Inchiesta sulla morte in corsa di Monseré

Inchiesta sulla morte in corsa di Monseré vivaci polemiche in Belgio Inchiesta sulla morte in corsa di Monseré Si è schiantato contro un'auto durante una kermesse - Sotto accusa il servizio d'ordine • Dimostrazioni contro la polizia (Dal nostro corrispondente, Bruxelles, 16 marzo. La tragica scomparsa di Jean-Pierre V.onseré. il ventiduenne campione del mondo di ciclismo, ha scatenato in Belgio una furiosa ondata di polemiche ed ha provocato un'inchiesta ufficiale delle autorità giudiziarie. Monseré ha perso la vita ieri pomeriggio nei pressi di Anversa mentre disputava una « kermesse a in circuito: ha urtato in piena velocita contro un'auto che arrivava in senso opposto ed è stato lanciato a cinque metti di distanza, morendo sul colpo. I giornali belgi e l'opinione pubblica mettono violentemente sotto accusa sia il servizio d'ordì-! ne durante la corsa, sia le norme generali per il traffico sulle strade in cui si svolgono competizioni ciclistiche. Una sola macchina della polizia precedeva il gruppo di sedici corridori in fuga, tra cui lo sfortunato Monseré. La vettura che ha investito il giovane era guidata da una donna, che, secondo le prime testimonianze, ha rallentato portandosi sulla estrema destra della strada, molto stretta. Il campione, che era nelle ultime posizioni del gruppo di tosta, e scattato per superare sulla sinistra i suoi compagni. Coperto, non ha visto la vettura che stava rallentando ed ha sbattuto, senza nemmeno tentare la frenata, contro 11 fianco sinistro. Perché la macchina del servizio precedeva di cosi poco i ciclisti? Perché tra essa e il gruppo non c'erano altri motociclisti che segnalassero l'arrivo della corsa ai conducenti? Questo si chiedono i giornali belgi. Più in generale, la stampa e l'opinione pubblica (nel paese natale di Jean-Pierre. Roulers, si sono avute addirittura dimostrazioni contro la polizia) si domandano se le corse si svolgano In condizioni di accettabile sicurezza, in Belgio come altrove. Ormai, l'aumento del treffl- co ha cacciato i ciclisti dalle grandi vie di comunicazione per spingerli in strade sem pre più secondarie e strette. Ma su una carreggiata ridotta, come dimostra la morte di Monseré, anche una solu auto può essere pericolosa. La tragica fine di « Jampy », com'era chiamato affettuosamente il giovane asso, sarà forse la prima spinta verso la definitiva cacciata del ciclismo dalle strade pubbliche? Questo si chiedeva stasera Le Sotr. ti più diffuso quotidiano belga. Monseré aveva cominciato a correre a soli 13 anni < « Non consiglierei a nessuno di mettersi d pedatare così presto», aveva dichiarato dieci giorni fa in un'intervista alla tv) dopo avere abbandonato 11 calcio, la sua grande passione, per un grave incidente che gli aveva procurato la frattura del cranio. A 18 anni, quand'era già uno dei dilettanti più promettenti del pur ricco vivaio belga, « Jampy» s'era aposato e aveva avuto un bambino, che ora ha 4 anni. Professionista dal 1969, aveva vinto U campionato del mondo a Leicester, nel TO. battendo Mortensen e Gimondi. Nel suo libro d'oro, che la morte ha chiuso troppo presto, Monseré vanto'-t già 20 vittorie, tra cui il Giro di Lombardia del 't>9. Nel giorni scorsi si era rifiutato, nonostante le pressioni del suo direttore tecnico. Noal Fori, di guidare la propria squadra, la FlandriaMars, au> Parigi-Nizza, preferendo disputare '> kermesscs in patria. «. W o che sia il motto migliarli, di prepararmi alla Milano-Sanremo — aveva dichiarato in una polemica e insieme tragica intervista —. Sento che finire la preparazione in patria mi porterà fortuna». Vittorio Zucconi é

Persone citate: Gimondi, Mortensen, Vittorio Zucconi

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles, Lombardia, Milano, Nizza, Parigi, Sanremo