De Lellis smentisce in aula il verbale della confessione

De Lellis smentisce in aula il verbale della confessione Il processo ai giovani-bene per l'uccisione del pensionato De Lellis smentisce in aulail verbale della confessione (Nostro servizio particolare) ninna. 11 marzo. E' (also tutto: hi confessione; il verhale di interro(satollo, comunque, mai sottoscritto; le ammissioni che (sii vendono attribuite dal capo della Squadra Mobile per "ili si adombra la eventualità che la ninrio di Luigi Miliani possa essere stata la mnseituenza di una balorda fatalità. Seppure appena accennata ieri, la tesi, con la quale Lucio De Lellis intende difendersi da una accusa che potrebbe portarlo all'ergastolo, è balzata fuori oggi, chiara e politica anche se, per taluni aspetti, poco convincente: e stato tutto una macchinazione infernale della polizia. Cioè? Molto semplice: era necessario trovare un colpevole e Lucio De Lellis aveva tutte le caratteristiche per interpretare questo ruolo. Una battuta che il presidente della Corte dott. falco si è lasciato sfuggire è suffioientemente eloquente ed illumina la situazione nel suo complesso: « Ma lei, caro De Lellis. non si rende conto che qui tutto c contro ili lei? ». Dopo dieci mesi Lucio De Lellis fu fermato all'alba del 22 ottobre imi!). Erano trascorsi dieci mesi dal delitto, l'ordine di andare in Questura gli arrivò fra capo e collo come una mazzata. Venne interrogato e i accontò quello che era avvenuto la sera del 9 gennaio 1969 nell'appartamento di via Giovanni da Procida. Ad un tratto però si interruppe e non volle firmare il verbale: ma iti capo della Squadra Mobile aggiunse a quattr'occhi (almeno cosi riferisce il dott. l'alme ri) altri dettagli sostenendo di avere sparato Inavvertitamente, perché mentre fuggiva scivolò sul pavimento e nel cadere toccò il grilletto della pistola... « Chi l'avrebbe detto questo? » ha chiesto Lucio De Lellis interrompendo il presidente che leggeva la testimonianza del dott. Palmer!. Presidente: «Che si sarebbe trattato di un incidente è stato lei». De Lellis: « Io no, assolutamente no. Non ho mai detto questo ». Presidente: « E non ha neanche detto di avere suonato alla porla ùed'appartamento molto a lungo per creare uno stato di agitazione nei coniugi Milioni?». De Lellis: «Neanche». Presidente: «Ma questa è una circostanza che trova riscontro nelle affermazioni della vedova Miliani». De Lellis: « Appunto ». Presidente: «Che vuol dire.' ». Dott. Lojacono: «Vuole dire che secondo l'imputato la polizia sapeva già dalla signora Miliani che l'assassino aveva suonato a lungo il campanello e che quindi gli è stata attribuita una circostanza già nota ». De Lellis: « Se lo dice lei ». Presidente: « Ma allora perche, quando fu interrogato dal giudice istruttore, lei non smentì la confessione che gli sarebbe stata attribuita, ma si limitò a dire esattamente... aspetti glielo leggo... "Non sdiio in condizioni ai dire se la mia confessione e sincera "? »• De Lellis: « Non sono parole mie. E' la formula che il magistrato ha usato, lo dissi al giudice istruttore soltanto che ero innocente... Lei, signor presidente, deve capire in quale stato d'animo io mi trovavo... ». Una calunnia? Pur avere ut/idea del problema affrontato oggi e che inula con l'avere un peso determinante sulla sentenza e necessario tenere presente che secondo la polizia De Lellis cominciò a confessare e fu scritto a macchina il suo i acconto. Dopo la prima paKina di verbale, il giovane disse che non intendeva continuare e si rifiutava di mina re quanto sino a quel momento era stato scritto. P. M.: « Io vorrei sapere che cosa intende lei quando dice di non avere mai reso quelle dichiarazioni. Fu interrogato, non fu interrogato, disse qualcosa, non disse nulla? ». De Lellis: « Fui fermato all'alba. Chiesi spiegazioni e gli agenti mi dissero soltanto di non preoccuparmi. In questura mi spogliarono completamente, mi tolsero i lucci del le scarpe, la cravatta, la cinghia dei pantaloni: mi lasciarono solo sino alle 5 del pomeriggio. Non riuscivo a rendermi conto di nulla. Alla fine fui interrogato e mi cominciarono a contestare che avevo ucciso Milioni. "Ma siete matti? " feci loro. Quelli niente: presero a scrivere a macchina. Poi si interruppero e mi avvertirono che avevano arrestato anche mia moglie. La testa cominciò a girare... poi mi dissero che e a a e se volevo salvare mia moglie dovevo confessare... altrimenti mio figlio sarebbe nato in carcere... Un funzionario, credo, aggiunse: "Guarda. Ti avverto che il P. M. e il giudice istruttore sono amici miei... se io gli dico che sei colpevole è logico che crederanno a me e non a te... " », Presidente: « Lei si rende conto di quello che sta dicendo? Perché se questa affermazione risultasse inesatta potrebbe trasformarsi anche in un procedimento per calunnia ». De Lellis: « Si, si: me ne rendo conto... io tenni duro... loro volevano che firmassi: rifiutai ». Presidente: «Poi. però, arrivò un funzionario, il dott. Palmeri, al quale lei ha proseguito la confessione concludendo il racconto ed aggiungendo di non avere firmato il verbale perché si sarebbe riconosciuto colpevole soltanto se anche il suo amico Maurice Poluquin avesse confessato; perché non intendeva precludersi ogni possibilità di difesa e perché comunque intendeva parlare prima con il suo difensore». « Ma non è affatto vero » ha replicato De Lellis per la prima volta commosso quasi sul punto di piangere. Presidente: «Quando è andato in Germania per un viaggio di piacere?». De Lellis: « Forse nel 1964. forse nel 1965: comunque si può controllare». Presidente: « Ed allora co me poteva la polizia sattere che lei 3 o 4 anni prima del delitto aveva acquistato in Germania una pistola Colt? ». De Lellis: » Ma io questa pistola non l'ho mai acqui stata ». «Non so spiegare» Presidente: « Ed io insisto: se/è vero che la polizia si è inventata tutta la confessio ne, come poteva inventarsi una circostanza preetsu: elle lei II o 4 anni prima era andato davvero in Germania? », De Lellis (dopo aver rilici luto per un attimo): « Francamente, non so spiegarlo». La confessione: non è stato l'unico ostacolo difficile che Lucio De Lellis ha trovalo otfgl lungo il suo cammino. La confessione avrebbe una sua importanza: ma e destinata ad assumere un valore quasi determinante se è unita ad altri elementi di contorno. E questi clementi, forniti non davvero volontariamente da Francesco Casertano, il giovane che per primo forni alla polizia le indicazioni giuste; da Dana Benjamin che fu molto vicina a Maurice Plouquin il giorno del delitto e dalla stessa Liliana Guido diventata poi signora De Lellis, sono stati ricordati, sottolineati, conte-1 stati ad uno ad uno dal prc- ! striente. Quali? L'elenco è vusto: I f -na disse che Lucio la se- > ..ci 9 gennaio 1969 ara moli nervoso e preoccupato; Dana aggiunse che Lucio invitò la fidanzata a non farsi vedere sino a quando non si fossero calmate le acque: Dana riferì che Lucio parlando del delitto le spiegò che era stato « un disastro ». un « errore » e che. comunque, non aveva alcun timore perché « non ci sono prove »: Casertano riveò che. secondo Maurice Plouquin. la sera del delitto Lucio «aveva perduto la bussola» ed aveva preso a sparare all'impazzata. Risposte vaghe La replica di Lucio De Lellis? Generica, vaga, imprecisa: « Non ricordo » o nella migliore delle ipotesi « Non è vero ». Il presidente gli ha domandato: «Ma scusi, perché Casertano l'avrebbe accusata ingiustamente? ». De Lellis: « Non azzardo ipotesi ». Presidente: * Mi spiega perché sua moglie ha detto che lei prendeva droga e frequentava le bische?». De Lellis: «Non è vero. Non mi sono mai drogato. Al massimo mia moglie può avere detto di temere che lo avessi fatto... ». Presidente: « Ascolli bene... sua moglie è una donna intelligente ed è stata sempre molto precisa ». De Lellis: «Ed io le dico che è improbabile che mia moglie possa avere detto che mi ha visto drogarmi... ». Presidente: « Perché mai lei, dopo il delitto, chiedeva sempre a Liliana Guido di controllare, quando fosse andata in casa della zia Concetta Milioni, dove erano finiti i proiettili sulle pereti? --. De Lellis: «Afa...- non so bene... per curiosità... ». Presidente: « EU ancora: perché mal Liliana Guido, ogni qual volta la zia cercava di parlare del delitto, sviava il discorso..?». De Lellis: «...Ma francamente... ncn lo so... Forse perché l'arnomento le dava fastidio... la rendeva nervosa ». Era forse il rimorso a tormentarla? L'accusa ne è certa: comunque lo dovrebbe spiegare domani lei stessa, Liliana Guido, perché suo marito, Lucio De Lellis, ha concluso, almeno per il momento, la sua fatica, sempre che al presidente non venga l'idea di avere da lui qualche altra spiegazione. Ed è stata, quella di oggi, per Lucio De Lellis, davvero una grande fatica: e non ' è tutto. L'accusa ha il convincimento che saranno proprio Liliana Guido e Dana Benjamin a fornire gli elementi sufficienti per concludere che ad uccidere Luigi Miliani sia stato Lucio De Lellis e non da solo. Guido Guidi rssd9vgfiscct«easlq«ellsmèdsgicl Il presidente gli ha chiesto che cosa intendeva dire, affermando di non avere mai fatto quelle dichiarazioni • Il giovane ha risposto: « Quando la polizia mi interrogò, mi accusò d'avere ucciso il Miliani. lo dissi: "Voi siete matti", ma quelli cominciarono a scrivere a macchina, lo mi rifiutai di firmare » - E* la prima volta che nega in modo cosi preciso: con il giudice istruttore aveva dichiarato di non poter confermare se la sua confessione in questura era sincera Roma. Liliana De Lellis e Dana Benjamin entrano in aula

Luoghi citati: Germania, Roma