La ragazza uccisa voleva lasciare il lavoro ma la padroaa afferma: "Non ne so nulla"
La ragazza uccisa voleva lasciare il lavoro ma la padroaa afferma: "Non ne so nulla" Intervista con «Twiggi», amica di Giovanna Aimo La ragazza uccisa voleva lasciare il lavoro ma la padroaa afferma: "Non ne so nulla" Era già stata assunta nella fabbrica di legnami a Polonghera - il giorno del delitto era l'ultimo della sua attività a Torino • La proprietaria della galleria: « Non mi aveva detto niente » L'amica: «Era triste, dovevamo vederci alla domenica, sabato mattina ho letto del delitto» "■» aSrn i^a F ,e cc"a <"" alorni prtma E le « Giovanna aveva Insistito per hi ci Incontrassimo domenica. orse voleva confidarsi, raccon- ccisa due giorni prt o: ultimamente era preoccupala, a non ne conosco ti motivo a osi dice Margherita Longo Vahetto. 20 anni, abita In un cacinale di via Bemero 2. a Ponghera. In paese la chiamarti» Twlggi ». per una acconci?.'ara he si era fati*, tempo fa. Il suo ome e su una lettera che Glo- | anna Almo, uccisa da Guido ortlgllattl ha indirizzato al fianzato, Toni. Vi si legge: « Sono n una situazione gravissima. Ho \ hiesto a Twlggi dì spiegarti ogni osa, sono sorvegliata, pediata... ». Minuta, elegante, blonda. Marherita Longo Vaschetto lavora J n uno studio notarile di via Doa. Racconta: « Giordana da qualhe mete era cambiata. Parlava oco. Era tempre pentlerosa. uando lo cercavo di farmi dire erché lotte coti, te potevo aiuarla, rispondeva con frasi spezate: accennava a Incertezze sul avoro e preoccupazioni in cata. Temeva che Toni non le volesse iù bene ». Neppure Twlggi è in grado di piegare il contenuto di quella *fl » mlster|osa. m cui si fa ,uo nome , Gioranna arerà eccftl proWeml. Due giorni rima del defitto Ifffod con I ge- 1itori. .Voi roterà andare a la- arare In fabbrica. Mi raccontò | neste cote giovedì tera. mentre mi pullman rincasammo oro. Sfora per piangere. Aggiune con Insistenza che dovevamo ederci, parlarci a lungo. Non ne bbiamo più avuto ti tempo. Ho aputo dal giornali che era ttata uccisa ». Di quella lettera, di quelle frasi enigmatiche in cui si fa 11 suo nome. Twlggi non sa dire nulla. Cosi, se sul delitto non ci sono pili misteri dopo la confessione del Portlgllattl, restano molte zone d'ombra attorno alla figura della vittima. Giovanna Almo ir. questi ultimi mesi aveva due p'.obleml: qualcuno la minacciava e era sempre alla ricerca u< denaro. « MI telefonava sovente — di ce Liliana Tonti — piena di amie e apprensioni. Venerdì alte 11.30 mi pregò di andarla a prendere all'uscita dal lavoro». Gilda Che- pes. proprietaria della « Bottega d Arte ». aggiunge: • La trovavo spesso in lacrime. Mt ha confessato che qualcuno la pedinava, la minacciava ». In tutte le lettere spedite a Toni, Giovanna parla sempre di « paura, timori, minacce ». Ma di chi e perché? • Aveva bisogno di denaro. La Chcpes dice: « PoWii ertomi prima del delitto mi aveva chtetlo. come già altre va'Je. un pretttto. Circa 50 mila lire, lo la pagavo reoofarmente, ogni mete ». La madre ribatta: « Da tempo non portava a casa lo ettpèntUo ». Bruno Portlgllattl, al sostituto procuratore della Repubblica che lo ha interrogato in carcere, ha confessato: « Ero lo qùelo che pagava I confi, in quattro mesi le ho dato sei o settecento mila lire ». Dove è finito II denaro? Neppure Twlggi sa dare una risposta a questi interrogativi. Cerca di spiegare perché l'amica non voleva lasciare l'impiego di Torino e andare in fabbrica. « Giovedì sera mi disse che si doveva presentare al lavoro il lunedì tuecetttvo. Era ttata assunta come operaia alla "Decorplac", una grossa ditta di legnami di Polonghera. Qui già lavorano la madre e la sorella. Caterina. Giovanna aveva latto di tutto per staccarti dal paese. A Torino. nell'ufficio della Chepes. si sen /fra Importante. Aveva delle am bilioni ». Recentemente aveva scritto qualche recensione, correggeva le bozze delle pubblicazioni. « Era infetidente e piena di buona volontà — dice la Chepes —. Ma perché non mi ha detto che non sarebbe più venuta a lavorare nel mio ufficio? ». Venerdì pome rlgglo Giovanna è rimasta pareo chle ore con lei. eppure non le ha detto nulla. Ma alle 18.30 telefonò a Liliana Tonti: « Venga ad aspettarmi. Forse litigherò con ta padrona quando le dirò che mi licenzio » Quel litigio non ci fu, non ci fu neppure una qua! siasi comunicazione da parte di Giovanna alla sua direttrice per informarla clic non sarebbe più andata a lavorare. Anzi, proprio quella sera, alle la.mi telefonò alla Chepes che era dalla pettinatrice. « Non ci sono norltà. Sto per andare a casa. Arrivederci a domani ». Pochi minuti dopo veniva uccisa. siftssiiisttstis»asiisttsatssssastsssstsisssssiiisisiii:ii UDfi' ■ I^^t^^k\^k^^k »ainnnnnn^^^nn^nn^«n' ^^^»jt»t^tt\^kt^^ktm Margherita Longo Vaschetto era amica di Giovanna Aimo 1 ■ ■ m ■ u i n 11 ■ i • i n 111111111111 ■ n 11 11111111111 m i iiMiiiiiiiiMiiiiMittiMMMiiiiiiiiiill
Persone citate: Bruno Portlgllattl, Gioranna, Giovanna Aimo, Giovanna Almo, Longo, Margherita Longo, Vaschetto
Luoghi citati: Polonghera, Torino
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