilancia internazionale dei pagamenti. Ennio Carette
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