Diciannove condanne per le sovvenzioni ad opere teatrali mai andate in scena di Guido Guidi

Diciannove condanne per le sovvenzioni ad opere teatrali mai andate in scena La sentenza a Roma dopo 24 ore di Camera di consiglio Diciannove condanne per le sovvenzioni ad opere teatrali mai andate in scena Gli imputati erano 25 tra funzionari statali e impresari • Franz De Biase, direttore generale del ministero dello Spettacolo, ha avuto 4 anni e 4 mesi; l'ex direttore Nicola De Pirro 4 anni e 2 mesi; Remigio Paone 2 anni • Condono di 3 anni per tutti R0r»s. lunedi mattina. Frani ^ Biase ncgli am bicnti mi„isterialii vienc ri tenut0 u„0 dei direllori ncrM iu flW/j iit nostro servizio gèpreparati; Nicola De Pirro ha dominato il mondo dello spettacolo per oltre trent'annt, durante e dopo il fascismo, come direttore generale sino a quando non è andato in pensione per limiti d'età; Remigio Paone è l'impresario teatrale italiano di maggior | prestigio all'estero. I giudici del tribunale, l'altra mattina, d0po essere rimasti in carne ra di consiglio per 24 ore. li hanno condannati per truffa au0 stato, peculato e falso:] «- anni e 4 mesi a De Biase. | direttore generale al ministe r0 dello Spettacolo: 4 anni 2 mesi a De Pirro, ex diret tore generale; 2 anni a Paone. I Questa è la conclusione, soltanto in parte prevedibile, ael processo per lo scandalo delle sovvenzioni concesse dallo Stato agli impresari teatrali. Secondo V accusa, elargendo a chi non ne aveva alcun diritto, ma soltanto oer favorire chi politicamente veniva ritenuto meritevole di un premio, è stato dissipato danaro per 700 milioni di lire. I giudici, dopo aver discusso fra loro un giorno e una notte, hanno ritenuto che gli episodi debbano esse re ridimensionati (il danno, secondo il tribunale, sarebbe di circa ino milioni), ma hanno accettato come valida la tesi dell'accusa. Gli imputati erano 25: die- ci funzionari del ministero dello Spettacolo, tra cui ti direttore De Biase, al quale c sfato consentito di rimane- re in ranca per le sue « par- j ticolari qualità » malgrado il1 n • procedimento penale; quindi- ; fa \ ci impresari teatrali, tra cui j c oltre a Paone \i <,ovraintcn -h ! dente a! Teatro dell'Opera di ; fa j Roma, Mario Allegretti. | hIl tribunale ha assolto sol- ! latanfo un funzionario, Sergio n> Rufflni. ed un impresario, [cI Raffaele Venticinque, per non \ èavere commesso il fatto: ha '■ applicato l'amnistia a 3 dipendenti ministeriali, il capo 1 sezione Luigi Eboli, l'ex ispet- \ - n tore generale Tito Chelazzi e Luigi Geremia, e ad un impresario teatrale, Giancarlo Sorini. Ha ritenuto responscibili tutti gli altri. In particolare ha condannato De Biase a 4 anni e 4 mesi: De Pirro e l'ex capo divisione Francesco Pilolli a anni e 2 mesi: il capo divisione Emanuele Paparella a 3 anni e 2 mesi: l'ispettore Francesco Zarbano a 3 anni: i funzionari Antonio Pìccinelli a 2 anni e 6 mesi e Alfredo Pennacchio a 2 anni e 2 mesi. Inoltre il tribunale ha condannato 12 impresari teatrali: l'Allegretti a 4 anni: Benedetto Todini a 4 anni e 2 mesi: Giorgio Lai a 3 anni: Arturo Barasi a 2 anni e 5 mesi: Fausto De Tura a 2 anni. 2 mesi e 15 giorni: Cesare Mei a 2 anni e 2 mesi: Francesco Ansaloni. Pietropaolo Ciampa. Pietro Jndimeo. Cla-1 ra Pignatelli e Remigio Paone a 2 anni ciascuno e Gae-1 tono Moncada a 11 mesi. Il beneficio del condono di ' 3 anni, cui tutti i condannati ; hanno diritto, fa sì che la 1 j sentenza — se dovesse esse-1 : re confermata dalla Corte d'appello, prima, e dalla Cas- \ sazione poi — abbia conseguenze pratiche soltanto per De Biase, destinato a scontare 1 anno e 4 mesi: per De Pirro e Pilolli fi anno e 2 : mesi): per Paparella <2 me■.sii: per Allegretti (due an; ni). Tutti, comunque, saran■ n 1 chiamati a rifondere allo j Stato il danno arrecato distribuendo o incassando sov! venzioni in modo illecito. Quale la responsabilità dei ptlDs.qadtmmrpfct^«dhlclaa | condaniMtì secondo il tribùn * naie'' In sintesi in virtù di una legge, che è stata modi fleata nel 1964. cioè dopo lo scandalo, avevano diritto a sovvenzioni gli impresari teatrali che mettevano in scena \opere ai particolare valore , \ artistico o opere inedite. Era Ie | sufficiente esibire al ministe-1 à e a , oro una documentazione falsa per aver diritto alla sovvenzione magari per avere mandato in scena un'opera < soltanto sulla carta ». Premesso che i funzionari non hanno avuto alcun ran faggio diretto da questi -Ile citi quale il motivo che li ha indotti ad avallare questi falsi? «Clientelismo politico», ha sostenuto l'accusa, e tutto lascia supporre che il tribù- naie sia giunto alla stessa Iconclusione. In sostanza si è favorito questo e quell'im Ipresario perché raccomandato dal ministro o perché a lui gradito. Franz De Biase e Nicola De Pirro, in verità, hanno sr.npre respinto questa tesi .ostenc io di avere firmato quello che altri funzionari avevano preparato. Ma i giudici non li hanno ritenuti «attendibili ». Ora sorge un problema morale e giuridico: può rimanere in carica un direttore generUe per quanto preparato e stimato, nei confronti del quale si è pronunciato un tribnale? La Costituzione stabilisce che nessu- ^LnZÌn^nnn 2 nZ «pensabile sino a quando non definitiva e Franz De Biase ha dato subito incarico all'avv. Adolfo Gatti (come Nicola De Pirro al prof. Giuliano Vassalli) di presentare appello contro la sentenza. Guido Guidi | > RI R] | I av'■ app1 setoLpSscnmdv3 Fi lidmdlinmAmnMcCrnt3 Franz De Biase

Luoghi citati: Eboli, Roma