Scoperto anche il "racket,, degli orefici mentre si indaga su quello dell'edilizia

Scoperto anche il "racket,, degli orefici mentre si indaga su quello dell'edilizia La città si ribella alla cappa imposta dai mafiosi Scoperto anche il "racket,, degli orefici mentre si indaga su quello dell'edilizia Alcuni gioiellieri sono stati invitati da un'organizzazione sconosciuta a versare una tangente di 2 milioni ciascuno per « vivere tranquilli » ed « essere protetti » - La denuncia alla magistratura - La Procura della Repubblica interroga un impresario, un geometra di Roburent, e alcuni muratori dipendenti del Parisi e del Manti - Rigorosa inchiesta sul cottimismo e sul mercato delle braccia: uno sfruttamento vietato dalla legge - Altre segnalazioni di irregolarità II questore chiude il bar della strage in piana Vittorio, era un centro di reclutamento degli sfruttati «Se la strace del Primo Maggio invece che a Torino fosse avvenuta in certe parti della Sicilia o della Calabria, molto probabilmente l'assassino non sarebbe stato scoperto e arrestato, e tutta quella gente che oggi parla a Torino e fa rivelazioni, laggiù tacerebbe », dice l'on. Cattanei, presidente della Commissione antimafia. Ammette che nelle città del Nord si stanno riproducendo certe condizioni, barbare e spietate, che per secoli hanno regolato il « mercato delle braccia » nel Sud. « Ma — dice — nel Nord queste condizioni trovano un ambiente molto diverso, un ambiente che ha ancora capacità reattive, se non altro per una maggiore fiducia nei poteri dello Stato. E questo e motivo di speranza ». D'accordo. Ma a questo punto bisogna aggiungere che lo Stato deve fare tutto quanto può perché quei cittadini che hanno fiducia nei suoi poteri non la perdano. La situazione è più grave di quanto si immagini. Da qualche giorno si hanno le prove che un « racket » domina l'edilizia. L'altro ieri l'assassino di piazza Vittorio ha affermato che c'è anche una potente « mafia degli agrumi ». (Pochi giorni fa abbiamo pubblicato questo titolo: « Ucciso dalla "mafia del mercati" un negoziante di agrumi a Milano. Due killer in motoretta lo hanno fulminato per strada »). Abbiamo saputo ieri che in questi ultimi giorni tre gioiellieri del centro hanno ricevuto lettere anonime che chiedono una «tangente» una tantum di due milioni « se vogliono vivere tranquilli, se vogliono essere lasciati in pace ». Per questa cifra, viene offerta anche « protezione ». Uno dei gioiellieri è stato sollecitalo a pagare telefonicamente. L'associazione di categoria è I stata informata di questi ricatti j e si è riunita per esaminare il problema. Qualcuno si illude che si tratti di imo scherzo; i più sono certi che la minaccia è autentica, c'è perfino chi ritieme che le lettere siano più di tre, che qualche gioielliere taccia impaurito e paghi la « tan- | gente ». L'associazione intende denunciare l'episodio alla magistra- tura. Il fenomeno mafioso zi rivela ogni giorno più vasto e drammatico. Lo Stato deve fare il suo dovere. I cittadini qui nel Nord, lo stanno facendo: non hanno — almeno finora — paura di parlare. Parlano, fanno rivelazioni perfino parecchi immigrati. Cresciuti in un mondo dove l'omertà è legge, qui hanno conosciuto un ambiente diverso e hanno trovato coraggio. I giorni scorsi abbiamo pubblicato alcune denunce di vittime del « racket ». Ieri, altri hanno parlato, ai giornalisti e ai radiocronisti. Ecco un'intervista: « Sono venuto da Taranto. Per quattro anni ho lavorato nei cantieri, manovale scagliolista. Ebbene, dopo quattro anni di lavoro duro e di sacrifici, non ho niente. Perché ci sono i "gargagnanl" che sfruttano le donne, ma ci sono anche quelli che si chiamano cottimisti e che sfruttano gli uomini. Questi fanno lo stesso lavoro dell'uomo della malavita che tiene una donna. Tengono noi, ci fanno lavorare e guadagnano molto più di noi ». Un altro: « Bisogna eliminare questi produttori di "scagliolisti" che ci comundano e se hanno l soldi ci pagano, se no niente. Quando arriva il sabato c. mettiamo, l'impresa non gli versa i soldi, loro se ne lavano le mani ». « E voi che fate? ». « Che cosa vuole che facciamo'.' Ci giocano come vogliono. Aspettiamo un altro sabato. Si deve per for-za stare sitti ed aspettare, perché se lei si ribella, il lunedi prossimo non trova più lavoio».« La mia storia é come guella di tanti compaesani — aflerma un calabrese —. Si arrivu dal paese, appena si scende dal treno si trova già gualcitilo che etaspetta, incomincia a parlarechiede se abbiumo lavoro, sesappiamo dove andare a dormireCi prende e ci porta tu determiitali posti e siamo subito piaiiati it. Continua: « Il cottimistadie non fa nullu guadagna dallelllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll Ululili 200 alle 300 lire al metro quadrato alle nostre spalle. Ognuno di noi rende al cottimista dalle cinque alle diecimila lire al giorno. Perfino di più ». Domanda: ii Le risulta che i rapporti tra l'intermediario e il lavoratore siuiio regolati da leggi che si possono definire di tipo mafioso? ii. « Può darsi ». Le risulla che in quest'ambiente ci siano dei ricatti? ». « Senz'altro ». E possono finire con quattro morti. E' quanto è accaduto il primo maggio in piazza Vittorio. Ma ci sono altre date, altri episodi misteriosi. 