Un "giallo" per signora

Un "giallo" per signora LE PRIME SULLO SCHERMO Un "giallo" per signora « La signora dell'auto con gli occhiali e un fucile » di Anatole Litvak «Gli occhi freddi della paura», una macabra storia di vendette tDoriai ■ A un titolo imba razzato dalle tropi» circostan ze: La signora dell'auto con gli occhiali e ur. fucile, corri- sponde un film altrettanto complesso, quasi un rompi- capo: un «giallo» (derivato da mi romanzo di Sébastien Japrisot ) che volendo prescln- dere dall'indagine poliziesca si espone al rìschio di riusci- re adorno, artificioso, privo di freno logico, e tale è infatti; se non che il regista (e prò- figurativa. Francese e ambientato in Francia, tra Parigi. Marsiglia e Avignone, narra le stregate peripezie della giovane Ben- nie, impiccata in un'agenzia di pubblicità, durante un « ponte » di vacanze in orca sione del 14 luglio. Incarica ta dal suo principale d'un la- duttore) Anatole Litvak ha tanto mestiere da conferire al quiz parziali interessi episo-dici e una costante dignità da che conduce alla Costa Azzurra, per la quale tira avanti: ma ecco che a detta di molte persone che lncontra, parrebbe ch'ella avesse già fatto lo stesso percorso qualche giorno avanti, quan voro straordinario e poi di ricondurrgli la macchina in rimessa, la donna, sviata dal traffico, si trova sull'autostra- d'ella è ben certa di non essersi mossa da Parigi. L'angoscia aumenta di tappa in tappa, e dopo una parentesi sentimentale con un giramondo che però le ruba l'auto, giunge al vertice qupdo, ritrovata la macca. ci scopre nel portabagagli un cadavere d'uomo con un fucile accanto. Eppure questo è ancora poco in paragone di quello che prova quando, seguendo certe tracce, si ritrova in una lussuosa villa presso Avignone cosparsa dei suol indumenti Ìntimi e di alcune fotografie di lei nuda: non c'è padrone a cui domandare spiegazioni, la poverina è vicina a impazzire. Che senso ha quel sistematico c Tarpagliamento della sua propria personalità per le strade di Francia e in oscene gorgonnières di sconosciuti? L'ultimo quarto d'ora del film, molto curato nelle immagini luminose e nei minacciosi risvolti dell'azione (si veda la sequenza del garage-. torre di Marsiglia), ce lo spiega a puntino: ma è spiegazione cosi saturata di anomalie (una macchinazione di terzi con sadomasochismo, ninfomania e altri ingredienti d'uso) che da averla a non averla c'è poca differenza, e Il vero interesse del film resta ornamentale, avendovi II primo luogo la brava Samantha Eggar (l'eroina del Collezionista), che conduce bene, con grazia d'Indifesa, i suol terrori di fine-settimana complicati da una congenita miopia- !. p. irrisi allo i - .Von è né un gitilo come sostiene la pubbticitii. r.é un film d'azione. Gli occhi freddi della paura. Colpi di scena alquanto attendibili e particc'iri w.tani temente macabri ne fanno una confusa storia ci!', ha pretese di critica sociale ma si riduce ad un meccanico susseguirsi di fattacci. Siamo a Londra, dove una sera un giovane avvocato gaudente viene intrappolato in casa propria da urta stra ■na coppia di delinquenti Con lui è rimasta vtu ragazza facile e da un momento all'ai tro si attende l'arrivo del padre, integerrimo magistrato che lavora fino a tardi. Costui si fa attendere per comodità di trama ed ecco che si precisano le posizioni dei due autori del sequestro: l'uno è un delinquente comum. succubo dell'altro che ha ap pena scontato quindici anni di carcere e aersegue una sua poco chiara vendetta. L'avvocato e la ragazza tremano perché altre due persone innocenti sono morte prima di loro. Il magistrato ritarda sempre ed è questa la sua fortuna A poco a poco veniamo a sapere che il suo ufficio è minato e che tutto salterà in aria non appena toccherà la , maniglia della porta. Nel suo | alloggio saltano invece i ner, ri a sequestratori e seque| sfrati. Si accende al buio una i 1 lolla mortale della quale peri j correttezza non si rivela Ve n-, sito. Una patina di amarezza i\ — secondo le velleitarie ina ' tenzioni del regista Enzo Ga ! Castellari — dorrebbe «cena ; dere sull'epilogo. Ma nessuno a degli attori ha l'autorità suf\ flciente per imporsi fino a tale punto. Il migliore è Per» ! nando Rey. il magistrato, ma 0; 1,010 Perché viene risparmiaa- \ to dall'insistente cinepresa o \ c1te non Perdona Trank Wolffi- ! Julian Mateos. Gianni Garkoa- j Giovanna Ralli.vice

Persone citate: Anatole Litvak, Castellari, Enzo Ga, Gianni Garkoa, Giovanna Ralli, Japrisot, Julian Mateos, Samantha Eggar

Luoghi citati: Avignone, Francia, Londra, Marsiglia, Parigi