TITO OGGI A ROMA di Giorgio Fattori

TITO OGGI A ROMA ^ primo capo di Stato jugoslavo in Italia TITO OGGI A ROMA Il viaggio, che restituisce la visita di Saragat a Belgrado nel 69, conferirla gli ottimi rapporti tra i due Paesi, malgrado antichi contrasti e qualche rccenU malinteso - Net colloqui saranno discussi soprattutto i problemi del Mediterraneo, della co ' ~nza per la sii urezza europea, della collaborazione economica e i regolamenti nelle terre di .ontiera - Per comune accordo, non si parlerà della Zona B - Il soggiorno si concluderà lunedì con la visita in Vaticano (Nostro servizio particolare• Roma, 24 marzo. Il presidente Tito giungerà all'aeroporto di Ciampino alle 1030 di domani giovedì. Sarti a riceverlo II presidente Saragat. con I presidenti della Camera e del Senato Pertlnl e l'anfani, il presidente della Corte Costituzionale Branca, Il capo del governo Colombo, il vicepresidente del Consiglili De Martino e II ministro degli Esteri Moro. Nella prima giornata della visita il maresciallo Tito sarà ospite ad un pranzo offerto In suo mure dal presidente Saragat. Il ministro degli Esteri Tepavac avrà '-olloqui politici alla Farnesina con il ministro Moro. cSilVtpFmnpclczicaqpsavVenerdì sono in programma I g colloqui di Tito prima con ! Saragat al Quirinale, poi con j il presidente del Consiglio a 1 Villa Madama Sabato mattina Tito partirà per Torino, dove ha in programma una visita alla Fiat. Ritornerà a Roma domenica e la mattina di lunedi 29, prima di ripartire per Belgrado, andrà in Vaticano per l'udienza con Paolo VI. E questa la prima volta m cinquantatré anni di vita nazionale che da Belgrado un capo di Stato viene a Roma: questo dice quanto sia importante la visita e come sta stato lungo e non sempre agevole il cammino per arri varci. I rapporti tra Italia e Ju goslavia. avviati malissimo i ! j ; |; !:ii1' ! nel secondo dopoguerra, so- | j no oggi buoni, e per alcuni 1 aspetti eccellenti. Saragat è stato a Belgrado due anni la i e la restituzione della visita ! non si p>esenta come routine j diplomatica. £' sfato anzi ; preceduta dall'incidente del | rinvio del viaggio, utile a ; chiarire almeno una cosa: al ! di la del vecchi strascichi di : questioni territoriali. Italia e Jugoslavia tengono soprattuti to a non logorare i legami di buon vicinato. Cosi l'tmprov i viso crisi di dicembre è stata subito giustamente ridimen stonata, e poi archiviata nel1 l'incontro di febbraio a Ve' nezia fra i ministri degli Esteri Moro e Tepavac. La comune volontà di amicizia si è dimostrata più forte delle risorgenti speculazioni nazionalistiche delle due parti: ma questo non significa che il brusco rinvio di dicembre sia dipeso soltanto da un passeggero malumore di Tito. Al seguito del mare sciatto tcon la moglie Jovanka. il ministro degli Esteri Tepavac. il responsabile del Commercio estero Glandi e ottanta giornalisti iugoslavi) ci sarà il presidente della Repubblica slovena, come a rammentare i problemi di frontiera ancora in sospeso. \ Però dalle due parti l'accordo è netto. La visita di Tito deve sottolineave gli interessi che legano le due nazioni e non le divergenze. Impegnerà gli statisti italiani e jugoslavi in un esame della situazione europea e mediterranea, per studiare insieme iniziative di pace e stabilità Politica. Le navi russe la situazione internazionale, e soprattutto la lunga crisi del Medio Oriente, ha creato nuove preoccupazioni iugoslave con le flotte delle grandi potenze che incrociano nel Mediterraneo. L'Adriatico potrebbe divenire una chiave strategica dell'influenza militare sovietica per quella spinta verso « i mari caldi » che è una costante storica della politica russa. La Jugoslavia si sente premuta alle spalle e vede come unica soluzione il progressivo ritiro dal Me-aiterraneo delle flotte degli Usa e dell'Urss. I suoi interessi coincidono con quelli dell'Italia, sosterrà il maresciallo Tito, perché ambedue i Paesi hanno « una dimensione mediterranea », secondo la definizione del viceministro degli Esteri jugoslavo Pesic. Negli incontri di Roma si discuterà anche della conferenza europea per la sicurezza, dei problemi dell'Africa e dei « non allineati ». Si cercheranno nuove intese commerciali e industriali che rafforzino l'economia jugoslava, e quindi l'autonomia politica di Belgrado- La recenti svalutazione del dinaro ha confermato che questo è un momento difficile per le sei Repubbliche confederate, aizzate luna contro l'altra da gelosie economiche sfumanti in oscure manovre politiche. La visita di Tito sarà un'occasione per ribadire la sincera, e già provata, disponibilità dell'Italia ad aiutare i nostri vicini a uscire dalla crisi. Italiani e sloveni / problemi minori di frontiera (24 chilometri ancora da picchettare al confine Nord, le « sacche » italiane e slovene oltre confine, la tutela delle minoranze etniche) saranno 'ricordati per una raccomandazione alle commissioni tecniche di affrontarli col massimo impegno. Irrilevanti sul piano nazionale, sono questioni amministrative che condizionano la vita di piccole comunità agri in due dal confine, acquedotto da una parte e villaggio dall'altra, sloveni residenti in Italia che debbono fare il servizio militare a Belgrado e viceversa. Cristallizzati negli anni, alcuni di questi pro¬ 20 colpa di nessuno, ma rin cole: campi e case tagliate bfemi si sono complicati sen- vùirli ancora sarebbe dannoso e inutile. Di comune accordo non si discuterà invece della Zona B. tema spinoso più per gli echi polemici della visita rinviata che per obbiettivi contrasti di fondo. Questi cento giorni di « pausa di riflessione » sono serviti a Tito per smussare le impazienze e le diffidenze slovene e al governo italiano per ribadire con chiarezza la sua posizione. Ricordiamo le parole del ministro Moro alla commissione Affari esteri della Camera: « La politica seguita dal governo Italiano nei confronti dell'amica Jugoslavia è basata sul più leale rispetto del trattati e degli accordi in vigore, ivi compreso ovviamente il I di Londra del 1954. e della ! sfera territoriale da esso ri .saltante ». Nessuna riserva mentale \ del governo italiano, quindi memorandum d'intesa sulla situazione giuridica del-la Zona B e il riconoscimene to della frontiera sarà affida-to al dibattito del Parlamen- to. come avvenne per il prò- blenni dell'Alto Adige. I jugo- slavi sperano che questo accudii entro il 1972. ma sembrano ormai rassicurati sull'atteggiamento dell'Italia e convinti dell'opportunità di una soluzione per gradi. Liquidati i malintesi e i falsi terreni minati, il viaggio di Tito si presenta come puntod'arrivo della politica di due nazioni che danno oggi in Europa un esempio di conci- renzo civile. Giorgio Fattori ntcbuTskTCocrfPdd Belgrado. Il presidente jugoslavo Tito (Foto Dittato)

Persone citate: De Martino, Paolo Vi, Pesic, Saragat