Il "Lorenzaccio" da Praga un dramma per la libertà

Il "Lorenzaccio" da Praga un dramma per la libertà L'opera <li !)<- Musset alla rassegna <li Firenze Il "Lorenzaccio" da Praga un dramma per la libertà Trionfo dello spettacolo - Assente il regista Krejca. che firmò il « manifesto delle duemila parole » e non ha più il suo teatro 'Dal nostro invialo speciale) InFirenze, '.'K aprile. mFelice Paese teatralmentt scparlando la Cecoslovacchie. reche puO vantare un teatro co \tume lo «Za Branou » («Alla."1beI E, para; m■ mmPorta»/ di Praga e un regi' sta come Otomar Krejca! Dovrebbe essere orgoglioso di mostrare i suoi spettacoli ad altri Paesi, invece la ; compagnia ottiene sempre piii raramente il permesso idi recarsi all'estero. Le sue tournées vengono annullate j senza tante spiegazioni, e c'è | voluta tutta l'abilita degli or! ganizzatori della rassegna deI gli Stabili perché lo «Za Branou ». vanamente atteso . lo scorso sino, venisse final- \ crejca< sfiuutàtimente a Firenze. Mn Krejca non c'era ieri sera alla Pergola a dividere gli applausi — un vero trionfo — con i j suoi attori- ha firmato il ma\nifesto delle duemila parole, | gli hanno tolto il teatro che ■.vera creato cinque anni fa, nemmeno si sa se potrà ancora lavorare. Perché tanto accanimento? ! Se non sì sapesse quanto sia ' poco socialista l'attuale goI verno cecoslovacca, potrebbe sembrare paradossale che ora si rimproveri a Krejca proprio l'impegno politico al j quale per anni era stato ac-1 casato di essere indifferente 0 ostile. Eppure questo Lo- ; renzaccio , che il regista stes-, so lui ada flato ri maneggiato e sfrondato riducendo a ven- ' tisei le trentotto scene dei cinque atti di Alfred de Musset, pone interrogativi sui rapporti dell'uomo con la so- ' cietà e sul conflitto tra po taloEcgilzcspipsstere e libertà che vanno oltre I puna situazione contingente. 1 »E' vero che le allusioni e ui riferimenti alla primavera ' ^) 3 he enma il cida he o di di Praga e agli avvenimenti successivi sono frequenti ma. in ogni caso, inevitabili oltre che orrii. basterebbe considerare che il ventiquattrenne De Musset scriveva nel 1834 dopo una rivoluzione fallita, nelle amarezze di una rest-iurazione e di una libertà de Itisn. E' vero che battute come « Si sono mossi solo gli studenti non Che può fare la gioventù con un governo come il nostro ». ancorché siano nel testo originale. i suonano come critica e sfida ' a un'ottusa e panda classe I ; dirigente. Ma e anche vero ! che i primi a rallegrarsene < j dovrebbero essere quei comu- I : nisti che credono, o s'illu- i ! dono, che lo stalinismo sia \ morto per sempre D'altronde il dramma di \ ■ Lorenzaccio e del suo mutile I assassinio — /'uccisione di I Alessandro de' Medici non isaft'erà la Repubblica fiorentina, anzi rafforzerà la tiran\nide — era già in De Musset con la tesi che per rovesciare un despota non basta uc I ciderlo se la società è cor- ' rotta o indifferente e che la liberta deve essere conquista l di tuffi non di uno solo Krejca non ha fatto che rispeccniarfo ' e costringe lo I spettatore a specchiarvisi: la I scena a specchi di Svoboda 1 ra oltre un vezzo di questo •formidabile scenografo) infittendo i simboli, sollecitando i confronti, moltiplicando le immagini secondo un'idea di teatro, come metafora che « non sfugge alla realtà storica e sociale — spiega '■ lo stesso Krcica — ma non , vi si innesta direttamente, che non urla ma sussurra, che non Invoca la libertà perche : è la libertà ». Certo, in Lorenz»ccio la metafora non è cosi limpida <■ poeticamente persuasiva come, ad esempio, nelle Tre sorelle presentate due anni fa a Venezia. Ma anche il testo è romanticamente, più lussureagiante e meno essenziale di quello cixhoviano. intersecato com'è di notazioni au- di i uò' tobiografiche e modellato biovera nca nel- Shakespeare già nel protagonista in cui confluiscono trat ti di Bruto. Amleto e del giovane Enrico. Abilmente. Krejca volge a proprio vantaggio.ag- accentuandola, la suddivisitiuelinuo- ; sta pa- ne, ...uch'essa tipicamente scespiriana. in numerose e ra-pule scene, ma raccoglie poi l'azione :n Un solo e grande \ spazio teatrale. un In questo spazio si muoal- cono trenta, trentacinque at si lori, oggetti oltre che sogan-, get ti. o meglio ruote, perniuno nte, set enz. e cerniere di un mirabile meccanismo che da essi traefila e Cw«j essi respira. EriIrono questi attori in calzamaglie nere, gialle e verdine Indossano i costumi rnw.ici mentali e rincora enormi ma scheront — leste di rapaci, rettili <-' "Uri ripugnanti crea\ture - che danno corporeità ."11'' angosce, alle ambizioni «i vizi dei mostri che albergano in ciascuno di noi. I E Quando i mascheroni scorri. , paiono, ma alla /Ir.. ritorneranno, alcu-. inUnrcti ri; mangano c in altre duttili ■ mtwherc che, deformandolo, modellano tuttavia il volto . \ conferma nel « doppio » che • < segue come un'ombra il prò- ; in fissandone l'espressione una smorfia dolorosa o un ghigno inerte. Sono i segni di un'ambigui tà e di una duplicità cnstan ti che trovano clamorosa in | ! ' tagonista. o lo contempla da lontano, o gli fa da specchio. E' un sosia spesso enigmatico, ma tragicamente dispiegalo all'ultimo quando è lui il sicario che pugnala Lorenzaccio. La libertà si uccide con le propr,-. mani mentre si afferma la rontinuità del potere, e infatti l'attore elle interpreta Alessandro si ripresenta nel personaggio del suo successore Cosimo. Troppi simboli e troppi emblemi? Forse pei hi è proprio nella loro ricchezza che lo spettacolo ha uri U mite e un difetto, la ricche*za generando dispersione Ma anche quando non si riesce e rieofftire se ne avrebbe tem PO, ad afferrare il significato di alcune immagini sceniche e di alcuni movimenti, le une e gli altri sono figurativamente cosi suadenti, sia pure n.m senza una punta di estetismo, che si perdonano al regista anche le oscurità Alberto Blandi »

Persone citate: Alberto Blandi, Alfred De Musset, De Musset, Shakespeare, Svoboda

Luoghi citati: Firenze, Praga, Venezia