Nino e Carlos: la speranza nel k. o.

Nino e Carlos: la speranza nel k. o. Sui pronostici dei tecnici pesa il verdetto del match del 7 novembre Nino e Carlos: la speranza nel k. o. Benvenuti ha una sola possibilità di vincere, trovare il colpo risolutore - Anche Monzon, alle prese con una giuria « difficile », deve imporsi in modo netto (Dal nostro inviato speciale) Roquebrune, 7 maggio. Il mare splendido di Montecarlo, la Costa Azzurra accarezzata dal sole di maggio, invitano alla calma, al riposo, non certo alla violenza. Eppure in questa pittoresca conca riservata ai pacifici tu- sfrnupsnfisti, domani sera si vivrà I nsszcun episodio di lotta selvaggia: un uomo contro un altro per distruggersi a vicenda a forza di pugni. Nello stadio Louis II a due passi dal ma- j re, cos'i vicino che una sas- suta ben diretta può far sen- tire il suo « plof » nell'acqua verdazzurra, Carlos Monzon, j l'argentino dal volto impenetrabile di indio e l'anziano fuo iclasse triestino Nino 'Benvenuti si contenderanno j il titolo mondiale dei pesi j medi. Quel trofeo che il pie- \ chiatore di Santa Fé aveva crudelmente tolto al nostro pugile il 7 novembre scorso a Roma, con un agghiacciante k.o. alla dodicesima ripresa, facendolo precipitare da quel piedestallo di sicurezza, \ che ne aveva fatto un campione sempre ammirato ma non sempre benvoluto. Che cosa vale questa rivincila tra una forza scatenata della natura come Carlos Monzon ed un campione che ha ormai il suo sole pugilistico alle spalle, che ha t sua carriera diciassette anni fa nel 1954, che è diventato ricco grazie alla boxe e manifesta ora. suo malgrado, una certa nausea naturale per questo mondo fatto di sacrifici, di sofferenze, di rinunce? Il pugilato professio- nistico fosse soltanto uno sport, la risposta sarebbe semplicissima. Carlos Monzon ad onta di certi fattori contingenti che hanno fatto tirato il primo pugno della coincidere quell'appuntamento con la giornutu più grama di Nino, ha detto chiaramente cinque mesi fa a Roma quale sia la differenza attuale tra lui e il nostro beffeggiato reuccio Benvenuti: una differenza di grinta, di determinazione, di violenza repressa, la differenza tra colui che nella boxe ha ottenuto tutto e colui che certi traguardi deve ancora raggiungere e per essi si batte con violenza da primitivo, usando le armi che il mestiere gli ha dato, cioè i suoi due pugni di ferro. Benvenuti è un arrivato, ormai impigrito dagli agi e dalla ricchezza. Carlos Monzon, che questa ricchezza intravede soltanto ora dopo aver visto in passato tutto il più brutto della vita (comprese due condanne per rapina a mano armata) ha invece ancora /'animus per riuscire sul ring, per dare alla lotta contro Benvenuti e contro chi verrà dopo di lui quell'impronta di odio e di violenza che Nino ormai non può più nemmeno concepire. Dal punto di vista dello sport l'agghiacciante k.o. del 7 novembre scorso, la dura punizione subita da Benvenuti, prima di accasciarsi vinto ai piedi del rivale, bastavano. Non c'era una giustifi- a o r a i u e - a a ; ; o ea od n a ncazione sportiva a questa rivincita e la stessa World Boxing Association, prima di rimangiarsi disinvoltamente la decisione, aveva posto il suo veto. La boxe professionistica è però soprattutto un affare e, come affare, la rivincita tra Benvenuti e Monzon. che provoca un movimento di oltre 170 milioni di lire, è ben vivo, non c'è dubbio. La logica vorrebbe che il risultato del novembre scorso a Roma, si ripetesse pari pari. Non si vede come in soli cinque mesi Nino Benvenuti abbia potuto smaltire lo choc di quel k. o. per riacquistare la scioltezza di movimenti, la prontezza di riflessi, la resistenza fisica e la potenza di pugno che gli si sono andati progressivamente attenuando, rosi dal tarlo inarrestabile àel'.'età. | .-Incora un mese e mezzo fa j a Bologna, contro il cameade Chirino. il triestino era apI parso un'ombra dolente, un j fantasma sull'orlo del croiI lo. non certo un candidato alla clamorosa conquista di un campionato del mondo. L'impegno con cui Nino si è gettato nella preparazione, l'ottimismo che soffia ad ondate da quanti hanno seguij to a Milanello e a BordigheI ra il cammino dell'ex cani! pione del mondo verso queI sta a impossibile rivincita » | hanno però fatto fare mar\ eia indietro a molti, hanno ' indotto a mitigare certi giù. dizi drastici e a lasciare la porta aperta alla speranza. I La speranza che Nino, come \ avvenne due anni fa con Rodriguez. azzecchi un colpo fortunato che gli permetta | di risolvere una contesa in: canalata su binari sfavorevoli: la speranza che Nino ritrovi gambe, riflessi e cervello, sufficienti per consentirgli di sfuggire ai « mar- \ telli » di Monzon. di impostare il dialogo su basi tecniche, di imbavagliare la superiorità fisica dell'avversa! rio, con la sua superiorità di clusse e di intelligenza tattica. La composizione della giùj ria, inutile nasconderlo, è un | vantaggio per Nino. Il giù- \ \ dice argentino Avendano e quello italiano Carabellese si \ 1 elidono a vicenda, mentre la neutralità dell italo-america' no Arthur Mercante è un faiI to puramente di passaporto. I In pratica tutti si rendono conto nell'ambiente che, se] Nino riuscisse a far tanto di resistere a Monzon. di ter-1 minare in piedi l'incontro senza uno svantaggio stratosferico di punti, si troverebbe il modo ai mutare le car- ^ ' te in tavola, di mistificare ancora una volta lo sport. Anche Monzon lo sa a per questo il motivo dominante della sfida, tra l'indio e Ben ; venuti, è il k. o.: Carlos per ottenerlo a qualsiasi costo, facendo valere contro il riI vale tutta la sua forza bru- j I ta. tutta la sua esasperata ' volontà di restare in alto e . Nino per evitarlo, per sottrarsi in qualsiasi modo ad | un destino che lo cancellerebbe definitivamente dalla scena del pugilato mondiale. | Qualcuno nel clan dell'ex '.campione del mondo, rivedendo il film del combattimento di Roma, ha creduto di trovare lo spiraglio per una clamorosa riscossa di Nino: ha notalo che Monzon. dsdcrlbm1ap dopo aver scagliato il siili- ' stro. lo abbassa in posizione di riposo, lasciando un varco per il destro. Ma ci vor- \ rebbe un destro da mannale, violentissimo ed irripetibile come quello che sistemò Mazzinghi nel giugno del 19b5. Sono passati sei anni da allora e questo spiega forse perché il montante sinistro di Monzon può anche non lasciare oggi a Benvenuti la possibilità di approfittare di quell'ipotetico varco. La lo-gica insomma vuole che vin-ca il più forte ed il più for-te oggi è Monzon. Un prò-nostico. è bene precisarlo,fatto incrociando le dita con la segreta speranza di sbagliare. Gianni Pignata

Luoghi citati: Bologna, Montecarlo, Roma