Nell'ultima trincea del Bengala di Sandro Viola

Nell'ultima trincea del Bengala Il nostro inviato tra i ribelli bengalesi in ritirata Nell'ultima trincea del Bengala Gli insorti hanno abbandonato Chuadanga, la città scelta come sede del nuovo governo autonomista: le truppe pakistane sono alle porte - «Se avessimo armi tutto sarebbe diverso, dicono i capi, ma ci batteremo sino alla fine» (Dal nostro inviato speciale) Chuadanga (Pakistan Orientale), là aprile. Sono gli intimi aiorni o le ultime ore a%.i Bangla Desh? L'impressione, stasera, è che le difese neurtowllim siano vicine a saltare. L'esercito dell'Ovest dilaga ovunque. Chuadanga, la cittadina che era stata scelta come cupitale del nuovo stato, dove avrebbe dovuto aver sede il governo, e stata sgomberata stamane. I battaglioni del 27' Baluchistan Regiment potrebbero entrarvi già domani. Siamo giunti a Chuadanga nel primo pomeriggio. Per tutti i 28 chilometri che uniscono la città al confine indiani) abbiamo rasentato il triste corteo dei profughi, una lunga fila di piccoli traini, risciò, biciclette su cui erano ammassati donne e bambini, sacchi di cibarie e suppellettili. Nella città c'era ancora qualche armato 'l'aria frastornata, i passi indecisi dei soldati che hanno, smesso di prendere ordini!, ma non si vedeva più segno d'alcuna autorità. Partito il dottor Haque. il responsabile politico del settore, introvabile il comandante militare maggiore Osmann. I vrechi sergenti degli East Pakistan Rifles ci salutavano prendendo la nostra mano tra le loro, serrandola forte, la faccia compunta di chi vive un momento grave. L'ultimo posto dove era ancora visibile una certa organizzazione è Meherpur. un grosso villaggio a tre o quattro chilometri dalla frontiera con l'India. Alla caserma degli East Pakistan Rifles c'erano ancora le sentinelle, sul tetto sventolava il vessillo del Bangla Desh. jeeps andavano e venivano partendo armi e armati. Dentro iuti.tvia, nelle stanze del :omaido, l'atmosfera era qucua Bianca e amara della *"0«/ Ita. Volti chiaramente insonni, confusione di carte, voci basse. Un uomo sui quarani'anni. il mitra sulle ginocchia, firmava e timbrava ordini per le postazioni di difesa della zona. Era Munti Khader. deputato della Awaml League al Parlamento pakistano che non si e mai riunito, uno dei dirigenti di quest'ultima fase della guerra. Khader parlava secco, breve, il contrario dell'eloquio entusiasta con cui i dirigenti della secessione accoglievano ancora una settimana fa i giornalisti stranieri. Le forze npmcdgdemhpumsnttt•1 ci gntlngtmllriisiitiiiiitfiiii*ti*i>«it*iitiitiiiiiiiitiiiitiiiiiiiiitii nazionaliste, ha spiegato, si j ipreparano a contrastare la marcia del 27" Baluchlstan che punta su Kusthia e Chuadanga da Jhinaida e fialigang. Ma la capacità militare del Bangla Desh si sfa ormai esaurendo. « Se avessimo armi da dare agli uomini — ha detto il deputato — se potessimo dire loro " ecco un fucile, vai in linea ad ani mazzare i pakistani ". tutto cspihsmmrlitsarebbe diverso. Ma le armi l non le abbiamo. I nostri mez- ! iti fanno la spola tra un pun- fto e l'altro del fronte traspor- ftando le poche mitragliatrici P•lu> abbiamo dove ce n'è più i>isogno. E questo mentre dal-I b1 «;Ura parte c'è un esercito j dche riceve per via acca i rifornimenti e i rinforzi che gli servono ». Dunque? « Ci batteremo sino all'ultimo — - ha soggiunto Khader. — Dobbiamo farlo perché abbiamo contro nemici spietati. Nei primi giorni di guerra avevamo catturato un ufficiale Punfab, il maggiore Aslam. L'abbiamo uantqpcbasslllltlli:mtllIlilllltlilllll)l1llll11IMIIMIIIIIIIItllllll interrogato, e quando qua! cuno gli ha chiesto quale fosse la loro strategia, quale il piano con cui avevano dato inizio all'aggressione, Asiani ha risposto: " Distruggere, spingere la provincia alla fame e alle epidemie, e cosi domarla ". Non Invento una parola, questa fu la frase dell'ufficiale pakistano. Questo il tipo di guerra che ci è stata fatta ». II monsone non è arrivato in tempo. Ieri sera ha piovu fo su tutta la regione. I sen fieri che uniscono l'India al Pakistan Orientale sono già impraticabili per un'automo bile normale. Oggi siamo an dati avanti solo perché gli urtminl dei villaggi venivano a spingere la nostra macchini strappandola al fango alto. Ma per i mezzi militari queste strade sono ancora possibili. Tra diect o quindici giorni, forse, non lo sarebbero state ptù: il Bangla Desh avrebbe potuto resistere, dar si una fisionomia politica, sperare in un fatto diploma¬ tpcphlmltrllllllllllllMlltlt IIIUIIIUIIMllll MlllllllllIl tico (il riconoscimento da parte dell'India, per esempio) che venisse a sostenerlo sul piano internazionale. Non ne ha avuto il tempo, mentre l'esercito pakistano 'aceva II massimo sforzo p. ; vincere la gara col monsone. A quanto sembra stasera, ci e già riuscito. Sandro Viola

Persone citate: Aslam, Khader

Luoghi citati: India, Pakistan