Una donna e due uomini uccisi stanottea rivoltellate nella villa della Koscina

Una donna e due uomini uccisi stanottea rivoltellate nella villa della Koscina Mentre Fattrice sta girando un film a Città del Capo ( Dalla redazione romana ) Roma, 20 febbraio. Tre persone, due uomini e una donna, sono morte stanotte in una sanguinosa sparatoria avvenuta nella villa dell'attrice Sylva Koscina, in via Romana a Marino, comune a 25 chilometri dalla capitale. Le vittime sono tre dipendenti dell'attrice: Giovanni Quinzi, 70 anni, il figlio, anch'egli di nome Cliovanni, di 49 anni, e la nuora Pasqualina Cardigni, di 43. Gravemente ferito è rimasto l'autista della diva, il ventitreenne Gino Polini. L'assassino si è costituito poco dopo ai carabinieri di Marino: si chiama Giovanni Calati, ha 44 anni ed è un ex guardiano della villa. Ila detto di aver ucciso per motivi di interesse: « Abbiamo litigato, sono stato aggredito da cinque o sei persone ed ho sparato per difendermi ». L'attrice Sylva Koscina non era nella villa: essa, infatti, da qualche giorno si trova a Città del Capo dove sta girando un film. Appresa per telefono la notizia, è rimasta molto scossa. Ha cercato di sapere di più, di conoscere i particolari della vicenda e i veri motivi della strage, ma nessuno è stato in grado di essere più preciso e dettagliato. Sia i carabinieri di Marino, località sui colli romani, che la questura di Roma che stanno svolgendo le indagini sono alla ricerca di una verità che per ora sfugge: il dramma presenta molti punti oscuri e le dichiaiazioni dell'assassino lasciano molto perplessi. Il primo allarme sulla tragedia è stato dato alle 23 con una telefonata ai vigili del fuoco di Marino. Un uomo ha quasi gridato all'apparecchio: « Venite subito, nella villa della Koscina vi sono tre cadaveri. Sono stati uccisi n. I vigili sono subito accorsi con un'autoambulanza. Penetrati nel giardino hanno visto a terra una donna. Pasqualina Quinzi. Gemeva, era ormai in fin di vita. E' stata portata sull'ambulanza che è partita veloce verso l'ospedale. Durante il breve percorso la donna è spirata. Avanzando ancora, sul prato di fronte all'ingresso della villa, i vigili hanno rinvenuto il corpo di un uomo ormai cadavere. Prima ancora di accertare l'identità della seconda vittima, i vigili sono entrati nel patio della lussuosa dimora: sapevano che •i cadaveri dovevano essere tre. Infatti, poco distante un altro uomo era disteso sul pavimento; attorno una larga chiazza di sangue, non c'era più nulla da fare: era morto. Accanto era il giovane autista, colpito con una pallottola al petto. Le condizioni di quest'ultimo sono disperate. Nel giro di pochi minuti, i carabinieri di Marino e la polizia di Roma venivano avvertiti della tragedia. Dalla Capitale partiva il capo della Mobile con una nutrita squadra di agenti. Verso la mezzanotte il colpo di scena: un uomo con gli abiti in disordine e il volto disfatto si presentava alla caserma dei carabinieri di Marino: « Sono l'autore della strage nella villa della Koscina. Ho ucciso tre persone per difendermi ». Poi esibiva i documenti: Giovanni Galati. L'uomo ha detto agli inquirenti: «Ho sparato perché non sopportavo le continue minacce e le ostilità da parte dei coniugi Quinzi e dell'autista Polini » ha detto Giovanni Calati, che si trova ammanettato nella stazione dei carabinieri. « Stasera quando mi hanno visto venire con l'auto mi hanno circondato. Mi minacciavano e allora ho sparato in aria alcuni colpi di pistola nel tentativo di allontanarli. Ma loro continuavano ad avvicinarsi ed io, per paura di essere sopraffallo, ho premuto il grilletto e li ho visti cadere uno dopo l'altro. Era da molto tempo che tra essi e me c'erano forti attriti per motivi di interesse. Questa situazione mi avviliva moltissimo. L'ambiente in cui lavoravo non era affatto dei migliori. Sono padre di sei bambini tutti in tenera età. La stessa Koscina mi doveva dei soldi da molto tempo ed anche per questo ero esasperalo ». II Galati che è un ex carabiniere era stato assunto come guardiano nel mese di luglio, ma si era ammalato ed era stato operato di ulcera. Dopo tre mesi era tornato a lavorare nella villa. Poi era stato licenziato e ciò aveva provocato il suo risentimento. Aveva contestato la liquidazione e chiesto che gli fossero pagati gli assegni familiari. Stasera, verso le 21,30, è tornato alla villa sperando di trovare Sylva Koscina che attualmente, come si è detto, è in Sudafrica. Si è incontrato con i fattori e credendo che gli volessero tenere nascosta la presenza della diva ha cominciato a litigare, poi ha sottratto la rivoltella e ha compiuto la strage. L'attrice aveva acquistato il settecentesco cascinale circondato da tre ettari di parco e vigna cinque anni fa. Lo scorso anno lo ha fatto completamente rinnovare. Ha riservato per sé e per i suoi congiunti il corpo centrale alto due piani e lussuosamente arredato. Una donna e due uomini uccisi stanottea rivoltellate nella villa della Koscina Le vittime sono padre, figlio e nuora - Ferito gravemente anche l'autista dell'attrice - L'omicida, un ex guardiano della villa, padre di sei figli, si è costituito - Ha detto di aver ucciso per motivi d'interesse: « Abbiamo litigato, mi hanno assalito in tanti, io ho perso la testa» - La tragedia ieri notte alla periferia di Marino, sui colli laziali L'attrice Sylva Koscina era assente dalla villa in cui è avvenuta la sparatoria L'attrice aveva fatto l'ultima visita alla villa il 3 febbraio e aveva detto che si sarebbe assentata per un paio di settimane per il suo lavoro cinematografico. Il motivo dell'ultima visita era una operazione commerciale: Sylva Koscina aveva intrapreso trattative per lottizzare una parte della sua proprietà. Marino è la più importante fra le cittadine dei castelli romani, ai piedi del lago di Albano. Attorno all'antico borgo pontificio, celebre soprattutto per i suoi vini, sono sorte numerose, negli ultimi anni, le ville degli attori, che hanno lasciato gradatamente i Parioli, i nuovi « quartieri alti » di Vigna Clara e della Cassia, e infine perfino i prestigiosi « indirizzi » sull'Appia Antica per cercare una quiete migliore.

Luoghi citati: Città Del Capo, Roma, Sudafrica