Odio e minacce dei parenti del marito per la donna che ha bruciato i bambini di Remo Lugli

Odio e minacce dei parenti del marito per la donna che ha bruciato i bambini Mille persone ai funerali dei due fratellini di Cotogno Monzese Odio e minacce dei parenti del marito per la donna che ha bruciato i bambini « Viva non dovrebbe rimanere. La si dovrebbe portare sulla strada e lì bruciarla di fronte alla gente » Tutti sostengono che non è pazza • Il marito esclude che la moglie avesse mai tentato il suicidio: « Dice così per apparire una folle e salvarsi » - L'assassina, interrogata, sembra estranea al dramma (Dal nostro inviato speciale) ' ( dindin Monzese. '2 marzo. Folla i- silenzio, nel piccolo cimitero. Ci saranno mille i.rrsonr. parte sui vialetti ; e parte oltre il cancello, in strada. Sono le Hì.:;ii e stanno calantlo in una fossa unica le dice piccole bare ili Maria Concetta e Angelo Scifo. I bambini bruciati vivi dalla madre che voleva far dispetto al marito perche la tradiva, ((uaicuno sinshiozza poi. nel silenzio, si ode un alto lamento. I. la nonna dei bimbi: « Anche lei, qui dentro doveva Unire » grida. Allude alla nuora. Ceri-ano di calmarla, ma lei non \ itole lacere: « Se era pazza si sarebbe uccisa pure essa: se e viia. è segno che 11.1//.1 non è ». La cerimonia e tinila. le mille persone si sciolgono, tutti se ne vanno, si sente dire. « Mai vista tanta uente ! ti un funerale, qui a Colo-1 ano ». Sono venuti in tanti ! anche da Milano a dare l'ultimo saluto a queste vittime innocenti: e un fatto che ha inorridito, ha lasciato sgomenti A -No sconfinato Si vìì a casa, nel desolante scantinato ne! quale s'è consumata la tragedia. A ca sa c'è il nonne paterno. Angelo Scifo. 51 anni. Non se ìa sentiva di affrontare la cerimonia. E' arrivato con la moglie da Scicli (Ragusa, pò-1co prima di mezzogiorno Un viaggio estenuante, con lan- igoscia nel cuore. Ci si siede ; sui due lettini che ora harv Ino sostituito il letto matrimoniale che è bruciato. Ci sono i nonni, il padre, il fratello del padre, gli zii. altri parenti e ancora entrano per sone. compaesani, amici, tui ti siciliani. Non ci si sta più in questa stanzetta che ha ' , ; i ; più de! magazzino che della . i.bitazione. Ora si intreccia- no i discorsi, i commenti, le imprecazioni sulla tragedia, Parole di odio contro la ì sciagurata madre che nessu- na di queste persone consi ; dera pazza. Dice il nonno al- 1ludendo alla relazione che il '■tiglio aveva con una ragazza !di Torino. Anna Ciavarella: i.< Sappiamo che siamo uouii- ni, c'è Chi la la più "porche- riosa". chi più pulita, ma sempre uomini siamo. Se lei era gelosa doveva prender- scia con lui. magari brucia re lui. magari bruciarsi tutti e due imi mai vendicarsi sui bambini * Un uomo dice: « Perche non l'è uccisa'' » E una donna: « lo la proporrei per '.ergastolo » Un'altra ri batte: « Macché ergastolo: viva non dovrebbe rimanere. La si dovrebbe portare suJla strada e li bruciarla di fron te alla gente » Nuova voce temminile. accalorata: « Ve drete. niente succederà: i morti sono morti e lei che è viva sarà dilesa, la tarpano passare per pazza anchz te pazza non è >. Guglielma Temperanza det-ta Mimma, la ventiduenne madre assassina dei propri figli, è stata interrogata oggi pomeriggio per tre ore, ne! carcere di Monza, dal sostituto procuratore dott. La Mattina, presente anche il di- dtvfensorc. l'avv. Della Valle, i^tucXpento s^Uore'che ira' I W ito ,-autopsill suììe ! tme dei due Diunbini riferirà ; s , mal»iSiruirs ramitrs-' ca. t ri,.. I ", m ' Fredda, l'occhio asciutto, le labbra che non hanno mai pronunciato il nome dei bambini, né per chiedere né per invocare, semb.