II tremendo "sinistro" di Joe ha spento la vitalità di Clay

II tremendo "sinistro" di Joe ha spento la vitalità di Clay II tremendo "sinistro" di Joe ha spento la vitalità di Clay La decisione unanime della giurìa esprìme la schiacciante superiorità del campione - Un giudice gli ha assegnato lì rounds su 15 - La lunga assenza dal ring ha spuntato le armi migliori di Cassius: la mobilità ed il gioco di gambe • Solo il gong finale ha fatto svanire per Clay l'incubo del primo k.o. della sua carriera tlìal nortro inviato apertale/ Nevi York. 9 marzo. « E adesso che rosa dire te'' ». Negli spogliami del I « Madison ». mentre il suo ! manager Yancey Durhnm «h premeva nmorevolmente un asciugamani bag;iato sudi ■ .iviii tumefatti. Joe Frazicr. il riconfermato campione del un nido dei pesi massimi, si è rivolto in questo modo ai Giornalisti che si accalcava-1 no attorno a lui. « Avete I scritto un sacco di cose sul I grande Ali e su quello che ' mi avrebbe fatto, lo so leg- ! gere. Mi divertirò molto a '■ vedervi lare marcia indietro ». Joe Frazier ha ragione. La sua selvaggia aggressività, il .suo ritmo di rullo compressoi-c. la devastante efficacia dei suoi pugni carichi di -abbia, hanno infranto il mito dell'imbattibilità di Cassius Clay-Muhammad All. Il fuoriclasse di Loulsville è sceso dal ring del Madison indiscutibilmente sconfitto ai punti, dopo aver rischiato proprio nell'ultimo round una clamorosa sconfitta per k.o. Quando il tremendo gancio sinistro di Joe si è abbattuto sulla mascella di AU. i ventimila spettatori del Madison sono esplosi in un unico boato di sorpresa e subito sono ammutoliti. Clay, alzato quasi da terra dal selvaggio pugno di Frazier, si era abbattuto riverso al tappeto, si era rialzato dopo 4 secondi e aveva atteso, ancora imbambolato, che l'arbitro Arthur Mercante portasse a termine il regolamentare conteggio di otto secondi, dopo il knock-down. Marnava poco pili di un minuto al termine del combattimento quando 6 ripresa la lotta i Muhammad Ali era praticamente k.o. in piedi: si attaccava soltanto più alla istintiva classe e alle risorse del mestiere per reggere alla furia scatenata del rivale, desideroso di vederlo finalmente umiliato ai suoi piedi. Sono stati i sessanta secondi più lunghi della carriera sportiva di Cassius, 60 secondi durante i quali non ha fatto altro, luì che si considerava « the greatest » — il più grande di tutti —, che aggrapparsi all'avversario av- volgendolo con le sue lun- : iir braccia, cercando dlspe- Le decisione unanime della giuria esprime chiaramente la schiacciante superiorità esercitata da Joe Frazier soprattutto nella terza e ul Urna fase del confronto, dal decimo round in poi. anche ratamente di impedirgli di, sferra re l'ultimo colpo, quel- lo decisivo. Il gong finale ha | fatto svanire per Clay l'in-1 cubo del primo k.o. della | sua carriera, ma non gli ha j risparmiato la prima scon 1fitta. se fra i tre giudici ai è rive lata una certa disparità nel valutare 11 divario del pun tefcgio tra i due contendenti, L'arbitro Arthur Mercante ha assegnato a Frazier 8 rounds. 6 n Clay. giudicandone uno pari; 11 giudice Artie Aidala , I ha visto prevalere Frazier in ! 