La bella vivandiera di Massimo Mila

La bella vivandiera Al Nuovo "La figlia del reggimentodi Donizetti La bella vivandiera L'opera interpretata con grazia disinvolta da Mirella Freni - Direttore Franco Caracciolo L'origine fruncese ha un poto intralciato la fortuna de La ••''./ del reggimento in Italia e le ha impedito di raggiungere il rango degli altri capolavori comici di Donizetti: L'elixir d'amore e Don Pasquale. Né si può negare che le conseguenze di tale ori-ine si facciano sentire. Nella traduzione italiana, la sostituzione di recitativi cantati in luogo del rapido dialogo in prosa dcll'«opér.i-comiquc » dev'essere probabilmente responsabile della lunghezza wagneriana assunta dal primo atto, lunghezza sproporzionata alla tenuità dei fatti che vi succedono. Inoltre il soggetto ■li Saint-Georges e Bayord. piut:osto sciocchino, è giocato sopra sottintesi locali, che sparìr-tono quando l'opera venga sottratta al suo ambiente d'origine. Sogno di «grandeur» l..i ragion poetica della Figlia del reggimento c quell'ambigua e poco simpatica cosa che si chiama spirito di corpo: la solidarietà cameratesca che sì genera nella vita militare e in particolare tra le fatiche c i rischi della guerra. Che razza di soggetto! Ma bisogna riportarsi all'epoca e al luogo. MilIcotlocenlotrentanove: la Francia « s'annoia » sotto la prudenle monarchia borghese di Luigi Filippo. Gli animi generosi ri-algono irresistibilmente alle memorie della « grandeur » napoleonica, quando le armate francai portavano nell'Europa i germi della libertà. I ratuplan, le bandiere, le giubbe e le giberne dei granatieri, i nomi dei reggimenti, le insegne, le oneste figure popolane dei vecchi •' grognards >. tutto questo si ammantava di colori di leggenda e alimentava la fronda che • .irebbe esplosa nel Quarantotto. Donizetti fu tirato in rnezzo a questa rete di sentimenti locali. Ma con qi'el senso del teatro che si ritrovava, se l'avessero catapultato in Nuova Zelanda, in ventiquattrore Donizetti si sarebbe fatto un'idea della situazione e avrebbe scodellato l'opera buona per la Nuova Zelanda. Figurarsi a Parigi! Prova ne sia la scena parodistica del secondano, con la lezione di musica a cui viene sottoposta la povera vivandiera, nel pala/./.) della ricca zia, con un'aria all'antica del maestro (.'all'ari clk>. di continuo trafitta e contraddetta dai rataplan militareschi che sfuggono alla vivandiera e al sergente Sulpizio, presente alla lezione. Anche nel Barbiere di Siviglia c'è una scena analoga, con la parodia della musica antiquata, eppure non è la stessa cosa. Nel Barbiere la polemica ■ esclusivamente musicale, tra l'antico c il moderno. Qui invece la polemica è tra due ideologie politiche e sociali: la contrapposizione delle napoleoniche canzoni di caserma alle grazie leziose deW'ancicn regime. Debolezze e limiti della Fililia del reggimento parlano du soli, e non c'è bisogno di sottolinearli: l'abuso e lo spreco di marcetle schubertiane finiscono per generare sazietà. L'edonismo degenera nel proprio opposto, e a forza di voler divertire finisce per annoiare. Ciò nonostante, con i suoi chiari difetti, l'opera ispira simpatia. E' schietta, sincera: una opira-comique, quasi un'operetta, che si dà apertamente per quel che è. non alleila toni magniloquenti. Sicché, quando accade che dia qualche cosa di più del puro divertimento, è una sorpresa ed ui> guadagno netto per l'ascoltatore. Canto malinconico I qualcosa di più, indubbiamente ce: la romanza * Conv ien partir ». che fiorisce verso la fine del primo atto, quando proprio si comincia a non poterne più di tante marcetle militari. Nel canto della malinconia di Maria, costretta ad abbandonare la libera vita militare per seguire la famiglia aristocratica, si compendia lo spirilo dell'opera: uno spirilo, in tondo, di lontana ascendenza rousseauiana, dove l'esercito è la libera natura e il castello signorile è la società, coi suoi vincoli, le sue menzogne, i suoi artifici. Insieme a « Una furti\ a lagrima ». a « Spirto gentil » e insieme allo sbigottimento del vecchio Don Pasquale deluso e beffato, « Convien partir » è una delle più alte espressioni del