Inutilizzati dalla Gescal 554 miliardi in sei anni
Inutilizzati dalla Gescal 554 miliardi in sei anni Lo afferma la Corte dei conti Inutilizzati dalla Gescal 554 miliardi in sei anni La « Gestione case lavoratori » ne ha spesi soltanto 294 • « Di conseguenza, allei ma la Corte dei conti, è mancato il previsto intervento pubblico nell'economia nazionale dell'edilizia abitativa» • Rilevata la necessità di una revisione delle norme t Nostri! servizio particolare) Ruma. 29 marzo. la Corte dei conti ha consegnato al Parlamento la relazione sull'andamento tirila gestione Case per lavoratori ((,escali nel 1969. E" un documento che sarà utilizzato nell'esame della legge di riforma del settore casa, che si è iniziato oggi in commissione alla Camera. La Corte dei conti scrive. avvalendosi di dati dell'Istal. che nel suoi 6 anni di vita, tal 1963 al 1969. la Gescal ha speso solo 294 miliardi lasciando •< inutilizzati » altri 554 miliardi. La Gescal ha speso annualmente il 30,9 per cento di quanto globalmente speso nello stesso periodo da tutto il settore pubblico che si occupa di dare case ai lavoratori, e l'I,85 per cento della spesa complessiva un mia. pubblica e privata, per la costruzione di case. Scrive la Corte che, di conseguenza, «è completamenti: mancato quell'intervento pubblico nell'economia nazlona le dell'edilizia abitativa, sia come guida e freno del costi, sia come acceleratore delle costruzioni, sia come normalizzazione del mercato delle arce fabbricabili, che era stato previsto, o quanto meno auspicato ». con le tre leggi del 1962 (la « 167 »i. del 1963 iche crea la Gescal) e del 1967 (piano economico nazionale». In base a quest'ultima legge, « l'intervento pubblico avrebbe dovuto cor rispondere almeno al 25 per cento di tutte le costruzioni di edilizia abitativa: In realtà l'intervento pubblico e stato di gran lunga Inferiore e. in particolare, lo è stato quello della Gescal ». La relazione giudica anche che « il ritardo nell utilizza zione (ielle disiionibilità ha provocato e provoca una for- te diminuzione nel numero degli alloggi che sarà ^tst bile costruire, a causa delle intervenute flessioni moneta rie e degli aumenti dei costi „„„„ ,„„„„ „,,,„„„, ,„„„,,; certamente non compensali dagli interessi bancari sulle giacerne » ti Se poi — si legge nel documento — la riduzione del numero degli alloggi si lui sui singoli suoli già predisposti, l'aumento del cosii-tatto saia maggiore per l'ineidiza della parte di area eh i resta Inutilizzata o tnutUizéabile ». « Ciò premesso, e considerato ffie sono trascorsi ben sette anni dall'inizio dell'ut ttvttà della (icscat — continua la relazione — si può senz'altro affermare che. per normalizzare la situazione dell'edilizia popolare e conseguire in concreto le previsioni del programma econo mico nazionale, e indispensabile e urgente una revisione, a livello legislativo, dt tutte le imi me vigenti in ma- lena » Il disegno di legge per la casa propone appunto, tra I iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii l'altro, una revisione di molte norme ohe riguardano la Gescal. La Corte indica quelle che hanno maggiore incidenza negativa: « l'interferenza » degli Istituti case popò lari, di altri enti, uffici e organismi e « soprattutto del ministero del Lavoro e del ministero dei Lavori Pubblici ». « Particolare inemione » è fatta per i Comuni, che devono preparare i piani urbani stici. Inoltre vi e il fatto che il comitato centrale della Ge scal deve fissare a priori i costi massimi a vano per gli appalti. Dice la relazione del la Corte che. « se il cesio • a no viene fissato in misura in tenore ai prezzi di mercato — e nel 19119 lo scarto e stalo del zìi o 25 per cento circa in meno — le gare vanno deserte e l'attività costruttiva su- bisi •• rallentamenti». I g. m. ii a iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiimiiiiiiiiiiiiiii
Persone citate: Ruma
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