Un nuovo piano di Mansholt per l'agricoltura di Vittorio Zucconi

Un nuovo piano di Mansholt per l'agricoltura Oggi all'esame dei ministri dei "Sei,, Un nuovo piano di Mansholt per l'agricoltura Aziende ben attrezzate e di giuste dimensioni, colture remunerative, riqualificazione professionale dei lavoratori che lasciano i campi - Eliminare gli squilibri tra paesi e regioni dal corrispondente BRUXELLES, lunedì matt. A menu di una settimana dal Consiglio dei ministri che ha dato il via all'Unione economica e monetaria europea, i « Sei » si ritrovano questo pomeriggio a Bruxelles per esaminare una nuova, importante riforma ' per l'avvenire della Cee: la ristrutturazione dell'« Europa verde ». I responsabili della politica agricola nei sei Paesi (per l'Italia sarà presente l'onorevole Natali) dovranno studiare le proposte presenta¬ te dalla commissione esecutiva e messe a punto dal commissario responsabile del settore, Sicco Mansholt, già discusse ed approvate, dopo un polemico dibattito, dal Parlamento europeo. Si tratta di una riforma sostanziale della attuale politica agricola comunitaria, che finora aveva puntato soprattutto ad interventi sui prezzi dei prodotti agricoli per orientare le colture e migliorare il reddito di chi lavora nei campi. Purtroppo, questo meccanismo si è rivelato insufficiente, nonostante le spese fortissime sostenute attraverso il « Feoga », il Fon- do europeo agricolo. Le strutture agricole che stanno alla base degli squilibri e dei problemi, non sono state intaccate. Oggi, soprattutto dopo che i « Sei » hanno deciso di dare vita all'Unione economica e monetaria e quindi di legare strettamente le proprie economie, s'impone una riforma che colmi gli squilibri tra nazione e nazione, e tra zona e zona. La commissione ha presentato cinque « direttive » che oggi il Consiglio dei ministri dovrà studiare ed eventualmente adottare: a) favorire l'ammodernamento e l'ingrandimento delle aziende agricole, spesso troppo polverizzate per poter offrire un reddito equo a chi vi lavora; b) indennizzare e incoraggiare la chiusura di aziende che non abbiano un « minimo produttivo » soddisfacente e destinare le aree così liberate ad altre colture più remunerative; c) creare centri di riqualificazione professionale per gli agricoltori che abbandonano i campi e organismi consultivi per quanti vogliano migliorare la propria azienda, favorendone una migliore preparazione socio-economica; dì finanziare il rimboschimento delle zone libere da coltivazioni, sia per la creazione di zone verdi e parchi nazionali nel quadro della politica di difesa dell'ambiente, sia perché la produzione di legname va incoraggiata nell'interesse della Cee e degli stessi produttori; e) offrire incentivi per la produzione di generi agricoli dei quali la Cee è deficitaria e quindi importatrice, come le carni bovine e ovine. I due « cardini » della nuova pp"tica agricola della Cee dovraiuio dunque essere gli interventi sulle strutture (non più solo sui prezzi) e nelle regioni. E' un problema vitale per il nostro Paese che soffre più di altri di squilibri fra zona e zona. Ai Ministri dell'Agricoltura il compito di decidere il volto nuovo dell'« Europa verde ». Vittorio Zucconi

Persone citate: Natali, Sicco Mansholt

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Italia