patetico donizettiuno. e una delle più belle melodie del melodramma italiano. Donizetti sembra quasi aver voluto rendere omaggio al genio .li Bellini sollevandosi alla sua altezza sul suo stesso terreno. Da quanto s'è detto, è facile pire che La figlia del reggimento è una di quelle opere che abbisognano d'esser difese sircnuamenic da un'interpreta¬ ziotamdiReca10 PeMmcesocighd'nuligsi11 vatimzianguscdigucoprinlariruriadginmdCstdlecomcankblrptgtAcrcetcFddreslSpc zione di pr'm'ordinc. Fortunatamente tale esigenza è esaudita in questa realizzazione del Regio, lu cui esecuzione musicale costituisce un nvvenimen- 10 du non lasciarsi sfuggire. Per la prima volta a Torir" Mitrila Freni non ha certo demeritato le lodi da cui era preceduta. Con una voce che ha sostanza di soprano lirico, snocciola senza batter ciglio gorgheggi du sopruno leggero, e d'altra parte, ove occorre, pronunciti con chiarezza e intelligenza. Tiene la scena con disinvoltura, si diverte a rendere 11 comico personaggio dolio vivandiera, cui la predispone ottimamente la sua naturale grazia monellesca. Il tenore Ugo Benelli disegnu anche lui con umorismo la figuru di Tonio, montanaro dalle j scarpe grosse c dui cervello fino. I dipinto du Donizetti con quel gusto tutto suo della psicologia contadina. La parte di Tonio presenta dillicollà vocali quasi insormontabili: quundo non ce la fu quasi più. come nei terribili otto afilli dell'aria dell'arruolamento. Bendi! i.a lo spirito di buttarla in comico e di addossare lo sforzo alla goffaggine contadinesca del personaggio. Un Sulpizio di rara eleganza musicale e scenica, senz'ombra di sguaiataggine, c il baritono Claudio Desdcri. giovane artista che con ammirazione vediamo riuscire egregiamente nelle prove più diverse, dal comico al drammatico, dall'antico al moderno. Il lerzettino del second'alto. eseguito da questi tre artisti, è un'autentica ghiottoneria. Tocco umori*iks Anche la Marchesa di Bcrckenlield. « sostenuta ma sensibile ». come viene definita nell'elenco dei personaggi, viene resa in modo spassoso dal soprano Rosa Lughczzii. che sfrutta con umorismo la sua ragguardevole stulura. Tutti gli altri unisti, c cioè I.urico Campi, Alberto Allietimi. Guspurc Pace. Giusc Gerbino Crolla. Mario Romagnolo. Curio Lbenone, cantano e agiscono a dovere. evidentemente ussai bene indottrinati dalla direzione di Franco Caracciolo e dalla regia di Filippo Crivelli: due sensuali della musica e del teatro, che dell'edonismo di quest'opera i regalano con magnifico siburitismo. I bozzetti di Ferruccio \ illagrossi. realizzali da Ercole Sormani. ricordano un poco, nel primo atto, le bellissime scene che anni fa aveva preparalo a ! : ! ! '■ Napoli, in siile di « images d'Epinul ». Franco A Un.. III. al quale del resto si devono qui i figurini. Anche il coro, istruito dal ! macslro Brainovich. sostiene con : vivacità la sua parte, superfi! ciale ma atibundriMc. e l'orche! slra. armoniosamente condotta '■ du Caracciolo, rende giusliziu u qucllu meraviglia delle meraviglie che è lo strumentalo di quest'opcru: un cupola\oro di Sftezza per il quale i purugoni più arrischiati (Mozart e Weber, tunlo per non far nomi) non sono fuori di luogo. I)a,iicordare anche i pregevoli « u solo • del corno inglese e del violoncello nelle due arie patetiche di Maria. L'esecuzione e stala preceduta da un minuto di raccoglimento in memoriu di Strawinsky. Il Regio ha promosso La figlia del reggimento al rango delle opere con cinque rappresentazioni: un gesto di coraggio che merita di essere premialo. Il pubblico torinese non dovrebbe privarsi dell'occasione di sentire'un soprano di cartello j (Miiella Freni ha conquistato gli spettatori, e ci sarebbe riuscita facilmente anche senza tanta claque). e d'assistere a uno spettacolo armonioso, con una opera un po' leggerina ma graziosa, che ha un suo posto nella storia del teatro musicale e die non si rappresentava u Torino da oltre mezzo secolo. Ci ritornerà dunque, secondo ogni vcrosimig'ianza. nel secolo venturo. Beato chi ci arriva, ma intanto è meglio approfittare dell'occasione. Massimo Mila

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