1968, a Rivara: si tenta di fare passare un omicidio per un incidente stradale. Dicembre 1969 a Exilles: un uomo è ucciso a rivoltellate e bruciato con la benzina. Giugno 1970 a Nichelino: un altro è carbonizzato. 8 febbraio 1971 in via Guido Reni: un uomo ucciso con due pistole diverse davanti a casa sua. Sfruttamento, estorsioni, omicidi. Le cose sono andate troppo avanti e possono peggiorare. Ma con la buona volcntà di tutti 'si è ancora in tempo per soffocare il fenomeno. Stiamo assistendo in questi giorni a un notevole impegno della magistratura e della polizia. Ieri il questore De Nardis ha ordinato la chiusura a tempo indeterminato del bar Mazza di piazza Vittorio e ha ritirato la licenza al proprietarie. Non è soltanto il locale dove è avvenuta la strage, ma è risultato che i « cottimisti » ne avevano fatto un centro di reclutamento. Il sostituto procuratore dottor Ferraro ha interrogato ieri il geom. Giovanni Bertolino di Montaido (Mondovi), l'impresario Alberto Ferraro residente a Savona e alcuni manovali del Manti. Il Bertolino, che amministra il condominio « Del Sole » a San Giacomo di Roburent, ha affittato al Manti un appartamento, che il cottimista aveva adibito a dormitorio per i suol uomini. Non ha avuto mc'.te cose da dire. Conosceva una delle vittime della strage, il Parisi, anch'egi: cottimista e ricorda che mentre i suoi uomini lavoravano, lui se ne stava tutto il giorno al bar. Ha voluto precisare: « Non sono un impresario, ma un libero professio- nista: non è l'ero che l'altro ieri ho avuto un infarto ». L'impresario Ferraro ha ammesso che si serviva del Manti. Lo ha visto l'ultima volta giovedi e gli ha dato un assegno di 50 mila lire perché pagasse gli operai. Quel giorno ha anche assistito a una lite tra Manti e Parisi, ii Discutete tru dt voi, io non voglio entrare nelle vostre beghe, ho detto loro, e me ne sono andato ». Il sostituto dott. Ferraro, comunque, sta facendo soltanto l'istruttoria sul pluriomicidio. Una Indagine sul ii racket » è svolta dal dott. Montesano della Squadra Mobile, che ogni giorno riferisce al magistrato. Ieri Montesano ha ascoltato i dipendenti di Manti e di Parisi che finora è riuscito a rintracciare. Ha scoperto elementi preziosi, che non può ancora rivelare. Ha interrogato i fratelli Saverio e Leone Trimani, Sai v:\tore Bicceri. i« Eravamo sempre sorvegliati da uomini del Parisi, che anduvano su e giù , senza mai lavorare. Ci sorve gliavano e basta n). Giuseppe Barillani, siciliano, ha racconJ tato la sua storia, che è un l esempio di come funzioni il I ii mercato delle braccia n. Il 20 ; aprile l'hanno fatto venire da Savona con delle promesse. Dal 20 al 24 aprile gli hanno fatto raschiare muri, dandogli 5 mila lire il giorno e da dormire. Dal 24 al 28 disoccupato. Dal 28 al 30 assunto per altri lavori i isempre senza libretto, assicurazioni, nulla), ii Oliando hanno bisogno di te ti chiamano, appena finito ti mandano via. Vivi alla'giornata ». Ultimo ascoltato, Pasqualino Del Rio, anch'egli "reclutalo" venti giorni fa al bar Mazza. Anche ieri gli avvocati difensori Mazzola e Merlone hanno avuto un colloquio i:i carcere con Carmelo Manti, il quale ha | rivelato che il "boss" Prochllo gli aveva rifilato due assegni falsi da 500 mila lire l'uno. Ha ancora uno di questi assegni circolari, che il magistrato farà sequestrare. Con Prochilo, Manti aveva frequenti liti, in una delle ultime, cieco d'ira, ha strappato al "boss" la borsa "diplomatica" che questi portava sempre con sé e l'ha calpestata. Prochilo, gelido e calmo: « Non mi pinci, sai quando fai così. Se continui, io ti buco le orecchie ii. I due giovani avvocati sono andati anche a trovare la moglie del Manli a Fossano. Per farsi aprire, hanno dovuto fart passare sotto la porta la loro carta di identità. La donna vive nel terrore. Piange e trema. Siamo stati da lei e sentiamo anco, | ra i suoi singhiozzi: n Io ho i naura di restare a casa miti. io. n I . a j - I - I ;3 faccio più ». E quando dice . I "loro" intende i quattro uomini i I che il marito ha ammazzato sa- 1 bato. dttsliCascaeppocHo paura, signore mio ho paura che vengano e mi ammassino in casa. Loro hanno figli e hanno coanati e hanno fratelli, hanno amici. E io ho paura, non ce lllIMllllllllllllllllllllllIflIlllllIMIItlllllllllllllllllll Il geom. Giovanni Bertolino e l'impresario Alberto Ferraro - L'operaio Leone Trimani - La moglie di Carmelo Manti: «Ora ho paura, vivo nel terrore»