Era re, colto e bello ed è morto senza un soldo di Carlo Cavicchioli

Era re, colto e bello ed è morto senza un soldo TRISTE VITA DI MUTESA II IN ESIL Era re, colto e bello ed è morto senza un soldo Spodestato in Uganda, si era ridotto a vivere in due statuette a Londra, cercando invano un lavoro - Ora in patria gli rendono, per motivi politici, grandi onori postumi nostro servizio Londra, lunedi mattina. Sir Edward Frederick Muti-mi II. morto in esilio e in miseria nella piovosa Londra, a 46 anni, è stato ieri solennemente sepolto tra i suoi avi a Kampala, in Uganda. Egli era il sovrano (kabaka) spodestato del Buganda. e tu anche il primo presidente dell'Uganda, poi cacciato da Milton Obote. a sua volta in esilio. « Se tosse vissuto — dice del defunto Amleto l'ereoe Forti-braccio — probabilmente sarebbe stato un buon re: dunque per la sua dipartita la musica dei soldati e i riti guerreschi parlino alto per lui... ». Pensieri e propositi assai simili paiono albergare nell'animo del nuo vo leader dell'Uganda, il generale Idi Amin Dada, di fronte alla salma dello scorti parso kabaka. Riportandola con onori fastosi dall'Inghilterra a Kampala. Amin conta di guadagnarsi 11 favore dei BUganda che sono tre milioni, il gruppo tribale più numeroso. Il riconoscimento postumo avrebbe forse strappato un sorriso Ironico a Mutesa. Era stato proprio Amin. alla testa delle truppe inviate da obote. ad attaccarlo nel suo palazzo nel 1966 costringendolo a fuggire. Si sottrasse alla caccia saltando giù da un muro e poi mescolandosi ai passeggeri di un pullman, vagò per mesi nelle foreste accompagnato da un ex ministro di nome MTendo. e infine approdò come un naufrago in Inghilterra. Qui s'aspettava accoglienze e aiuti: quando l'Uganda era una colonia egli era stato mandato a studiare a Cambridge e all'accademia militare di Sandhurst: era colonnello ono rarlo delle Guardie della sovrana. Elisabetta s'era degnata perfino di crearlo baronetto. Divenuto re si sr» opposto a un'ingiunzione c 1l'Alto Commissario britannico e per questo era stato deportato a Londra. Era poi tornato a Kampala con l'aureola dell'eroe anticolonialista, in un trionfo che non aveva precedenti nella sua dinastia. Come sovrano del Buganda e presidente della nuova Uganda ebbe ospiti al suo palazzo alti personaggi della politica e dell'aristocrazia inglese: tra gli altri la principessa Margaret e il marito lord Snowdon, in onore dei quali fu data una festa memorabile. Ma quando riapparve a Londra, detronizzato e spodestato da Obote, statisti e nobili gli volsero le spalle: e Sir Mutesa non trovò altro soccorso che il sussidio nazionale dei disoccupati (circa 5 sterline, 7000 lire, la settimana) e si adattò a vivere in due squallide stanzette senza riscaldamento offertegli gratis da un filantropo, in una casa popolare sul Tamigi. Qualunque docker del rione era enormemente più ricco di lui: e parecchi, discretamente, alleviarono di quando in quando la sua povertà, sensibili ai drammi umani molto più dei membri della Corte di San Giacomo e della Camera dei Lords sull'altra sponda del fiume. I portuali lo ribattezzarono familiarmente «King Freddie ». prendendolo a volte in giro per il suo impeccabile inglese di Cambridge. Mutesa cercò pure invano un lavo: trovò soltanto l'occupazione non remunerata di assistente sociale in un ente per il soccorso — spirituale più che materiale — alle persone vecchie e sole. Cresciuto come in re. aveva difficoltà immense nel far fronte ai suoi nuovi problemi di derelitto. Se prendeva la metropolitana, abituato allo chauffeur. aveva tendenza a smarrirsi, e il ministro MTendo non era più esperto di lui nel labirinti di Londra. Pure portava in giro la sua tragedia con una forza e una dignità degne di miglior sorte. Aveva un volto bellissimo e delicato, con grandi occhi a mandorla lucenti «d'accusa e di colpa cello stesso tempo » scrisse uri collega inglese. Si potevano leggere nei suoi lineamenti i segni e le fragilità di una selezio ne secolare. Nelle sue condizioni d'esilio, raramente in di una intera sterlina, nccet tava volentieri un invito a pranzo o a cena: nei ristoranti di Londra che l'avevano conosciuto in epoche più felici, i camerieri lo salutavano ancora come *His Ma lesti/». Sua Maestà, e il kabaka sorrideva senza indagare se fosse per deferenza o per ironia. Una sera, in un localetto di Earl's Court che si chiamava « L'artiste urlarne » e dove mangiammo insieme carne allo spiedo, mi intrat- ! t! bj dlI C! mmctbSqrpbnrcsdmdnapossesso ! tenne per un paio d'ore sui ! bisogni dei popoli, esponenj do concetti pressoché rivoluzionari in bocca a un re. I Conosceva a fond ■ . proble! mi dell'Africa nuova, certo meglio di molti capi oggi in carica. Se fo.s . vissuto, davvero ti forse sarebbe stato un buon leader», come disse Shakespeare di Amleto. Dunque è giusto, benché amaro, che per lui ieri a Kampala abbiano rullato 1 tamburi e tuonato salve di cannoni. A Londra, quando mori, non ebbe inizialmente che l'omaggio dei dockers: solo più tardi il governo si degnò di inviare alla cerimonia funebre un picchetto di guardie in gran livrea. La fine del kabaka in verità è rimasta avvolta nel mistero. Una notte l'ex ministro MTendo, che occupava una delle due stanze nel povero alloggio, lo trovò agonizzante. Quando giunse un medico l'ex re era già spirato. L'inchiesta affermò eie si era trattato di una intossicazione acuta da alcool. Tuttavia non era stato mal dedito ai liquori. Fu una resa disperata a un momento di sconforto? O fu deliberatamente avvelenato? Spari dalla scena proprio mentre nell'Uganda s'approssimava un colpo di Stato favorevole si sud ritorno se non alla sua restaurazione. Carlo Cavicchioli "ME: ni \ k4m Edward Frederick Mutesa

Persone citate: Court, Edward Frederick, Edward Frederick Muti-mi Ii, Idi Amin, King Freddie, Milton Obote, Obote, Shakespeare, Snowdon