Luttuosa Sicilia

Luttuosa Sicilia IL "DIARIO» DI PATTI Luttuosa Sicilia Ercole Patti: « Diario siciliano», Ed. Bompiani, pagine 184, lire 1500. Ercole Palli si è finalmente indotto a raccogliere ir, unico volum» le pagine di quel Diario siciliano che. pubblicate sparsamente o in appendice ad alcuni suoi libri di racconti, erano apparse fra le sue cose più rilevanti. Ce infatti in esse il nucleo autobiografico della tematica di l'atti, cioè il pungente richiamo, in lui divenuto "romano», della sua isola, propriamente della sua Catania, congiunto al ricordo della beala fanciullezza e adolcsccnza. Quel nucleo che. se solo in un secondo tempo, con il romanzo Giovannino (l°54>, diventerà apcrlumcntc il centro ispiratore della sua narrativa, prima, per lunghi anni, era slato il caustico reagenle delle sue • cronache» o «moralità» sulla Roma dei «quartieri alti» c mondana: fino n costituire una più o meno implicita contrapposizione fra metropoli e provincia, fra gli usi e costumi affatturati dell'una, e quelli «naturali» dell'altra. Qui, codesto nucleo è. per co-. si dire, allo sialo sorgivo, fuori d'ogni trasposizione o espediente narrativo, che tale non può considerarsi l'ordinamento inverso alla toro cronologia dato da Patti alle pagine di questo Diario, più che altro, 'orse, per giustificare quel senso di risolila, ««I/o ricerca della felicità: dichiarato dal sottolitolo del libto. Scritte per la maggior parte fra il 1952 e il 70, e solo alcune fra il '51 e il '35. quella ricerca in effetti non si basa sulla continuità cronologica: c giustamente, perché, come sempre meglio ci si accorge procedendo nella lettura, «l'espressione più alia della felicità» è per Palli *il ricordo di certe case autunnali dell'infanzia in campagne etnee ». poco lontane da quella che egli si è fatta costruire di recente per I suoi rifugi (quusi sempre autunnali ancor essi) dalla metropoli, e che è come un ideale compendio delle antiche. Una felicità che si identifica con quel passato: un passato immobile, fuori del tempo, al punto che per il ricercatore essa può scaturire «dalla descrizione minuta degli oggetti» contenuti nitro quelle vecchie mura. o| » minutissima di un solo pezzetto del davanzale di una finestra...». Può identificarsi, insomma, con la memoria. * ♦ Daltra parte quella ricerca manca di progressione anche perche il diario autobiografico di Patti e assai diverso du quello che di solito s'intende per tale: condotto, naturalmente, in prima persona, esso non e accentrato sull'io dello scrittore, ma su ciò clic egli osserva, ricorda, medita, ritrac. Sui luoghi che periodicamente rivisita, sul sustdscpapsWpirNtdbBatputadpmle persone o sugli unimali in cui | ^si imbatte, sul paesaggio in cui respira (campagne, marine, giardini, agrumeti, dominati dall'Etna), sulle vicende stagionali (raccolta delle olive, vendemmia, ecc.) cui partecipa, sugli oggetti, soprattutto, che lo circondano (armadi, comò, divani, soprammobili, cose inutili c pur care perche, essendo li da tanto tempo, passate d'una in altra mano, nel succedersi delle generazioni, paiono simboli di eternità). Un diario corale, che e poi lina fuga dui presente e dal pcn- akiterò della morte clic lo accom- {pagrvi. Ma nemmeno questo — : che pur ha risonanze tanto più | profonde in Patii quanto più accesa è la sua sensualità, la sua ■i .- voglia d, vivere - mos.ra uno svolgimento, un prima e un poi all'infuort delle date, che nella loro cstrinsccità sembrano a ■ momenti intercambiabili (c di laiio. nel passaggio dall'una al- l'altra edizione, qualche pagina ; l'ha mutata, c non solo di mesi). L'elegismo in cui quel pensiero c quella fuga ti traducono, e S che è l'intonazione di fondo del Diario, non denuncia sensibili Ialterazioni nel tempo: se mai. :a chiusa (del 1955) esso è più | diffuso. contrariamente a quel che ci si |potrebbe aspettare, in certe pa- gine più remoie, come La sio«-!1Ma questa mancanza di prò-spcttiva, psicologica olire che storica, se produce una certa si- milarità di situazioni, riesce nel- l'insiemc ad evitare il pericolo della monotonia, per elicilo di quel senso della misura, che e poi coscienza dei propri mezzi c ' . . .. dei propri limiti, caratteristrco di Patti. Ed eccolo, in una seni-tura semplice, apparentemente senza pretese, seppur sottilmente lavorala c modulata, in una prosa in cui descrizione e narrazione si fondono in grazia di un costante estro poetico, giungere a proporci la visione di una Sicilia splendida c luttuosa, innocente e carnale. Una Sicilia, appunto, delle e a o a a i sue esperienze e delle sue nostalgie, più vicina — per inicrdcrci — a quella di un francesco Lanza o (sebbene in gran pane ad osa lettera riamente anteriore) di 'in Tornasi di Laro- j peilti.a. che non a quella degli ] scrittori più giovani (di un Leo- ! nardo Sciascia, per esempio). decisa a muoversi, a rinnovarsi rinnovando le strutture sociali. Una Sicilia, insomma, decadente, ma nel senso artisticamente positivo, e suggestivo, del termi ne. Arnaldo Boccili . o r Ercole Palli: la felicità e un'isola

Persone citate: Arnaldo Boccili, Ercole Palli, Ercole Patti, Laro, Sciascia, Tornasi

Luoghi citati: Catania, Patti, Sicilia