-a estranea al dramma. Il magistrato non ha ancora deciso di farla sottoporre ad una perizia psi chiatriets, cosi come ha chie sto 11 difensore, ma è quasi certo che lo farà nei prossimi giorni, quando avrà sentito tutti i ti-stili ioni. Dopodomani, tra l'altro, il prof ttItpRmv"cqtaeseguito l'autopsia sulle sai me dei due bambini, riferirà al magistrato l'esito: se ì due | sono morti asfissiati ! dal gas o bruciati dal fuoco. In un colloquio con li di- , tensore, ieri la Temperanza si j «era diffusa lungamente a par-, slare della propria tribolata ; 4infanzia- priva di padre, dai |tre agli otto anni in collegio; j a otto anni le muore la ma-, ore. lei rimane per una quindi- ; Cina di giorni presso una zia, ritorna in collegio fino all'età di dodici anni e quando è di- . messa tenta il suicidio awe- : lenandosi, resta in coma per . un mese; quando si ristabilì sce va a lavorare presso una j famiglia tino all'età di quin- j dici anni, epoca in cui una i mediatrice la fa « rapire » da I Giovanni Scifo il quale poi la sposa. Poi lui che va a la- ' vorare in Germania, a Firen ze. a Torino; e quando sono insieme lei e vittima di soprusi, di angherìe, di umiliazioni. E' il suo racconto fatto all'avvocato. Vuole apparire pazza Giovanni Scifo e i suoi parenti affermano che Mimma non ha mai tentato il suteidio: « £" tutta una storia che | adesso ha inventato per apparire pazza ». Dice il marito: « £" sempre stata la donna : piii tranquilla del mondo, te | lice della nostra unione, contenta sorridente. Non le importava niente nemmeno di sapere che qualche volta andavo a trovare quell'altra. Dicei<a: "L'importante è che tu taccia le cose senza aie io i eda " ». A Giovanni Scifo mostria \ i i 1 ! , mo il titolo di Stampa Sera di oggi: « Minacciato di morte il padre dei bambini arsi vivi dalla madre ». Si rabbuia in viso, cerca di leggere la no WfS dei loro tigli innocen ti grida vendetta e vendetta s*1* latta- Ditelo a Giovanni: " Non deve dormire mai " ». tizia, ma la sua lettura è faticosa, si inceppa. L'aiutiamo. Ieri pomeriggio un uomo ha telefonato al nostro inumale per dire: « Sono Domenico Russo, un parente di Guglielmina Temperanza. Dite a Giovanni Scifo soltanto questo: " Non dormire mai ". lui è siciliano e sa cosa significa. In qualunque momento lo incontri e dove lo incontro, lo ammazzo come un cane. 11 ,, c___ a___J._;||_ « ^UO tranquillo » , L'uomo sbatte le ciglia, si j «ira verso i genitori, «li zìi, bi, sbiglia tra sé: «Domenico Rua; 40. Domenico Russo ». Don|dola la 'està, anche gli altri j fanno cenno di no. Dice lo , scilo: « Mimma non ha alcun ; parente che si chiami in que sta maniera ». Una donna sug gerisce « Può avere dato un . nome /a/so ea essere un pa : rente vero ». Giovanni Scifo . sporge il labbro inferiore in un gesto di disinteresse: «JVon j eslsie alcun Domenico Russo, j ,„,,„/, »,.. cosa non mi ri i auarda » I (( Non crefa che ci sia da orm.,.,UDlll..i ,„ stesso> _ „iì '1 nAsniAPAaiAgvVmmlAdUAgAptcAdlrAb | : diciamo. — L'uomo che ha telefonato ha parlato molto chiaramente, ha fatto proprio delle minacce di morte ». « E perche dovrei preoccuparmi, io ho la coscieinu tranqutl la. e stata lei che ha ucciso i nostri bambini, e /«m che j semmai dovrebbe essere ammazzata, non io ». La madre gli dice: « (I/m .inni torna al paese, cosa stai a tare qui?», t No — risponde lui con fermezza. — Resto qui. proprio in questa casa, dove sono morti i miei bambini. Perché mai dovrei tornare al paese, lasciandoli soli In questo cimitero'' E poi è qui che io guedagno » Dice una cugina: « Mettiti du parte un buon gruzzolo e porta giù i tuoi tigli, nel cimitero di Scicli ». a No. no. resto qui » risponde lui caparbio. Remo Lugli.

Luoghi citati: Cina, Germania, Milano, Monza, Ragusa, Scicli, Torino