Già quattro i morti nella "faida,, scatenata da un furto di arance

Già quattro i morti nella "faida,, scatenata da un furto di arance La strage nella campagna di Gioia Tauro in Calabria Già quattro i morti nella "faida,, scatenata da un furto di arance Due famiglie stanno decimandosi a colpi di lupara - Il primo a morire fu Filippo Gerace, 19 anni - Accusato dell'omicidio è Giuseppe Italiano, che avrebbe sorpreso il giovane a rubare - Sabato i parenti della vittima hanno deciso di « regolare » i conti: Domenico Italiano e due suoi figli sono stati assassinati, Giuseppe è rimasto ferito - Gli inquirenti cercano due fratelli di Filippo Gerace, scomparsi dopo il triplice delitto dal nostro corrispondente Reggio Calabria, lunedì mattina. I fratelli Antonio e Carmine Gerace, di 18 e 23 anni, sono ricercati dalla polizia e dai carabinieri in quanto potrebbero dare preziose informazioni sui due « killers » che sabato pomeriggio a Gioia Tauro hanno ucciso Domenico Italiano, 58 anni, e i suoi due figli Pasquale e Rocco, di 19 e 17 anni. Quattro ore prima, uno sco¬ nosciuto aveva tentato di uc cidere un altro figlio di Domenico Italiano, Giuseppe, di 27 anni; gli aveva sparato dal quinto piano di una casa in costruzione mentre passeggiava nel cortile del carcere di Palmi. Giuseppe è detenuto sotto l'accusa di aver assassinato (per un furto di arance) Filippo Gerace, di 19 anni, fratello di Antonio e Carmine, che gli inquirenti vogliono interrogare. I due però sono scomparsi. Non è escluso che con il passare delle ore la loro posizione si aggravi e venga spiccato contro di essi un mandato di cattura. Se il movente della strage avvenuta nella campagna di Gioia Tauro, in un fondo dove gli Italiano abitano, è la vendetta, gravi sospetti pesano sui due fratelli. Nessuno più dei Gerace avrebbe avuto motivi di rancore e di odio verso la famiglia Italiano: per vendicare la morte di Filippo, potrebbero aver deciso la tragica « faida ». Gli Italiano si aspettavano un « regolamento di conti »: in tasca al giovane Rocco è stata infatti trovata una rivoltella. Non ha però avuto il tempo di usarla, sabato verso le 16, quando all'improvviso sono comparsi sull'aia del casolare (dove stava consumando una frugale colazione insieme con il padre ed il fratello) due uomini. Una scarica di « lupara » li ha abbattuti prima che potessero accennare ad un tentativo di reazione. Rocco ha tentato di buttarsi in un canneto, ma i panettoni lo hanno raggiunto e freddato. I killers non hanno avuto pietà. « Se c'erano anche l'altro figlio e la madre — dice la gente in paese — avrebbero tatto la loro stessa fine ». Fortunatamente i due invece si erano recati a Gioia Tauro, che dista pochi chilometri dalla loro cascina, per alcune compere. Sono così scampati alla strage. Intanto, migliorano le condizioni di Giuseppe Italiano, il giovane colpito durante l'ora di « aria » nelle carceri di Palmi. Una scarica di pailettoni lo ha raggiunto alla schiena. Sembrava in un primo tempo che il killer avesse sparato con un fucile a cannocchiale dopo essersi appostato in un palazzo adiacente alla prigione. La circostanza però è stata smentita: anche qui l'assassino ha fatto fuoco con la lupara, dai quinto piano della casa, da una distanza di circa trenta, quaranta metri. Forse per questo la scarica non è stata mortale. Giuseppe Italiano era stato arrestato la mattina del 28 scorso dopo dieci mesi di latitanza. Lo si accusa dell'uccisione di Filippo Gerace e del ferimento di Pasquale Napoli, 26 anni. Il giovane aveva convocato i due per avere con loro un « chiarimento ». Faceva il guardiano notturno in un fondo e li accusava di avere rubato alcuni chili di arance. La discussione si era conclusa con una sparatoria. Il Gerace aveva avuto la peggio. I parenti della vittima non reagirono, anche perché l'omicida era scomparso. Si era rifugiato prima in Aspromonte e poi in una cascina nella campagna di Gioia Tauro. Quando hanno saputo che era stato arrestato, è scattata la « faida ». Il clan dei Gerace è numeroso, difficile dunque potere con sicurezza sospettare di qualcuno in particolare. I due fratelli di Filippo possono però dare spiegazioni agli inquirenti: il fatto che siano scomparsi depone ora contro di loro. Altri utili elementi alle indagini li porteranno le perizie necroscopiche e quelle balistiche. Il perito tettore presso il tribunale di Palmi, dott. Gentile, stamane farà le autopsie sui cadaveri degli Italiano, che attualmente si trovano nell'obitorio del cimitero di Gioia Tauro. Il dott. Gentile ha già fatto una prima ricognizione dei cadaveri. Pasquale Italiano (era un figlio naturale di Domenico Italiano; si chiamava Mallamace ed era stato riconosciuto poco tempo fa) presenta un solo colpo di fucile all'altezza della parte sinistra del collo; Domenico Italiano è stato ucciso con uno o due colpi di fucile caricato a « lupara », sparati alle spalle; la sua morte, come quella di Pasquale, è stata istantanea. Rocco Italiano, il quale, com'è noto, aveva tentato di fuggire, ma i: stato raggiunto dai suoi carnefici in un canneto lungo la roggia, a settanta metri dall'aia, è stato invece ucciso con quattro colpi, Giuseppe Italiano, infine, è I stato ferito con due colpi di I fucile cai. 12 caricato a pailettoni. Egli è stato colpito i alla schiena, alla colonna vertebrale, al polso sinistro e al braccio destro. Subito dopo l'attentato, è stato ricoverato nell'ospedale di Palmi dove è stato sottoposto ad un urgente intervento chirurgico. Le sue condizioni, come detto, sono notevolmente migliorate. Molta importanza, quindi, si attribuisce alla perizia balistica. L'uomo che ha ferito Giuseppe Italiano, dopo essersi appostato sull'alto del costruendo edificio della Cassa di Risparmio, in via Roma, ha sparato due colpi con un fucile cai. 12. Sul luogo sono state infatti trovate due cartucce vuote per fucile di quel tipo. Sul posto della strage, invece, sono state trovate, a quanto pare, otto cartucce vuote che, secondo una prima perizia, dovrebbero essere in massima parte di fucile calibro 16. i e. 1. I I i Giuseppe Italiano, ferito dai « killers » che gli hanno ucciso il padre Domenico (in basso a sinistra) e i fratelli Rocco (in alto a destra) e Pasquale. Le tre vittime sono state fotografate subito dopo la sparatoria (Telefoto Associated Press)