Una copia non è un falso

Una copia non è un falso CAVALLI "NUOVI- SULLA FACCIATA DI S. MARCO Una copia non è un falso Che i deteriorati cavalli di San Marco siano finalmente sottratti ad ulteriori deperimenti ricoverandoli in una sala del museo annesso alla basilica, accessibile al pubblico, e che ogni operasione di restauro sia compiuta a Venezia sotto la direzione del prof. Rotondi, direttore dell'Istituto centrale del restauro a Roma, è stato ufficialmente deciso, sia pure con qualche riluttanza, ma con la piena soddisfazione della Procuratoria di San Marco, dal Consiglio superiore delle Antichità e Belle Arti. Ma la facciata delta basilica? Resterà essa priva della stupenda e simbolica Immagine già ammirata dal Petrarca, carissima ai veneziani e nota in tutto il mondo? Quando dieci mesi fa. per iniziativa de La Stampa, si raccolsero a Torino — esempio unico fra le città italiane — 131 milioni per la salvezza della celebre quadriga, l'ipotesi non fu nemmeno prospettata. Si propose: i cavalli in ambiente « climatizzato », difeso dagli inquinamenti atmosferici e da ogni altra insidia estema; e sulla facciata copie perfette. La solution** parve universalmente accettabile, anche se qualche tecnico della fusione e cesellatura d'opere d'arto metalliche (citiamo Giancarlo Secchio di Venezia) ritiene che 1 danni non sono cosi gravi come sembra, connessi con un'originaria fusione difettosa e non con un deperimento quotidiano; e quindi non difficilmente riparabili. f patisti rigorosi Ora invece si pone un altro problema, culturalmente, esteticamente diverso ds quello — di carattere scientifico — del restauro dei quattro cavalli cosi detti di bronzo ma composti, secondo la tecnica greca, per la massima parte di rame; ed il problema delicatissimo sembra debba essere discusso proprio oggi dal Consiglio superiore. V'è infatti chi sostiene che la collocazione sulla facciata di San Marco d'una copia della quadriga rappresenterebbe un « falso » da evitare assolutamente perché in contrasto con i moderni criteri del ripristino e della conservazione delle opere d'arte antica, dal morni mento architettonico alta scultura, dall'affresco al quadro E' la tesi dei « puristi » del restauro, i nemici giurati persino di certe patine che, incautamente asportate, spesso privano i dipinti delle originarie velature pittoriche. Un « falso > la copta dei cavalli sulla facciata? Lo neghiamo con la massima risolutezza. Il falso artistico è tipicizzato da un tentativo di imitazione, di simulazione anche interpretativa. Recente caso famoso quello di van Meegeren per i presunti Vermeer, uno dei quali persino acquistato dal Museo Boymans di Rotterdam. Ma erano anche falsi le complete ridipinture o ripe ssa ture ottocentesche del testo giottesco della cappella Bardi a Santa Croce (adesso mirabilmente ricuperato), perché la gente credeva di vedere Giotto e vedeva invece qua e là il restauratore Bianchi. La copia è un'altra cosa. Può essere una riproduzione «dichiarata» di un originale esistente e notissimo che non presuppone inganno, o la riproduzione a supposta » di un originale perduto ma filologicamente accertato. Tutti sanno che il Discobolo del Miueo Nazionale Romano è la copia d'un bronzo di Mirane, fuso a cera persa e smarrito. Chi vorrà mai ritenerlo una falsificazione d'un capolavoro del maestro greco? Cosi non e un falso il Davide di Michelangelo a Firenze in piazza della Signoria, perché ognuno può ritrovare l'originale nella Galleria dell'Accademia; .ic; è un falso il S. Giorgio in bronzo di Donatello a Orsanmichele. il cui marmo l'abbiamo al Bargello. E' giusto perciò che i veneziani esigano ie copie dei cavalli sulla facciata di San Marco. Forse che nel Museo Marciano non si custodiscono frammenti di mosaici rifatti identici nell'interno della basilica perché fatiscenti? Tanto più che queste copie si possono eseguire senza alcuni rischio di guasti degli originali. La gente del mestiere Noi abbiamo il massimo rispetto delle opinioni degli « scienziati » del restauro. Ma la pratica della gente del mestiere ha il suo peso nelle decisioni. Un artista espertissimo in materia di riproduzioni in bronzo, lo scultore torinese prof. Roberto Terracini, ci ha minutamente informati sulla tecnica dell'operazione, che può esser condotta col sistema della gelatina o della forma in gesso a tasselli. In entrambi i casi nessun rischio d'alterazione delle superfici degli originali; e per di piti — egli assicura — esistono eccellenti fonditori torinesi in grado di fornire perfette copie di almeno due cavalli. Sarebbe stringere il legame ideale tra Torino e Venezia. Marxiano Bernardi

Persone citate: Bernardi, Giancarlo Secchio, Petrarca, Roberto Terracini, Vermeer

Luoghi citati: Firenze, Roma, Rotterdam, Torino, Venezia