Colombo (ex bianconero) cede solo a nove minuti dal termine

Colombo (ex bianconero) cede solo a nove minuti dal termine Colombo (ex bianconero) cede solo a nove minuti dal termine Segna subito Bettega, ma pareggia D'Amato complice lo sfortunato Tancredi - In extremis il puntiglioso Capello decide il match - Anastasi, al rientro, si è battuto con coraggio senza successo - Incerta in blocco la difesa bianconera Juventus Verona 2 1 JUVENTUS: Tancredi 5; Spinosi 5, Furino 5; Cuccureddu 5 (dal 60' Causio 6), Morini 6, Hoveta 5; Haller 7, Savoldi 5, Anastasi 6, Capello 7, Bettega 7 12" Piloni. VERONA: Colombo 7; Sirena 6, Landini 6; Mascotti 7, Batistoni 6, Mascalaito 5; Bergamaschi 7, Mazzoliti 6, D'Amato 5 (dal 79' Gobbi S.V.), Nosè 6, Clerici 7 - 12" Pizzaballa. Arbitro: Bernardis 5. Reti: Bettega al 3', D'Amato al 7', Capello all'81'. Spettatori: 23 mila; 15.082 paganti; incasso 21.084.900 lire. Con un gol in extremis del contestatore Capello, la Juventus ha chiuso bene una gara piena di affanni. La rete è stata molto importante non solo per avere deciso il successo bianconero sul Verona, ma perché ha provocato uno spontaneo pubblico abbraccio fra l'ex giallorosso ed i compagni, alcuni dei quali potevano essere stati toccati dalle sue recenti critiche al gioco della squadra. Capello ha infilato l'ingenua barriera avversaria, che ha protetto malissimo il bravo Colombo dopo un fallo di mano di Mascetti, con un calcio di punizione più preciso che forte: la paìla è entrata in rete proprio nel punto in cui il portiere veronese si sentiva al sicuro da sorprese. Capello ha battuto Colombo a nove minuti dalle fine: l'incertezza del risultato è durata quindi sino agli sgoccioli della gara, malgrado la partenza dei bianconeri, guidati dalla panchina da Cestmir Vycpalek, fosse stata delle più folgoranti. Al terzo minuto di gioco infatti, su un centro lungo di Capello sfiorato di testa da Anastasi, Bettega è sbucato alle spalle del centravanti e « pizzicando » la palla fra piede e terreno ha sparato un bolide imprendibile per Colombo. Un gol magnifico. Pareva dover essere il primo di una serie trionfale, ma il Verona, subito il colpo senza perdere la calma, si è riorganizzato rispondendo alla botta nel giro di quattro minuti. Un punto fortunoso, ma è bastato a rendere la gara difficile per la Juventus. Un lungo centro di Bergamaschi ha trovato la difesa bianconera distratta in blocco, D'Amato ha potuto colpire di testa, la palla a parabola ha picchiato contro la parte inferiore della traversa, è rimbalzata a terra dove è finita contro la schiena di Tancredi per rotolare in fondo alla rete. Sullo slancio dell'insperato pareggio, il Verona ha preso altro slancio, mettendo in mostra un gioco lento ma organizzato attraver- so un centrocampo fortissimo. Spesso è restato in avanti il solo Clerici, pericolosissimo per i suoi dribblings insistiti: Morini lo ha fronteggiato con la grinta di sempre, ha perso qualche contrasto. Il loro duello è stato rude ma avvincente, condito da parole che in tribuna non arrivavano, ma non dovevano proprio essere dei complimenti. I bianconeri hanno stentato a trovare un gioco che consentisse una risposta valida agli ospiti. L'ex juventino Colombo, fra i pali del Verona, si è opposto con i bravura ai tentativi torinesi; Haller, di piede e con uno spettacolare tuffo di testa al 24' della ripresa, è stato il più deciso a cercare il gol, ma anche Anastasi ha impegnato a fondo l'anziano portiere con una girata al volo su lancio di Savoldi. La sicurezza di Colombo a tratti era addirittura disarmante per i bianconeri: sólo un errore dei suoi compagni nel predisporre la barriera davanti a Capello, ha potuto infatti propiziare il pareggio juventino. Il gioco compassato dei veronesi (fra i quali ha fat¬ to la sua parte la giovane mini-mezz'ala Nosé) pareva fatto apposta per porre in risalto il crescente affanno dei bianconeri, ai quali evidentemente Vycpalek non poteva — al suo esordio in panchina — far sentire l'appoggio che solitamente offre Picchi. Ancora una volta è mancato alla Juve un efficace schema di manovra, la squadra è andata avanti affidandosi soprattutto alle doti dei singoli. Ha sorpreso la partita incerta della difesa in blocco, ma evidentemente l'esperienza di Salvadore non può essere colmata dall'esuberanza di Roveta, che ha accusato chiaramente la lunga assenza dal clima del campionato. Lo sbandamento difensivo non è comunque imputabile al solo Roveta, ma anche al fatto che Morini ha dovuto spostarsi in tutto il campo all' inseguimento di Clerici, mentre Spinosi ha dovuto fare prevalentemente lo stopper a causa della posizione centrale di D'Amato in fase di attacco. Se si considera che pure Furino non era in giornata e che davanti Cuccureddu ha accusato parecchie incertezze nella posizione, il disagio della Juve nei settori arretrati ha cause ben evidenti. Meglio, ieri, si sono mossi gli avanti, considerando fra essi anche Capello. L'ex giallorosso ha giocato con comprensibile puntiglio, si è fatto trovare in tutte le zone del campo, per appoggiare i compagni in fase di difesa ed in attacco. Ha suggerito il gol, ha segnato su punizione quello decisivo: forse da una situazione di disagio come quella creata dalle sue dichiarazioni, è nata una nuova e più proficua collaborazione con i colleghi. Meno convincente Savoldi, i cui dribblings sembrano più adatti allo spettacolo dei tornei estivi che non ai campi della serie A. Anastasi è rientrato con la solita ossessione del gol, due settimane di disintossicazione sono servite a poco. Ha lottato, non ha avuto fortuna. Il suo caso diventa sempre più difficile. Haller e Bettega, infine. Da qualche domenica sono abbonati al ruolo di « migliore in campo ». Bruno Perucca i o La rete di Bettega che ha aperto le marcature per la Juventus contro il Verona (Foto Moisio)

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