I razzisti sperano nelle donne di Giampaolo Pansa

I razzisti sperano nelle donne Gli xenofobi svizzeri dopo il congresso di Olten I razzisti sperano nelle donne II 7 giugno, quando il progetto Schwarzenbach fu respinto, le donne non avevano ancora il diritto al voto - « Azione nazionale » vuole ora un altro referendum per limitare l'ingresso degli stranieri - « Nel mondo siamo troppi », dicono - « Non odiamo gli strama qui vengono criminali e agitatori» • Un leader preoccupato: «In futuro gli italiani in Svizzera saranno 2 milioni» meri, iDal nostro inviato speciale) Zurigo, 31 marzo. » li 7 giugno Schwarzenbach ha perso. E. dopo aver perso, si è ritirato, dicendo che dobbiamo avere fiducia nel governo e che !1 problema degli stranieri ti. Sviz/<•!•:. verrà risolto. Ma noi '.a fiducia non l'abbiamo! Perciò vogliamo un- nuovo referendum per limitare il numero dei forestieri che entrano nella nostra patria. Questa volta vinceremo. E sapete chi ci farà vincere? ». L'avv. Werner Reich del Cantone di Zug si è fermato, ha succhiato la pipa, si e lisciato il gigantesco anello azzurro, poi ha esclamato: « Ma le donne svizzere, miei signori! Il 7 giugno 1970 le donne non avevano ancora diritto al voto; la prossima volta, invece, voteranno e saranno con noi... ». Un'altra pausa L'avvocato Reich — un signore alto e massiccio, già distintosi per aver proclamato alla tv sviz zera: «Gli italiani sono le ! scorie, i rifiuti dei popoli mediterranei » — si e guardato attorno. Poi. scandendo bene le parole, in un martellante tedesco, ha garantito: « Io non odio gli stranieri. Ho sposato una straniera. Ma il fatto è che, spesso, qui arrivano i peggiori, criminali, politicamente pericolosi, agitatori politici. E poi esistono tanti problemi pratici, le case, le scuole. Per questo noi faremo appello alle donne svi/.ore, che sono interessate a questi problemi in modo particolare ». L'appello lo lancerà, prestissimo. {'« Azione nazionale contro l'inforestieramento del popolo e della patria». Dopo la sconfitta nel referendum di giugno, quando gli elettori dissero no alla proposta Schwarzenbach di limitare la quota degli stranieri in Svizzera al dieci per cento della popolazione, il movimento sembrava morto. Invece, perduto per strada Schwarzenbach dimessosi da presidente onorario. li National Aktion » è rispuntato l'altra domenica tenerid.) ti suo congresso ad Olten. una cittadina del Cantone di Soletta, tra Berna e Zurigo. A Olten cento delegati eletti da 10.200 iscritti hanno approvato il lancio di una nuova iniziativa, più ra- i dicaie della prima: introdurre nella Costituzione elvetica una norma che fissi a 500 mila il numero dei forestieri residenti. Poiché oggi la Confederazione ospita 9S1 mila immigrati (528 mila sono italiani;, se gli xenofobi la spunteranno, saranno quoti mezzo milione coloro che dovranno andarsene. Ma « Azione » ce la farà'.' Come se viste, l leaders sono sicuri di sì. E per ora stanno raccoglilo le etnquantamùù «,-me necessarie \ ad obbligare il governo fe i derale a indire, entro due ' anni, il nuovo referendum Le schede rosa per questa j racco//a sono stata distriI buite oggi alla conferenza \ stampa indetta dal Movimento per illustrare la nuoj va proposta. Il posto: il salone dei caffè della stazione di Zurigo-Enge. un edificio tetro color antracite, pieno di anziane signore sole, inI tente a fissare t loro boccali ! di birra. Alle pareti i grafici della natalità svizzera, che indicano un aumento « pauroso » del numero dei neonati stranieri AI centro del tavolo lo stato maggiore di Aktion e. al centro dello stato maggiore, ti presidente effettivo. Rudolf Weber. Titolare di un'agenzia di viaggi a Basilea. Weber è un ! signore sui 45 anni, pallido pallido e dal sorriso meccaI nico. Un giorno, per