L'uomo dello spiritual power contro la società del successo di Giorgio Calcagno

L'uomo dello spiritual power contro la società del successo Parla Heschel, grande filosofo ebraico L'uomo dello spiritual power contro la società del successo Oggi la conferenza al Carignano per i Venerdì letterari // « Venerdì letterario ». ' questa settimana, si svolgerà di giovedì. L'oratore e Altra \ ham JoBhua Heschel, docente di etica e mistica si seminario teologico ebraico di New York, e per nessun mo I tivo accetta di infrangere la nuota del sabato, che impo i ne il riposo a partire dal ere- ! puscolo del venerdì. « Per sei I giorni lu settimana — dice — j sono attivo, mi piace parlare, discutere; il settimo ho biso gno di ritirarmi nella con templazione. Per sei giorni lu i settimana consumo tante de! ! le nostre parole, che sono d'argento. Non posso rinun ciare, il sabato, al silenzio che è d'oro ». Abraham Heschel. nato a Varsavia nel 1907, è uno de gli uomini di maggiore pr» sligio nella cultura ebraica in ternazionale. Erede di Mar Un Buber alla cattedra di Francoforte, dovette onch'egl' emigrare in America, all'avvento del nazismo, come > grandi maestri di quella università: Adorno. Horkheimer. Marcuse; e nelle sue opere sembra affiorare quello stesso tipo di diffidenza verso la so cieta tecnocratica che ha animato la protesta dell'» Uonv; : a una dimensione »: ma con ! motivazioni opposte. Il « disi .senso .> di Heschel e di na- tura religiosa, imrìe du unn antica esigenza spirituale: è il bisogno di ritrovare il mistero al di là della ragione. «fpdi riconquistare uno « stupo \ vre radicale» di fronte a una'Hrealtà che gli strumenti del dla scienza possono descrive 'mre soltanto nella sua super ! fide, mai svelare nel suo I fondo. La sua polemica non e con , tro la società dei consumi. ! ma. risalendo alle origini dei | problema, contro la scelta dei I bis'xml- « Oggi si è portati a ; considerare i bisogni come se rirsdpodrossero sacri, come se in essi !d(vi fosse la quintessenza del• 'l'eternità», scriveva fin dai ! 1951 nel libro « Man is noi alone », tradotto ora in Italia («L'uomo non è solo»). E su questi temi si dovrebbe accendere oggi alle W il dibattito al Carignano. Nell'incontro di ieri pome riggio. con i giornalisti, ha spiegato i motivi piii profonda della sua scelta religiosa: «La cultura ebraica aveva cerca- larlzzazlone, assai prima che questo tema venisse scoperto dalla cultura cristiana. Abbia mo creduto anche noi nelle soluzioni umane, soprattutto della civiltà tedesca, che stimavamo profondamente. Poi i abbiamo visto a che cosa con¬ to. a lungo, la via della seco 1 . e r a . o e duceva la mitizzazione del successo, della efficienza fine ! a se stessa. L'olocausto di se< ! milioni di ebrei ha aperto gli 1 occhi a tutti ». Heschel parla con una voce calda, stacca con forza le parole, ogni tanto si infiamma, mentre guarda fisso negli occhi l'interlocutore, e risponde alle sue domande con un'altra serie di domande. Sotto l'aspetto dell'antico profeta, accentuato dalla lunga barba bianca, c'è l'uomo ben al corrente di una realtà attuale, che si impegna anche nella lotta politica, promuove il movimento pacifista, e chiama a raccolta i gruppi di opposizione. Ricorda quella insegna, che campeggiava alcuni anni fa su un edificio di New York: «Non frequentate la gente che non ha successo». « Per questo nessuno frequentava me », commenta. Oggi, invece, l'uomo di religione è cercato, seguito soprattutto i è ' dai giovani; i tuoi appelli per la cessazioni' de! conflitto i vietnamita, che segna il su,[ premo scacco della ir civiltà 1 del successo ». cominciano a interessare perfino i perso i naggi del business. Si può parlare di uno « spiritual po i wer »' « Si può parlare di una osi genza. di spirito, alla quale, purt/oppo. non sempre le religioni organizzate sanno dare risposte ad' 'te. I giovani, stanchi della società dei consumi, annoiati di avere tutto, non trovano quanto chieder!' nella scuola, nella chiesa, ' si.'a famiglia. E scelgono 1. via della droga ». Net libri di Heschel si avverte una vitalità religiosa così intensa che supera le differenze di fede: per noi. ci sono addirittura certi accénti del catechismo olandese. Accetta quest'impressione? Il professore di mistica ebraica risponde con un « distinguo »: c'è una teologia semplice e una teologia profonda. La « theology » crea dogmi, riti, strutture ecclesiastiche, e discrimina fra credo e (redo. Ma nella « deep theology » ci | possiamo riconoscere tutti: « il senso di meraviglia di fronte al divino è lo stesso, per qualunque uomo ». E perché, allora, sopravvi- \ v°no Je, "uerre di rettone? a'He,s,c™ rifiuta la legittimità della domanda, nega l esister 'm di con>»"» P*r motivi spi o . i i a e rituali. Anche quello araboisraeliano? a Certo. Non è la religione che ci divide. E' un solco profondo, di mentalità, di intelligenze. Io rispetto i popoli arabi, il loro senso di ospitalità, ammiro la loro fede religiosa. Ma perché, da otto secoli, non è più uscito. i !dal Marocco al golfo Persico. l• ™™°t * «* i ! tl'r,? uno scrittore, un peni a E e ie satore. un artista? Perché, perché? ». E la conferenza stampa si chiude sul suo j « Why ». ripetuto progressivamente, con voce più alta. Giorgio Calcagno ' —♦ ' i ,[ 1 i i

Persone citate: Abraham Heschel, Adorno, Buber, Heschel, Horkheimer, Marcuse

Luoghi citati: America, Francoforte, Italia, Marocco, New York, Varsavia