Furiosi scontri sulla pista di Ho Chi Minh di Ennio Caretto

Furiosi scontri sulla pista di Ho Chi Minh L'offensiva bloccata dalle truppe di Hanoi e dai "vietcong,, Furiosi scontri sulla pista di Ho Chi Minh Forti perdite da entrambe le parti - In pericolo tre avamposti sudvietnamiti sul «sentiero» - Combattimenti anche nel Sud Vietnam: la poderosa base di Khe Sanh (dalla quale è partita l'operazione Laos) sotto il tiro dei missili (Dal nostro corrispondente) New York, 20 febbraio. L'offensiva sudvietnamita contro la pista di Ho Chi Minh è stata bloccata dalle forse regolari di Hanoi e dai vietcong. Furibondi combattimenti sono in corso da ieri nel tratto che va dalla frontiera a Sepone, nel Laos, 3540 chilometri all'interno del paese. Le perdite sono numerose da entrambe le parti, si contano centinaia di feriti. L'aviazione militare americana ha intensificato i bombardamenti e le operazioni di alleggerimento e soccorso con gli elicotteri. Il presidente Nixon viene informato quotidianamente della situazione? ed è in contatto sia col segretario di Stato Rogers sia col ministro della Difesa Laird. A Washington non si hanno tuttavìa segni d'apprensione o d'incertezza. Come ha detto ieri sera il portavoce della Casa Bianca Ziegler, « nessuno intende fermarsi sulle vicende di una sola giornata. E' la campagna nel suo complesso che conta ». Il contrattacco di Hanoi e dei vietcong era previsto e i sudvietnamiti, dall'inizio della settimana, avevano badato a consolidare le posizioni conquistate. Pare che resistano con un certo ordine alle ondate avversarie, ma un loro « triangolo » formato in un punto nevralgico della pista di Ho Chi Minh, al decimo-quindicesimo chilometro circa, è seriamente minacciato. Si tratta di tre avamposti di rangers, i fanti scelti, costruiti sulla sommità di altrettante colline. Il primo di essi avrebbe ceduto al nemico, gli altri due si troverebbero con l'acqua alla gola. « Stanno stringendo i denti » ha detto un pilota americano di ritorno da un volo di ricognizione. « Sono circa mille per ciascun avamposto, ma i soldati di Hanoi e i guerriglieri devono essere tre volte tanto ». Se l'intero « triangolo » fosse ab- bandonato, il controllo della pista di Ho Chi Minh diverrebbe diffìcile. Una controffensiva è in corso anche contro le retrovìe, nel Vietnam del Sud. Gli avamposti del quartiere generale di Khe Sanh, presidiato da novemila americani, sono sottoposti a cannoneggiamento e al lancio di missili. Nella terza regione militare, -che fa praticamente da confine, i vietcong hanno inoltre assalito alcune piccole città e organizzato atti di terrorismo nei grandi centri urbani. Khe Sanh, che nel '68 dovette essere sgomberata dagli americani e che è stata rioccupala per l'offensiva laotiana, non corre comunque pericoli. Da essa, anzi, quattromila soldati sudvietnamiti, tenuti di riserva, si preparano a partire in aiuto dei rangers. « Il vero problema — ha detto un portavoce — incomincia a essere quello ospedaliero: manca lo spazio per tutti i feriti ». Il nuovo sviluppo della campagna laotiana ha inasprito l'opposizione del Congresso alla politica indocinese di Nixon. Il leader della maggioranza democratica al Senato, Mansfield, ha affermato che gli Stati Uniti sono ora « irrimediabilmente invischiati nel conflitto ». La prospettiva di bombardamenti Usa sul Vietnam del Nord | si fa piu mncreta, comc quc, la di incursioni sudvietnamite. A Washington e a Saigon non rimarrebbero altre alternative nel caso di wn'impasse — non si pensa a una sconfìtta — sulla pista di Ho Chi Mihn. Notizie di fonte comunista dicono che proprio per questo Washington avrebbe compiuto passi ufficiosi presso Pechino, tramite il Canada, che ha con la Cina normali relazioni diplomatiche. Gli Usa sarebbero ansiosi di garantire ai cinesi che nessuna svolta nella guerra costituirebbe una minaccia per loro. I guerriglieri comunisti hanno aumentato anche la loì ro atthità nella Cambogia, I dove un convoglio governa- tivo è caduto oggi in un'imboscata. L'offensiva sudvietnamita contro i « santuari » ha perciò incontrato gravi difficoltà. A Phnom Phen si attende il ritorno, tra due o tre settimane, del generale Lon Noi, rimasto semiparalizzato da un infarto. Il premier è attualmente ad Honolulu, ì medici americani a cui è stato affidato sostengono che si riprenderà completamente. Infine, anche la Tìiqilandia potrebbe essere coinvòlta nel conflitto indocinese. Si sa che un suo battaglione è accorso nella Piana delle Giare, per aiutare le truppe governative del Laos contro il Pathet Lao comunista. I guerriglieri hanno annunciato di avere chiesto all'Urss e all'Inghilterra, copresidenti della Conferenza di Ginevra sull'Indocina, di proibire alla Thailandia « di partecipare alla aggressione ». Ennio Caretto

Persone citate: Laird, Lon Noi, Mansfield, Nixon, Rogers, Ziegler