dimaj strare che anche gli svizzeri i oossono fare lavori umili, i si vestì da spazzino e ripulì | un po' di vie della città. , Gli andò male, perché cadde \ e si slogò una gamba. Oggi j si è dimostrato molto pili • bravo nel fare gli onori di casa. Ed è stato anche generoso: « Poiché vedo molti giornalisti stranieri, parlerò non in dialetto, ma in tedesco scritto, cosi voi potrete cantre tutti... ». Weber, però, ha parlato poco, tanto per ribadire che nessuno dei militanti di Aktion « si rassegna al 7 giugno ». Dopo di lui si è alzato l'ingeanere agrario Valentin Oehen. un florido giovane dalle lunghe basette. Si è detto preoccupato perché « nel mondo siamo troppi ». Ogni giorno nascono duecentomila bambini, andiamo verso la Hungerkatastrophe, la fine per fame. Ha poi parlato del congresso di Olten per lamentarsi dell'accoglienza di giornali, radio e tv: « Sono rimasto scioccato — ha ammesso — e non ho dormito per due giorni il che per uno scienziato è molto triste ». Ma la parti: di protagonista è toccata all'avv. Reich. E' stato lui a riassumere le idee del Movimento. Ha rimproverato le industrie iche hanno preferito la mano d'opera straniera alle innovazioni tecnologiche/. Ha criticato il governo federale. Ha garantito che il settanta per cento degli svizzeri «condanna l'inforestieramento ». Ha detto che bisogna pensare al popolo elvetico e non alla piccola minoranza che fa i soldi grazie agli immigrati. E. infine, ha assicurato: « Noi non siamo estremisti ». Mentre Reich parlava, gli attivisti del Movimento di stributvano. assieme alle limonate e a grosse tartine di prosciutto e cetrioli, un opuscolo scritto da lui: « Il popolo svizzero chiede giusti zia ». Ci sono capitoli dedicati alla a decadenza della lingua elvetica ». oppure « la presenza di tanti stranieri già oggi è illegale ». l'i si leggono alcune delle paure reati degli xenofobi Per esempio, la paura nel confronti dei sindacati, che. per colpa degli stranieri, c in particolare degli italiani, si comporte ; reobero sempre più « in mo- \ do comunista ». Reich Ha poi citato uno slogan nusterto- < Zr»n^V;Tvll~S™ zera non per lavorare, ma per fare la rivoluzione ». Weber e i suoi amici cercheranno dr mettere un freno a tutto questo: « Se la corda si tira troppo, rischiamo di diventare un nuovo Aito Adige ». E un altro leader. Frife Neier. ha messo in guardia tutti: a Attenzione, in futuro gli italiani in Svizzera saranno due milioni! ». Non si è usciti da queste banalità. E nessuno, neppure l'ultimo dei capi di Aktion. l'esperto di Borsa Hans Bachofner. ha saputo rispondere con chiarezza ad una serie di domande: che cosa è un buono svizzero? Che cosa è l'inforestieramento? Con quale criterio verrebbero scelti i quattrocentomlla immigrati da rispedire a casa? Personaggi mediocri, come mediocre è la loro immagine di una « Svizzera pura ». una piccola patria chiusa in se stessa, senza rapporti col Mei-, sema rapporti con l'Orni e, tutto sommato, un po' razzista Avranno successo? Qui il discorso deve essere più cauto. C'è tutta una media e piccola borghesia e anche una jxirte del ceto operaio elvetico che. per ragioni economiche e psicologiche, è permeabile alle pseudo-idee di Astone nazionale. Lo si è visto il 7 giugno, quando Schwarzenbach fu sconfitto soltanto di strettissima misura. Tutto dipende inon è solo Reich a dirlo, lo pensano in molti) da quello che decideranno le donne. Giampaolo Pansa ! Zurigo. Una riunione del Gruppo internazionale del Lavoro e del Teatro operaio per lo studio delle condizioni dei lavoratori stranieri nella Confederazione Svizzera (Foto Team)

Persone citate: Astone, Borsa Hans, Mei, Rudolf Weber, Schwarzenbach, Werner Reich

Luoghi citati: Basilea, Berna, Confederazione Svizzera, Olten, Svizzera, Zurigo