L'esperimento telepatico di Mitchell

L'esperimento telepatico di Mitchell L'esperimento telepatico di Mitchell Fenomeni accertati ma ancora privi di una spiegazione - Natura delle ricerche parapsicologiche - I fantomatici « tachioni », particelle che viaggiano più veloci della luce Non si sa ancora se l'espe- rimento di telepatia tentato da EdSar Mitchell, mentre si trovava lontanissimo dalla Terra. sulla Luna' 0 comun «ue in «uei paraggi con 1 A PoUo 14- sia riuscito. Per co noseerne l'esito bisogna aspettare ch'egli sia liberato dalla quarantena in cui è tenuto, insieme con i suoi compagni. Si tratta della comunicazio- i ne mentale a distanza: della ì stessa natura di quella che i corre tra due persone in uno \ stesso ambiente, quando si Ifanno giochi o esperimenti di j società; e di quella, meno | frivola, che avviene quando una persona avverte un'altra persona, cara e lontana (non si sa come l'avverte, e meno che mai lo sanno gli interessati), di un fatto saliente, il più sovente di un pericolo. Casi del genere si sono dati tante volte che del fenome- ino in sé non si può dubitare. E' stata un'idea non banale, questa di Mitchell, di provare se la comunicazione può aversi a distanza dell'ordine di quella che separa la Terra dalla Luna. 11 messaggio telepatico mandato da Mitchell consisteva nell'informare un amico, rimasto a terra, dell'ordine in Cui l'astronauta disponeva certe earte da gioco: crediamo si trattasse delle carte ideate dalla scuola del-l'americano J. B. Rhine ap — di cui fummo testimon durante la prima guerra mon diale — mandato da un nopunto per ricerche di parapsicologia. Un tale messaggio è emotivamente poco interessante: non come quello stro congiunto alla propria madre, durante l'offensiva au striaca sul Piave, del giugno1918, e cioè l'annunzio ch'eglera stato fatto prigionierofatto di cui la madre informò noi tutti, come di cosa certissima, e tempo dopo ne giunse l'annunzio ufficiale. Igioco di Mitchell non può avere una carica emotiva d questa natura; ma è auguSupponiamo infatti che risulti possibile mandare imainformazione di tale naturadalla Luna alla Terra. Varlabile che sia riuscito o che riesca in un'altra occasioneperché è idoneo ad aprire un'indagine di alto interesse modo di esattezza rebbe la pena, in tal caso, predisporre esperimenti con tecniche affinate, con l'intento di pervenire ad appuntamenti ben fissi tra le due persone. Si dovrebbe studiare il cronometrare con il momento della partenza e quello dell'arrivo del messaggio (se sarà possibile superare difficoltà di cui faremo tosto cenno). La registrazione dei tempi avrebbe un'importanza essenziale. arriva con un ritardo di un minuto secondo (più una frazione); perché l'onda radio viaggia con la velocità della luce e di tutte le onde elettromagnetiche: circa trecentomila chilometri al secondo. Ebbene, se fosse possibile cronometrare il messaggio telepatico ne potrebbero risultare tre casi. Primo, che esso proceda nello spazio con la stessa velocità della luce: e allora si potrà inferirne che esso è probabilmente della stessa natura delle onde elet tromagnetiche (e sarebbe daOggi, quando un esploratoreparla dalla Luna ai suoi col-leghi a Terra, il messaggio scoprire la frequenza e la natura dell'oscillatore da cui nasce). Oppure può risultare che la velocità è superiore: che, per esempio, il messaggio viene ricevuto nello stesso istante in cui è mandato. In questo caso, di una velocità superiore a quella della luce, la telepatia non potrebbe essere un fenomeno legato a un'onda fisica conosciuta; ne verrebbe anzi smentita l'affermazione della teoria della relatività che nes sun messaggio può andare con velocità superiore a quel la della luce. Qualcheduno potrebbe tirare in ballo i tachioni, le supposte particelle che, secondo un'ingegnosa ipotesi di G. Feinberg (Particles that go faster than tight, in Scientific American, febbraio 1970), si muovono appunto più veloci che la luce. Oppure potrebbe risultare che il messaggio telepatico è più lento che la luce; e allora bisognerebbe scoprire quale ne sia l'agente (non potrebbe essere un'onda elettromagnetica). Didimo

Persone citate: Casi, Feinberg, Mitchell Fenomeni