Alfrink a Roma incontra il Papa di Filippo Pucci

Alfrink a Roma incontra il Papa Delicata missione del primate d'Olanda Alfrink a Roma incontra il Papa La nomina di Simonis a vescovo di Rotterdam (contro il parere del Consiglio pastorale della città) ha aumentato l'attrito fra il Vaticano e la Chiesa dei Paesi Bassi servizio particolare Città ilei Vaticano, lun. matt. Il cardinale Bernard Alfrink, primate dei Paesi Bassi, giunge oggi a Roma con un'altra difficile missione: risolvere il caso del contestato vescovo di Rotterdam, Simonis. Negli ambienti ecclesiastici romani, Alfrink viene ormai chiamato « il cireneo olandese » perché da anni ogni sua visita al Papa è legata alla mediazione dei ricorrenti bracci di ferro tra il Vaticano e porzioni consistènti della Chiesa d'Olanda, insofferenti dell'autorità centrale. Alfrink, durante la sua permanenza a Roma, s'incontrerà con esponenti di varie congregazioni di Curia, soprattutto con quella « dei vescovi ». presieduta dal cardinale Confalonieri. E farà una completa relazione dei fatti a Paolo VI che lo riceverà « al più presto », forse mercoledì o giovedì. Il primate d'Olanda aveva preparato il suo viaggio a Roma da molti mesi; il principale argomento del suo collociuio col Papa avrebbe dovuto essere, nelle primitive intenzioni, quello del celibato ecclesiastico, del quale dovrà occuparsi com'è noto anche il prossimo Sinodo dei vescovi convocato in Vaticano per il 30 settembre di quest'anno. Poi è sopravvenuta la « faccenda Simonis » che ha allargato i punti d'attrito tra Roma e l'Olanda. La decisione di Paolo VI di nominare mons. Adrien Jan Simonis a vescovo di Rotterdam ha sollevato le violente reazioni del Consiglio pastorale della città portuale, che accusa l'eletto di essere un « indegno conservatore ». La Conferenza episcopale olandese ha infine deciso, né poteva fare altrimenti a meno di non aprire uno scisma, di accogliere il giovane vescovo nel suo seno, con tutti i poteri conferitigli dal Papa. Dinanzi alla decisione dell'Episcopato, il Consiglio pastorale di Rotterdam è venuto ora a trovarsi isolato e posto di fronte ad un'alternativa: chinare la testa e subire, oppure insistere nella sua azione contestatrice, rifiutando l'obbedienza a monsignor Simonis, del quale chiede le dimissioni. Ma in questo secondo caso verrebbe a trovarsi in conflitto con i vescovi dei Paesi Bassi prima ancora che con la volontà del Papa e si porrebbe automaticamente fuori della disciplina ecclesiastica. Non è quindi della validità dell'elezione del nuovo vescovo di Rotterdam, ineccepibile dal punto di vista giuridico, che potrà parlarsi nel prossimo incontro tra Paolo VI e Alfrink. La questione semmai potrà essere impostata sulle modalità seguite dal Vaticano per giungere alla scelta dei vescovi. E sotto questo profilo la faccenda si sposta in altra direzione, sui compiti e le prerogative del Nunzio apostolico E' noto come il Consiglio pastorale di Rotterdam abbia accusato mons. Angelo Felici, nunzio apostolico all'Aia di avere « manipolato » la li sta dei candidati alla diocesi inoltrandola a Roma con giudizi largamente favorevoli per mons. Simonis. Nella consultazione del clero di Rotterdam, avvenuta l'estate scorsa, questi era risultato al secondo posto, grazie al numero dei voti conservatori concentratisi sul suo nome. Il Consiglio pastorale di Rotterdam, giudicando più indicativa la somma, globalmente più alta, dei suffragi spezzettatisi tra i candidati di linea progressista, retrocesse il nome del Simonis all'ultimo posto. La selezione finale, sottoposta alla conferenza episcopale dei Paesi Bassi, era di tre nomi soltanto: quello di Adrien Jan Simonis non c'era più. Il nunzio li comunicò a Roma, con una relazione sullo svolgimento dei fatti e con parole di riconoscimento e di elogio per l'escluso. Così Paolo VI ha deciso per Simonis, la cui nomina è stata accolta tra i progressisti di Rotterdam come « una vendetta di Roma ». Filippo Pucci -*—ir;— hd ià