Il turismo scricchiola

Il turismo scricchiola analisi Il turismo scricchiola ( Lo sciopero negli alberghi esaspera gli stranieri - Timori per la stagione estiva) La nostra industria turistica, uno dei pilastri dell'economia nazionale, incomincia a traballare? E' presto per dirlo, ma la prima grande occasione dell'anno, le vacanze di Pasqua, rischia di essere compromessa: lo sciopero d«si 200 mila dipendenti alberghieri ha (lal'unfatto rinunciare a parecchie caprenotazioni, ma soprattutto potrebbe influire negativamente sul periodo più ricco dell'anno, quello estivo. OH italiani, esasperati, pot ebbero cercare mare pulito e tranquillità altrove; ma il rischio maggiore è che gli stranieri disertino i nostri lidi, dando la preferenza alla Spagna, alla Grecia, alla Jugoslavia, le nostre concorrenti più pericolose. Una migrazione di questo tipo sarebbe preoccupante. Il 1970 si è ancora chiuso con un buon attivo (32 milioni 962.700 ingressi di frontiera, tra turisti ed escursionisti, con un apporto valutario di 1030 miliardi di lire), ma l'incremento ri¬ dsa—miltot!otmgsactagulecichsalasf: dspetto all'anno precedente mè stato inferiore al previ- sesto. Nel 1970, pur senza es- j sser» un anno di crisi, si sono avvertiti alcuni preoccupanti scricchiolii nell'industria turistica. Colpa dei prezzi, dei rumori, del traffico caotico, delle offese al paesaggio, del mare inquinato, delle agitazioni sindacali- sono questi i principali appetti negativi che, secondo un'inchiesta condotta m Germania dalle agenzie di viaggio, hanno rnag- I ddormente colpito 1 tedeschi «dopo un soggiorno in Italia. ' eE il loro giudizio va te- 1 cnuto in gran ROlrtderavlO- i rane. Per rendersene co*to. !tanon è necessario sapere che sono oltre un terzo di tutti gli stranieri che varcano le nostre frontiere; basta andare d'estate in un campeggio o su una spiaggia della Riviera adriatica, o d'inver- scgpetètdpbI^^scmvceano in un albergo dell'Alto j ■Adige: la lingua più diffusa non è certo la nostra; l'Italiano che non sappia dire quattro parole in tedesco rischia di trovarsi a disagio. Ed anche nel 1970, 11 maggior contributo all' espansione turistica italiana è stato dato dalla Germania occidentale (6.566.500 passaggi di frontiera, con un aumento dell*8 per cento rispetto al '69); seguono la Francia (4.307.300, più l.'J -. l la Jugoslavia (3.553.400. più 135rc). l'Austria (3.329300, oiu 10 4°oi l'Inghilterra r ' ■(1.842.800, più 15,4°o), gli Stati Uniti (1.760.100, più 6,5%). Se, malgrado strade intasate e spiagge sporche, milioni di nordici continuano Ogni anno a preferire le nostre spiagge o le nostre montagne, e segno che in Italia vi sono ancora molte cose piacevoli. Secondo un'inchiesta condotta dal- l'Enit in quattordici nazio- ni. il fattore più importante «• il clima, che influenza soprattutto chi viene dal Nord Stati Uniti. Francia e Canada sono i tre Paesi che avvertono maggiormente il richiamo dei tesori d'ane e di storia delle nostre città i il recente sciopero dei musei ha allontanato da Roma. Firenze e Venezia parecchi americani!. Una sorpresa, nell'inchiesta dell'Enit. è rappresentata dal fattore gastronomico: finlandesi, svizzeri, austriaci e. in una discreta proporzione, anche tedeschi, hanno detto di aver scelto l'Italia come meta delle vacanze per la nostra cucina e t nostri vini (solo gli inglesi non se ne sono dichiarati entusiasti >. Ma il turismo <■ poco propagandato. L'Emi ha scarse possibilità finanziane, buona parte dell'opera promo zinnale e lasciata all'iniziativa privata II ministero del Turismo na un bilancio di 5 miliardi e HtHi milioni (l'uno per cento della bilancia turistica, lo 0,27 per cento del bilancio statale) e non e stato nemmeno preso in considerazione dal Comitato per la programmazione economica. Quando ci accorgeremo che le spiagge, il sole, i monumenti sono « oggetti » da vendere (allo Messo modo del sapone, de! televisore, del detersivo) a • onsumatori sempre più di salienti e blanditi, torse sa ■a troppo tcrdi. Livio bucato