Le sfide di Tito di Giorgio Fattori

Le sfide di Tito DOMANI A ROMA Le sfide di Tito Dicevano vent'anni fa dell binarescialln Tito clic viaggias- i cse malvolentieri all'estero per I (timore dell'aeroplano, c pare I sfossero stati i sovietici a mct-lgiiic in giro malignamente la Ivoce, dn|k> clic in compagni.! I Idi Kardelj i' (ìilas Miniò a ] I«Isa in treno dall'ultimo colloquio di Mosca con Stalin. Se mai era vero, !a paura '.;li dev'essere passaU da un jiczp .eln' non c'è oggi Ira i zìi. leader* mondiali un più infaticabile viaggiatore del scttantottenne Maresciallo. E' atteso domani a Roma |x-r una visita 'di grande importanza a livello di Capi di Stato: e l'orse entro l'estate andrà negli Stati Uniti per un incontro ancora più significativo: con Nixon. Sono due viaggi politici che hanno una doppia curiosità in comune. Per la prima volta il Maresciallo \crrà ufficialmente in Italia (andò a Napoli nel 44 |nr parlare con Churchill); |kt la prima volta andrà a Washington ( incontrò Kennedy a New York durame una visita all'Onu). I sono due viaggi che batuio l'antefatto d'un collerico rifiuto di Tito: il 10 dicembre scorso mandò a monte il viaggio a Roma per una dichiarazione sulla Zona 11: inulti anni la annullò di colpo la sua attesissima visita in America, offeso da una di dilatazione del presidente F.iMnli.iwer sul pericolo comunista nel mondo. Simo precedenti utili da rilordare |kt mettere a fuoco la personalità dell'uomo che di ogni diOicile situazione politica ha fatto una sfida e una battaglia. l~i Iugoslavia è un paese ancora povero e dallo sviluppo economico tormentato; ma lutti coloro che da questa necessità d'appoggi internazionali hanno presunto una remissività di "l'ito, .si sono sempre sbagliati. Stalin fu il primo a farne la quasi incredibile esperienza. Pensava di |x>ter comandare la Iugoslavia ccol mignolo >, contando non solo sui blindali dell'Armata Russa, ma sul vassallaggio economico di Belgrado. Tito ruppe clamo n.samente con Mosca: visto nella prospettiva storica, il suo gesto ebbe un'importanza forse più grande della «eresia» ■ li Pechino, nata prima dalla inudatola sovietica che da uno scatto di ribellione dei cinesi. • Tito mi pnui/iie mollo. . ìveva un carattere vivace ed era un uomo semplice ». Così Nikiia Kruscev rievoca nelle sue discusse memorie il primo incontro, a Mosca, con l'ex comandante Uro:', detto Tito. Il carattere ■vivace» del Maresciallo è stato la ncia dominante di venticinque anni di politica iugoslava. Furibonde esplosioni di collera, ma sempre corrette a tempo dalla fredda scaltrezza del potere. Un'emotività pericolosa — |kt i ilue sfortunati ambasciatori sovietici che presentarono gli ultimatum, ma .in. he per vecchi compagni di partito — che ha trovato sempre il suo punto di forza nell'intransigente nazionalismo. In un paese dove dicono: «./ tata siamo terbi e croati, ma davanti agli straniai lutti iugoslavi », il nazionalismo di Tito rappresenta qualcosa di più che una generica sollecitazione sentimentale: è la garanzia d'indipendenza contro l'in visibile assedio alle frontiere macedoni ( sempre in preallarme |icr le pi rimili !u- rivendicazioni etniche dei bulgari) ed i la chiave jxrr l'unità fra le sii Repubbliche, divenuta dirliule. Da ormai un anno il problema del « dopo Tito» assilla Belgrado e fa inquiete Zagabria r Lubiana: il Maresciallo tenta di risolverlo con audaci riforme costituzionali, purché si.i salva l'unità patriottica. Meuché la < via jugoslava al socialismo» abbia contestato l»-r prima gli schemi dell'economia leninista, Tito non si è ■ ii.ii atteggialo a ideologo e lorse non per modestia (che secondo alcuni non è fra le sue doti peculiari), tua per istintiva abilità di statista. Ha lasciato sempre la |x>rta a|x-rta a qualsiasi riforma, senza la preoccupazione di ricredersi, anche pubblicamente. E' un mediocre oratore, ina alla gente piace perché dice le cose come stanno, con la ruvida franchezza della sua origine contadina. Critica, si lagna, propone in modo spiccio cam- dniDPai mls■stslcsdtdatclgcpartigiano |osip | burnenti radicali: maturi gio cando la parte di sa^io pa (riarca, ina senza le ifuggcnti sottigliezze tli lin^uaggin degli altri leaden comunisti. In Iugoslavia i.jjp si litiga molto Ira le varie Repubbliche, ina il IìIktii collimino di giudizi ri- di situazioni e d e a o i é l o è e e e r a a a , n e a e , - ducc il rischio nevrotiche che scoppiano con improvvisa violenza: come a Danzici, a Praga, a Budapest. Questo è merito del vecchio Presidente e anche i più tenaci avversari lo ammettono. «.Von i mi ili cid ii molte idee di 'l'ito, ma gli riconosco una personalità di leader ihe resterà nella stona del paese » ci disse sci ■ ^csi la Milovan Gilas. I gli studenti di Belgrado clic attaccano « l'involuzione borghese » della nazione, arrestano la loro critica davanti a Tito, consapevoli clic la Iugoslavia sta insieme e va avanti nel difficile ruolo di « non allineata » per la giusta cocciutaggine del Maresciallo. Invecchiando è diventato più aspro, insofferente dei dibattiti accademici "che capisce poco, sempre adento |X-rò al suo ruolo di conciliatore sopra la mischia, di croato clic ha latto la guerra a li.imi. dei p.irtigiani serbi e che è nato abbastanza povera da comprendere le trust razioni delle Repubbliche sottosviluppate del Sud. Ila avuto l'accortezza di rinnovare i quadri politici, affidandosi a una generazione che non ha conosciuto i vecchi tempi delle cospirazioni e dei massacri. I suoi nemici dicono che una delle sue forze è il cinismo politico, così che ha sacrificato senza esitare la vecchia guardia. Ma |xiliz.iotti e generali prosovietici non li rimpiange nessuno, e forse solo Gilas ha pagato il prezzo trop|xi alto d'una diretta gelosia di potere. Sulla sua indistruttibile energia di < stari », il vecchio, ci sono iMilit leggende: il whiskyacqua ut priuia mattina (e poi altri a regolari intervalli così che Nixon si arrese subito sbigottito), le tre segretarie che si danno il cambio, spremute dal lavoro. Poi la sua passione di viaggiare pei il mondo, con l'ambizione scoperta di essere considerato il numero uno dei < non allineati > e il difensore d'ulficio del l'erzo Mondo; c anche l'inclinazione a godersi la vita con un certo candore di ex povero nel fasto di Brinili, come un granduca all'antica. Sono debolezze che danno 10 spunto a critiche, molto | sommesse, di alcuni moralisti nel partito. Ma la carica vitale di questo Presidente vicino agli ottantanni ha manifestazioni piti sorprendenti nell'ini peliti ■ di migliorarsi pei essere all'altezza del personaggio. Così, pochi anni la. decise clic doveva imparare l'inglese e si alzava ogni mattina alle sci per la lezione; e pure da vecchio ha cominciato a suonare 11 piano, con la diligenza d'uno studente. I )a qualche anno delta !a sua autobiografia a una schiera ili collaboratori, senza fretta, come avesse davanti a sé un tempo illimitato. Quando però tutti pensano che Tito, memorialisti, pianista e cacciatore, sia .naturo per la pensione, improvvisamente riprende in inailo il paese con l'autoritaria severità del comandante « per mettere a posto — dice — ; confusionari ». Canne tutti i leaders vincenti di una rivoluzione, è un uomo duro e in qualche occasione tu spietato. Il suo mito di guerriero e di capo insostituibile lo ha forse isolato nel pacati rendendo più difficile la successione. Ultimo superstite dei protagonisti del tempo di guerra, non ha perduto tuttavia la grinta politica, fatta di impulsi clamorosi e di astuzie segrete. Risulta che i sovietici abbiano cercato di convincerlo ad andare a Mosca, inv italo d'onore, al prossimo congresso del partito. Gli av rebhero anche assicurato che non si parlerà di divergenze ideologiche fra paesi socialisti e solo di problemi interni dell'I iss. Ma Tito viene a Roma, andrà a Washington e aspetta che. impensieriti dal suo nuovo incontro con Nixon. i dirigenti sovietici propongano di fargli visita a Belgrado. Buon giocatore come sempre, gli anni non l'hanno cambiato. Giorgio Fattori

Persone citate: Churchill, Gilas, Kennedy, Kruscev, Milovan Gilas, Nixon, Stalin