9 riprese contro 6 per l'avversario; più severo, invece, il terzo giudice. Bill Recht. che ha visto Clay in vantaggio in soli 4 rounds contro 11 per il campione del mondo. Il nostro cartellino, espresso in punti all'italiana, ha visto Frazier vittorioso con un margine di 6-7 lunghezze. Clay, dunque, a dispetto della sua tracotante sicurezza della vigilia, ha dovuto piegarsi alla legge della tradizione, secondo la quale nessun campione del mondo riesce a riconquistare il proprio titolo dopo averlo perduto. Prima di lui avevano fallito l'Impresa, andando al11'indietro nella storia della boxe, anche Joe Louis, Jack i Deltipsey. Jlmn-.y GefTries. Bob Fitzsimmons e James Corbett. Soltanto Floyd Patterson. contro lo svedese Joansson, era riuscito a riprendersi il primato assolu! to, per cederlo poi a Son' ny List on. Il tema al combattimento e stato imposto dalla diminuita efficienza fisica di Cassius Clay dopo tre anni e mezzo di forzata inattività, lì dialogo tra la boxe « tutta avanti » di Frazier e la boxe « contropedalata » di Muhammad All si è risolto a favore del campione del mondo. Cassius non è riuscito a manovrare, come si proponeva, il suo jab, meno veloce e meno preciso di un tempo; sovente andava fuori misura, ingannato dal velocissimi spostamenti sul tronco di Frazier. Joe aveva detto che sarebbe riuscito a passare sotto i colpi del rivale, a stargli continuamente addosso, a | fiaccarlo con pesanti bordate | a! corpo che avrebbero prò , gressivamente rallentato la sua mobilita facendone un bersaglio quasi fermo e. quin] di. più facile da colpire. Cosi è puntualmente avvenuto, anche se Clay. sempre costretto alla difesa dall'esa 1 sperante vigoria fisica dell'av versarlo, si è battuto con grande tenacia cercando caparbtamente l'occasione per dare un più favorevole indi-I . rizzo ad un combattimento che gli stava sfuggendo di mano Ad ogni scambio a corta distanza, Clay insultava il rivale cercando Inutilmente di innervosirlo e di fargli perdere la concentrazione: in ogni confusa azione alle corde, la sorprendente passività di Clav nascondeva l'intento di sorprendere il rivale con un colpo malignamente striscialo, che avrebbe potuto ferite Joe e creare le promesse per una soluzione imprevista dell'incontro. Il momento più favorevole per Clay è stato il decimo round. Frazier lo ha concluso con una ferita all'occhio sinistro, ai è avviato all'angolo barcollando e Muhammad All ha gridato a chi lo attorniava: «£' an¬ dato; e pronto per il k. o. ». Una impressione fallace. Il minuto di riposo 6 bastato a Frazier per superare il momento di crisi, mentre Clay, I dopo aver dato 11 massimo per cercare di rovesciare le sort i della contesa, si è visto tradire dalle gambe, l'unica sua risorsa per neutralizzare l'aggressività del campione. Clay si è fermato quasi di colpo, è diventato un bersaglio più facile per Frazier. ha iniziato quindi il suo calvario subendo stoicamente, nelle ultime riprese, i pugni cattivi di un rivale scatenato 1 alla ricerca del k. o. Cassius Clay non è più quello di tre anni fa: si è appesantito nei movimenti, ma ha acquistato in solidità, in resistenza fisiDà e in capacità di soffrire. Queste doti, unite all'orgoglio smisurato di un autentico campione, gli hanno consentito di resistere ad un avversario oggi chiaramente più forte di lui, di superare lo choc del conteggio nell'ultimo round, di terminare il combattimento in piedi esausto, nettamente sconfitto, ma non umiliato da un k. o. Ur risultato giusto, poiché l'ex campione del mondo, per quanto sovrastato da un inarrestabile Frazier, meritava almeno la sconfitta al punti come premio al suo coraggio, al suo orgoglio, alla sua stoica determinazione di non dare al rivale la soddisfazione di vederlo immoto al suoi piedi. Gianni Pignata I I ' New York. La « maschera » di Frazier. Per colpire, |oe deve esponi ai pugni «ivi rivali

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