Ventotto ammalati di mente morti nel rogo d'una clinica

Ventotto ammalati di mente morti nel rogo d'una clinica A Zurigo, prigionieri tra le sbarre Ventotto ammalati di mente morti nel rogo d'una clinica L'incendio provocato da una stufa elettrica - Le vittime (tutte uomini) avevano 60-70 anni - Paziente arso vivo mentre soccorreva i compagni (Nostro servizio particolare) Zurigo, 6 marzo. Ventotto persone hanno trovato la morte nel padiglione «anziani infermi» dell'ospedale psichiatrico dell'Università di Zurigo. L'intera palazzina, di due plani, è stata devastata dalle fiamme, scaturite da una stufetta elettrica. Nel padiglione vi erano sessanta malati di mente, tutU anziani, che non hanno potuto mettersi In salvo perché le finestre erano sbarrate e la maggior parte non potevano lasciare il letto. Gli Infermieri sono riusciti a salvare qualche paziente, mentre una ventina sono stati recuperati feriti, ma vivi. Ma per ventotto malati, nonostante il pronto intervento dei pompieri, non c'è state nulla da fare. Fra le vittime c'è un uomo di 43 anni di un altro reparto, che si è lanciato nel locali in fiamme per cercare di salvare I compagni. Un insieme di sfortunate circostanze hanno reso paricolarmente pesante il bilancio delle vittime dell'incendio. Tali circostanze sono anche all'origine del rapido propagarsi dell'incendio che ha reso vani i soccorsi. Ecco come sono stati ricostruiti i fatti. L'incendio si è manifestato nella camera degli infermieri, al piano terreno dell'edificio, nella quae era rimasto acceso per unghe ore un radiatore eletrico. Il surriscaldamento del adiatore si è comunicato ad un cestino di carta ed a una brandina, che hanno preso uoco nel momento In cui 'infermiere addetto alla sorvegUanza notturna era salito al primo plano dell'edificio. Erano esattamente lo 5.53 del mattino. Le fiamme si propagavano rapidamente ad una parete di legno e quindi al'intero edificio attraverso le condotte del condizionatori d'aria, mentre una spessa cortina di fumo, sprigiona- tasi da materiale in deposito, invadeva i corridoi e i dormitori. Nel reparto geriatria della clinica, dove erano ricoverate 48 persone (pazienti di sesso maschile e di età compresa fra 60 e 70 anni) erano in corso lavori di trasformazione; perciò materiale infiammabile, come barattoli di vernici e legname, si trovava depositato nei corridoi. Que- sti) materiale è stato facile preda delle fiamme ed ha provocato la spessa cortina dl fumo che è stata all'orisi- ne della morte di numerose persone. Sorpresi nel sonno dalle fiamme e dal fumo, gli anzta- ni pazienti della cllnica han- no tentato di mettersi in sul- vo precipitandosi alle porte e alle finestre, purtroppo bloc- grosse serrature di cate da sicurezza o da pesanti inferriate. Nella maggior parte del casi in cattive condizioni fisiche, molti ospiti della clinica non hanno potuto neppure muoversi e sono morti per mancanza d. aiuto, bloccati nel loro letti. L'Infermiere di guardia, che aveva Inutilmente tentato di mettere in funzione degli estintori automatici, ha potuto alutare soltanto poche persone a lasciare 1 dormitoli. Semisoffocato dal fumo, l'infermiere è riuscito a stento ad aprire la porta di usci¬ ta, permettendo cosi alle per sone che erano potute seen dere al piano terrene di met tersi in salvo. Inutile è stato il coraggioso tentativo di un paziente, il quale si è gettato tra le fiamme per soccorrere 1 suol vicini di camera; Pito mo. come si è detto, è rima sto vittima del suo gesto. L'in tervento dei Vigili del Fuoco, giunti nel frattempo sul posto. non ha potuto alleviare il già pesante bilancio: nell'interno del reparto si trovavano ormai soltanto i corpi di 28 persone. I. f.

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